Kevin Spacey è uno dei migliori attori in circolazione. Impersona in tv il politico che tutti amano, o almeno vorrebbero essere, Obama è un suo fan e Renzi lo ha citato in un discorso istituzionale. E sabato sarà ad Amici, alla corte di Maria De Filippi, come quarto giudice. Uno strano mix: Kevin Spacey e il programma di Canale 5 che scopre talenti. Ma la De Filippi spiega che “non è stato strapagato, come molti pensano. Abbiamo saputo che stava facendo una vacanza in Italia e ne abbiamo approfittato”.
E a Kevin dovrebbe piacere parecchio il ruolo: oltre a recitare, scrivere, dirigere e produrre lavori per il cinema e il teatro, un’altra delle sue attività è insegnare ai giovani, in tutto il mondo. Ha anche fondato nel 1997 una casa di produzione, la Trigger Street, per lanciare nuovi volti nel panorama cinematografico.
Il successo di House of Cards
David Fincher, regista de I soliti sospetti, lo vuole con sé per la serie House of Cards nel 2013. Composta di 13 episodi stagionali, è la prima produzione originale di Netflix, colosso della distribuzione in streaming e on demand (ora da noi va in onda su Sky Atlantic). È subito un successo strepitoso, amata sia dalla critica che dal pubblico.
Spacey veste i panni di Frank Underwood, politico cinico, affamato di potere. È un ruolo perfetto per Kevin, famoso per la sua enigmaticità, che trova l’anima gemella (per fascino e bravura) in Robin Wright, la moglie Claire, spietata e arrivista come il marito: due cuori neri che vanno alla scalata della politica di Washington, e poi dell’intera nazione. E se la serie è diventata il fenomeno che è, è grazie soprattutto a loro, realisticamente implacabili nella loro smisurata (e forse disperata) ambizione.
Dalla boxe all’Oscar
Americano, classe 1959, fin da bambino vivacissimo e un po’ problematico, si fa espellere da una scuola militare, prova la boxe e infine approda alla famosa Juilliard School a New York, per poi tentare la sorte a Broadway. Alternerà da allora cinema e teatro con uguale fortuna e moltissimi premi.
Nel 1996 vince un Oscar per I soliti sospetti come miglior attore non protagonista, nel 2000 quello per American Beauty, questa volta da protagonista (oltre al BAFTA e lo Screen Actors Guild). Sul palco degli Oscar ringrazia Jack Lemmon, suo amico, mentore ed ispiratore. Spacey ha la cittadinanza britannica, essendosi impegnato nel recupero dello storico teatro londinese Old Vic, di cui è direttore artistico dal 2003. La regina Elisabetta gli ha conferito il titolo di cavaliere. La star vive fra Londra e Los Angeles.
I film da vedere
La carriera di questo 65enne dallo sguardo di ghiaccio è nutritissima di titoli. Se lo avete scoperto con House of Cards e volete recuperare, d’obbligo almeno vedere Americani (1992), Seven (1995), sempre diretto da Fincher, il Riccardo III diretto da Al Pacino (1996), L.A. Confidential (1997), Mezzanotte nel giardino del bene e del male, con la regia di Clint Eastwood (1997), American Beauty, regia di Sam Mendes (1999), The Life of David Gale di Alan Parker (2003).
Spacey ha anche diretto due film: per Beyond the Sea, dove raccontava la vita del cantante Bobby Darin (cantando, ovviamente, con la propria voce, e dicendo di essersi ispirato a Michael Bublé per le performance), ha ricevuto una nomination nel 2015.
La vita privata
Della sua vita privata si sa pochissimo. In un’intervista ha spiegato che “meno cose si sanno di me, più facile è convincervi che sono il personaggio che vedete sullo schermo”. Non è mai stato sposato, non ha figli, non si conoscono sue storie d’amore. Agli Oscar, quando vinse, portò come accompagnatrice la mamma. È un grande amico dell’attore Val Kilmer, conosciuto da adolescente, con cui ha messo in scena le prime commedie. Ha una Mini Cooper e un cane, un terrier, di nome Mini. Il suo sogno è recitare in un film di Woody Allen.
Come hanno detto molti dei registi che hanno lavorato con lui, “Kevin è come un raggio laser, ha una concentrazione e una forza enormi”. In qualche modo, è anche questo il segreto del suo successo, una garanzia di qualità e un carisma che ci hanno ormai indotto a guardare i progetti in cui recita, sicuri di non venire delusi. La sua versatilità è notevole: passare dalle atmosfere di un film dark al canto e ballo sulle assi dei teatri più famosi non è da tutti. E in più, come molti uomini non particolarmente avvenenti da giovani, ha acquistato fascino con l’età. Provate a fissare negli occhi Frank Underwood senza sentire uno strano brivido…