Amicizia o innamoramento?
Ci scrive una nostra lettrice:
Da quasi un anno sono fidanzata con un ragazzo di 25 anni stupendo, dolce, attento, premuroso. Ho molti amici, soprattutto maschi, e tra questi spicca un giovane diciottenne. Lo conosco da almeno dieci anni, siamo molto simili caratterialmente: entrambi estroversi, ambiziosi, simpatici, concreti, forti. La nostra è stata sempre un’amicizia fantastica che in molti invidiavano. Fino a qualche tempo fa. Lui è cresciuto e il nostro rapporto è cambiato: ci sono stati forti avvicinamenti e anche un bacio. Me ne sono pentita perché sono fidanzata ed ero convinta di essere innamorata del mio ragazzo. Almeno fino alla settimana scorsa quando c’è stato un nuovo avvicinamento. Il suo migliore amico mi ha detto che lui ha confessato il suo interesse per me ma che l’età -5 anni di differenza- è un problema troppo grande. Ho concordato su tutta la linea. Ma il punto è: quando sono con il mio ragazzo non penso a lui. Quando sono con il diciottenne non penso al mio ragazzo. Non so come uscirne, come risolvere la cosa. Come devo comportarmi?
L’amicizia, la complicità e l’empatia sono elementi importanti per strutturare un rapporto solido e significativo. Di qualsiasi tipo esso sia. In amore la situazione non cambia, nel senso che le stesse componenti risultano essere un valore aggiunto alla relazione. Ma spesso si confonde tra amicizia profonda e affetto con qualcosa di più significativo. E la domanda più diretta che sorge è: amicizia o interesse reale?
L’amore è passione, desiderio, attrazione, condivisione di valori, interesse reciproco a stare bene, a condividere, a crescere. Superata la fase iniziale dell’innamoramento, il sentimento si evolve. Stare con l’altro diviene una scelta poiché le sue peculiarità fisiche, caratteriali e i suoi difetti piacciono così come sono. Alcuni aspetti diventano abitudini, spesso irrinunciabili, e il rapporto si stabilizza. Ma si può essere distratti da qualcosa, da qualcuno.. per cui sorgono i dubbi. ‘E se non fossi realmente innamorata’?
Nell’arco del tempo che si condivide con il proprio partner si cresce, spesso si ha necessità di nuovi stimoli, di cambiare qualcosa o di scoprire nuove parti di sé, allora il rapporto può entrare in crisi. Si può tradire, discutere, fantasticare, distrarsi e dinanzi a tutto questo spesso si è portati a chiudere il rapporto mettendo in discussione ciò che fino a quel momento si è costruito. Ma qualche volta è bene riflettere su quanto una semplice svista possa rappresentare un vero e proprio ‘fuoco di paglia’. È facile, in questi frangenti, confondere l’amicizia con l’amore o con l’attrazione poiché la scoperta di nuove sensazioni portano a riflettere su quanto si vive.
La differenza consiste in qualche indicazione specifica:
– Se si è contenti che l’amico/a’ speciale abbia un interesse allora si può parlare di semplice amicizia, un fastidio comporta inevitabilmente un interesse;
– Se si è a proprio agio in compagnia dell’altro, ci si comporta con naturalezza e soprattutto manca nella fase iniziale della conoscenza un po’ di nervosismo o impaccio (ciò che si prova invece quando si è presi dal rapporto), allora si può parlare di amicizia;
– Può passare anche qualche giorno senza sentirsi o senza preoccuparsi troppo della mancanza dell’altro. Questo è decisamente diverso in un rapporto che esula dall’amicizia;
– In amicizia, inoltre è facile accettare l’altro per come è senza necessità di cambiarlo. Il fastidio, l’imbarazzo o la tensione quando si è in compagnia dell’altro sono invece legate ad un reale interesse e ad un probabile innamoramento.
Per cui, è bene riflettere sulla funzione che tali situazioni comportano e valutare se sia giusto o meno rinunciare ad un rapporto duraturo e stabile, soprattutto quando ci si trova in un momento di stallo, o considerarlo come un semplice momento di crescita e di evoluzione dell’individuo all’interno della coppia.