A soffrire di reflusso gastroesofageo è il 7,7% degli abitanti dell’Europa. Il disturbo accusato riguarda bruciori alla bocca dello stomaco.
La causa trae origine dall’esofago, il canale lungo circa 25 cm che collega la bocca allo stomaco. È rivestito internamente da cellule (chiamate “epitelio squamoso”) che lo proteggono dalle possibili lesioni causate dal passaggio di cibo e bevande, e dall’occasionale risalita (il reflusso, appunto) dei liquidi acidi dello stomaco prodotti normalmente durante la digestione.
Ne parliamo con gli esperti di Gastroenterologia dell’Ospedale Sacco di Milano.
Cause
Esternamente l’esofago è formato da speciali muscoli che si contraggono e si rilasciano in modo tale da spingere il cibo dalla bocca allo stomaco.
Alla fine dell’esofago è presente una valvola, lo sfintere esofageo, che si apre giusto il tempo necessario per lasciare passare il cibo dall’esofago allo stomaco.
Se questa valvola si apre in altri momenti, il contenuto dello stomaco – dov’è presente anche il potentissimo acido cloridrico – può risalire nell’esofago, determinando così i disturbi fastidiosi del reflusso gastroesofageo.
Il reflusso può anche essere favorito da particolari posizioni (piegamento in avanti, posizione sdraiata), che possono far risalire le secrezioni sino alla gola: così, oltre al bruciore, si avverte un forte sapore amaro e acido.
Alcuni “umori” di questo reflusso possono persino essere inalati nelle vie respiratorie causando tosse, bronchite e persino asma. Queste situazioni vengono denominate manifestazioni extra-gastroesofagee.
Sintomi
I sintomi più frequenti del reflusso gastroesofageo sono:
– il bruciore dietro lo sterno e il rigurgito acido;
– dolore al centro del petto che può somigliare al dolore cardiaco dell‘angina pectoris;
Esistono poi molti sintomi extra-gastroesofagei meno frequenti, come la tosse cronica, l’asma non allergico, la raucedine e il mal di gola.
Incidono molto sulla qualità di vita i sintomi notturni, tipici e atipici, che possono a loro volta creare disturbi del sonno. Se sono presenti lesioni da ulcera esofagea, i sintomi possono aggravarsi, a causa dell’anemia o disturbi durante la deglutizione. Spesso, in particolare nei soggetti più anziani, è comunque presente una sintomatologia non specifica, la cosiddetta cattiva digestione, in gergo tecnico chiamata dispepsia.
Rimedi
– Abolire o ridurre il fumo poiché aumenta il numero di reflussi e riduce la produzione di saliva, che neutralizza l’acido risalito nell’esofago;
– sollevare la testa del letto durante il riposo notturno, ponendo sotto le gambe della spalliera uno spessore di 8-10 centimetri;
– evitare di sdraiarsi immediatamente dopo i pasti. La posizione sdraiata subito dopo mangiato può infatti favorire i reflussi;
– regolare il peso se si è in sovrappeso;
– svolgere regolare attività fisica evitando però di correre a stomaco pieno;
– evitare di indossare indumenti o cinture troppo stretti;
– non assumere pasti abbondanti, evitando i cibi grassi e cercare di masticare a lungo.
Alimentazione
– Eliminare drasticamente i superalcolici ed essere prudenti con il vino;
– ridurre il consumo di caffè;
– evitare il cioccolato;
– non tutti i medici sono d’accordo se sia il caso di ridurre il consumo di menta, cipolla, aglio e agrumi.
Si suggerisce in ogni caso una visita presso un medico gastroenterologo che prescriverà eventuali accertamenti ed eventualmente una terapia idonea.