Chiacchierare, spettegolare, scherzare con i colleghi potrebbe sembrare per molti una semplice distrazione per superare la dura giornata lavorativa, in realtà è stato dimostrato che crearsi delle amicizie in ufficio può avere un enorme impatto sulla vita dell’impiegato e della stessa società.
La ricerca ha infatti scoperto una forte connessione tra produttività e socializzazione sul posto di lavoro, quest’ultima renderebbe infatti gli impiegati molto più attivi e attaccati all’azienda rispetto a chi vive in solitaria la vita da ufficio.
Secondo Christine M. Riordan, docente presso l’Università del Kentucky, il cameratismo è l’ingrediente chiave per la felicità dell’impiegato, sia per le donne che per gli uomini. Lo studio condotto da Riordan, pubblicato sul Journal of Business Psychology negli anni ’90, ha rivelato come la pura occasione di fare amicizie aumenti la soddisfazione dei dipendenti e l’efficacia organizzativa.
Riprendendo il discorso in un recente articolo sull’Harvard Business Review, la Riordan ha spiegato che esistono un’infinità di prove sul fatto che le amicizie in ufficio possano agire come antidoto all’insoddisfazione e al disimpegno dell’impiegato.
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Ella stessa spiega:
“Il cameratismo è molto più che divertirsi… Si tratta di creare un senso e uno scopo comune. Gli studi hanno dimostrato che i soldati formano forti legami durante le missioni, in parte perché credono nel fine ultimo della missione, contano l’uno sull’altro, e condividono il bene e il male come una squadra. In breve, il cameratismo promuove una lealtà di gruppo che si traduce in un impegno comune per la disciplina e nei confronti del lavoro”.
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I dipendenti che godono di questa sorta di cameratismo avrebbero dunque maggiori probabilità non solo di mantenere il loro impiego, ma anche di sentirsi fedeli alla propria società. Inoltre la Riordan fa riferimento anche ad una relazione del 2012 pubblicata su Gallup che spiega che il 50% dei dipendenti con un amico all’interno dell’azienda sente di avere un forte intesa con l’impresa, rispetto ad appena il 10% di coloro che sono privi di legami.
Eppure molta gente tende ancora a delimitare i confini tra lavoro e vita privata, vedendo l’amicizia come un sentimento limitato al tempo libero, o comunque da vivere lontano dalle scrivanie.
In generale bisogna dire che per i lavoratori di entrambi i sessi la costruzione di relazioni sociali rimane un aspetto importante che tiene lontano stress ed esaurimento. Secondo il rapporto dello State of Friendship del 2013 più di un adulto su tre ha incontrato almeno uno dei suoi più cari amici sul posto di lavoro. Questo fattore risulterebbe essere buono sia ai fini degli obiettivi aziendali che per la felicità del dipendente il quale accuserebbe molto meno la vita d’ufficio.