Innanzitutto: riferimenti a fatti e persone realmente esistenti sono puramente casuali. Ma tutti, almeno una volta nella vita, e anche più di una, abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di allontanare un parente dalla nostra vita.
Un genitore, uno zio, un fratello, un cugino. Nessuno è colpevole, ma solo fino a prova contraria. Perché esistono dei casi in cui «soli è meglio che male accompagnati». Scopriamo quali sono e perché non solo è giusto, ma doveroso, pagare il prezzo del distacco.
Famiglie troppo rigide
La maggior parte dei conflitti nasce dalle lotte di potere: casi in cui ruoli troppo rigidamente definiti non trovano riscontro in una realtà che, in quanto familiare, dovrebbe essere prima di tutto accogliente.
“Sono, quindi so” potrebbe essere il titolo perfetto della storia in cui protagonista è il parente che, solo perché tale, sente di avere potere sugli altri. E lo esercita come se non avesse limiti.
Accade troppo spesso infatti che i ruoli delle famiglie originarie si trapiantino, o tentino di farlo, in quelle nuove. Caratterizzate però da dinamiche diverse, da tempi diversi e da persone completamente differenti.
E quindi, quando la rigidità di un ruolo prende il sopravvento sulla persona, è giusto allontanare un parente dalla propria vita.
Anche solo per emancipare sé stessi da prassi sbagliate che si ripetono nel tempo. Da ruoli precostituiti che non hanno più spazio. E da relazioni che non sono legami ma catene.
Vampiri emotivi
Violenza verbale e fisica, ricatti emotivi, equilibri precari. Quando l’amore e il sostegno perdono terreno e vengono sostituiti da un mucchio di negatività neanche ben definite, significa che i vampiri emotivi sono dietro l’angolo.
E spesso possono prendere le sembianze di persone di famiglia. Casi in cui diventa giusto allontanare un parente dalla propria vita. In queste situazioni infatti chi dovrebbe supportarci e darci forza, al contrario “ci rema contro”, risucchiando la nostra energia psicofisica.
Si tratta di dinamiche familiari precise, in cui sempre gli stessi soggetti si trovano a rivivere gli stessi drammi, immuni a qualunque tipo di cambiamento positivo.
Queste persone però hanno un’unica forza: quella di riuscire a tirarci dentro le loro storie tristi. Cercano di passare come vittime di un destino avverso, ma nella realtà sono così pieni di ostilità e gonfi di lamentele da travolgere chiunque. Loro per primi, e noi subito dopo.
Anche il surfista più impavido rinuncerebbe a cavalcare quest’onda: si ritroverebbe infatti stanco, spaesato e confuso. E, soprattutto, perderebbe la bussola.
Perché anche nelle famiglie più unite ognuno ha la propria. E c’è anche chi vive benissimo senza. Farsi privare, anche inconsciamente, dei propri punti di riferimento e delle proprie certezze significa però sottomettersi all’autorità e al ricatto emotivo di chi, invece, dovrebbe promuovere la nostra felicità e la nostra indipendenza.
In questi casi diventa fondamentale allontanare un parente dalla propria vita perché è proprio da chi ci dovrebbe volere più bene al mondo che alcune cose non si possono tollerare.
Parenti tossici
Nelle relazioni familiari si danno per scontati aspetti sui quali in realtà non è mai stato preso nessun accordo. In tutte le famiglie, proprio in virtù di uno di questi taciti patti, esiste almeno un soggetto che pensa di poter dire tutto a tutti e senza nessun rispetto.
E quello è un altro parente da allontanare dalla propria vita. Non si sa bene a causa di quale investitura, questa persona considera infatti le proprie idee più importanti e giuste di quelle degli altri. Parla senza comprendere e ferisce, anche senza volere.
Nella maggior parte dei casi prendere le distanze da soggetti del genere è indispensabile per ritagliarsi il proprio spazio nel mondo.
Non subito, ma sicuramente a lungo termine, un rapporto basato su questi presupposti è destinato a minare la coscienza della persona “più debole” e ad interferire con la sua autostima.
Nonostante infatti ognuno debba essere libero di dire quello che pensa, soprattutto in famiglia, dire sempre la prima cosa che passa per la testa può essere dannoso e controproducente.
E soprattutto può comportare delle risposte molto poco carine, probabilmente elargite con la stessa facilità delle premesse da cui sono nate. Se il vizio di famiglia deve quindi essere la tossicità, meglio perderlo prima che sia troppo tardi.
Divorzi
La legge non prevede niente di paragonabile al divorzio tra persone dello stesso sangue. Parla di allontanamento, di emancipazione , ma mai di separazione, totale e definitiva.
Questo perché la nostra società promuove la famiglia come una delle cose più importanti della vita. Ma dimentica di sottolineare che non lo è di per sé stessa. Come per tutte le cose belle ha bisogno infatti di cure, amore e dedizione.
Non basta lo stereotipo, il legame di sangue o quello della tradizione. Ci vogliono rispetto, sostegno e fiducia. Ci vuole complicità. Perché ormai non è più giustificabile un sacrificio portato avanti in nome di un senso di colpa non ben definito.
Oggi siamo uomini e donne emancipati che hanno il diritto di divorziare da chi non ci ama. E il dovere di farlo.
Perché tagliare i ponti con chi non ci ama come dovrebbe significa soffrire. Ma assumersi la responsabilità di farlo vuol dire riconoscere a sé stessi la prerogativa di essere liberi. E se la famiglia è un diritto, la libertà è un principio, ricordiamocelo sempre.