C’è chi soffre da anni di acufeni, cioè di quel rumore simile a un fischio, a un ronzio oppure a un sibilo, che proviene dall’interno della testa. E probabilmente, per risolverlo, si è rivolto a molti medici, senza risultati. Adesso, però, c’è una novità che elimina il problema definitivamente: si chiama Trt, Tinnitus retraining therapy. Finora, infatti, la cura considerata più valida, ma efficace in pochi casi, era l’uso di farmaci vasodilatatori da usare per tutta la vita. Questo perché si suppone (anche se non ci sono certezze) che una causa dell’acufene sia la cattiva circolazione.
«Il nuovo sistema agisce in modo completamente diverso. Rieduca il cervello ad accettare i fischi come qualcosa di naturale» spiega Luca Del Bo, bioingegnere specializzato in problemi dell’udito, che ha importato questa tecnica dagli Stati Uniti e la sta insegnando agli specialisti italiani. «Questo “lavoro” viene effettuato con un apparecchio che genera suoni della natura neutri e continui, per esempio l’acqua che scorre: questi si mescolano agli acufeni e fanno sì che i fischi non vengano più percepiti».
Perché questo succede? Perché nel cervello c’è una rete di neuroni che filtra i suoni prima che arrivino allo stato di coscienza. E si è visto che questo filtro è programmabile. L’acufene viene riconosciuto come pericoloso e fa scattare un meccanismo d’allarme che, addirittura, lo amplifica.
Ma quando questo fischio viene mescolato ai suoni prodotti dalla Trt, il sistema di filtraggio non lo percepisce più come pericoloso e, con il tempo, addirittura non lo trasmette più alla coscienza.
Prima di iniziare la terapia il medico prescrive una serie di esami. «Se la persona che soffre di acufeni ha problemi di sordità, anche lieve, a volte avverte gli acufeni in modo più intenso» spiega Alberto Scotti, dirigente medico della Clinica otorinolaringoiatrica dell’ospedale San Paolo di Milano. «Prima, allora, si corregge la perdita d’udito con una protesi acustica».
>>Come funziona
L’apparecchio esiste in due versioni. All’inizio viene proposto il tipo da mettere sul comodino, che si usa di notte. Questa soluzione è efficace in sei casi su 10. Se non funziona, si prova con l’apparecchio da indossare di giorno, simile a una protesi acustica. In entrambi i casi, la terapia dura al massimo 18 mesi. Il primo controllo si fa dopo 30 giorni. E, in base ai risultati raggiunti, il medico programma le visite successive. Il nuovo sistema viene già usato all’ospedalePoliclinico di Milano (tel. 02 44361978) e al Policlinico Umberto I di Roma (0655033922). Per la visita e gli esami si paga solo il ticket. Per ora gli apparecchi sono a pagamento: quello da comodino costa 150 euro, mentre la coppia di protesi circa 1.500 euro. Per informazioni, si può chiamare lo 0248011361, nei giorni feriali, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, e chiedere del dottor Del Bo.