Regalare può essere un momento di conoscenza profonda dell’altro e un’occasione per osservare le sincere reazioni dell’anima , non tanto di cortese ringraziamento, quanto di autentica gioia. Uno sguardo attento può riuscire persino ad interpretare quelle parti interiori che il destinatario del regalo spesso ignora di sé.
Nel senso più estensivo del termine, regalare dovrebbe significare donare se stessi (e il proprio amore).
“In teoria, l’atto di regalare dovrebbe presupporre l’intento di dare senza ricevere nulla in cambio. In questo modo, sembrerebbe un gesto fine a se stesso – dice il Prof. Roberto Pani – Nella realtà, la faccenda è più complessa, perché attraverso il regalo si ottiene qualcosa in cambio: dal punto di vista psicologico i passaggi sono tanti, anche se ad un primo sguardo possono sfuggire.
Chi fa un regalo infatti riceve innanzi tutto attenzione da parte dall’altro e poi gratitudine : questi due sentimenti rimandano un’immagine di altruismo che fa molto bene al donatore. Solo in un secondo momento subentra il passaggio vero e proprio dello scambio dei doni materiali. Ciò che è essenziale per la mente, è che regalare ‘fa ottenere e tornare indietro ‘ qualcosa in termini di positività e calore”.
Regalare è un gesto che nasce da un sentimento che trae origine dalla festa stessa, non solo dal Natale, ma anche anniversari e compleanni naturalmente; oppure dall’atmosfera gioiosa di voler bene a qualcuno. Affetto che si festeggia dunque attraverso un regalo.
“Penso che il senso più profondo di un regalo si riferisca alll’emozione di sentirsi più uniti . Regalare è un’azione che idealmente comunica stima e affetto. Se fatta con autenticità può sostituire le parole – prosegue lo psicologo clinico. Inteso come mezzo di comunicazione, avvicina le persone. Se realmento pensato per il destinatario, il regalo ne interpreta il gusto e il desiderio , sin dal momento della scelta. Si tatta quasi di indovinare ciò che nell’altro è ancora inconscio , non ancora espresso o confessato in precedenza.
Tuttavia spesso si considera solo l’aspetto consumistico del regalo, cioè l’acquisto. In questo contesto, il regalo assomiglia ad un rito . È un atto da ripetere più per dovere che per iniziativa personale . Si cerca qualcosa in fretta e non ci si identifica con il desiderio del destinatario, non ci si mette nei panni dell’altro pensando a cosa gli piacerebbe ricevere. Pertanto a volte si regala una cosa qualunque, senza calore, guardando più alla spesa per l’acquisto che all’atto affettuoso in sé. “Pensiamo al Natale : la festività religiosa evoca senz’altro l’atmosfera di festa , ma se non si riceve o non si regala nulla, ci sembra di essere soli – spiega lo psicologo clinico.
Tuttavia purtroppo il regalo non è sempre così romantico. “Nella società dei consumi, il regalo può effettivamente equivalere a una mercanzia e lo scambio di regali può essere programmato per scopi materiali o peggio calcolato per vedere esaudite richieste specifice in futuro. In questo caso si tratta di un baratto che snatura l’essenza del regalo. Si chiama regalo, ma non è più un dono: ti do questo perché più o meno indirettamente tu mi darai questo altro” – continua l’esperto in psicologia clinica.
Sotto tale aspetto il regalo potrebbe evocare una forma primitiva mascherata di mercanzia. La natura umana in questo caso poggerebbe sul concetto di mercato e di contratto.
È naturale aspettarsi dei regali
Il regalo come baratto avrebbe un suo significato psicologico. “In realtà, il bambino quando nasce “si aspetta” dei doni dalla madre, la quale si propone di nutrirlo con il proprio latte: questo mi sembra il dono per eccellenza – sostiene il Prof. Roberto Pani – In seguito tutti i regali sono da considerarsi doni che mostrano l’amore e l’affetto sincero, almeno per il bambino che li riceve. Con il tempo il bambino dovrà convivere con due aspetti della vita: quella affettiva, rappresentato dal dono e quello mercantile, basata sull’interesse materiale dello scambio dei regali
Dovremmo per lo meno essere consapevoli di questi due aspetti della vita, per comprendere la duplice natura del regalo.
Nella psicologia del regalo, è chiaro che l’aspetto affettivo è più ideale, forse un po’ magico, incantato e radicato nella poesia dell’infanzia. Nell’aspetto materiale, il regalo mirerebbe a regolare i rapporti tra persone per condivisibile motivi di convenienza.
“Per evitare confusioni sul regalo o posizioni troppo nette che non giovano al benessere dato dal regalo stesso, credo che sia utile comprendere che sia il dono che il contratto siano entrambi espressioni umane che permettono di entrare in relazione con gli altri”.
Si ringrazia la gentile disponibilità del Prof. Roberto Pani, docente di Psicologia Clinica all’Università di Bologna.