«A volte, ripensando al passato, siamo convinte di non aver colto delle occasioni. Ma quei ricordi nostalgici possono trasformarsi in una gabbia che ci allontana dal tempo presente»
Queste due foto risalgono a 50 anni fa.
Lei è l’attrice della Nouvelle Vague Macha Méril, lui il musicista Michel Legrand. Avevano 22 e 30 anni quando si sono innamorati e poi persi di vista.Si sono reincontrati e sposati il 18 settembre a Parigi.
Secondo uno studio inglese, una persona su cinque in età adulta sogna di ritrovare un amore di gioventù. Proprio come è successo a Macha e Michel
Anche Giorgio e Kathryn si conoscono a una festa. Lei, americana, è in Italia per studiare, ma dopo 4 mesi di idillio deve tornare negli Usa: «Eravamo due studenti squattrinati, senza la possibilità di rivedersi » racconta Kathryn. «Ci siamo scritti per due anni. Conservo ancora tutte le lettere. Poi lui si è sposato, ha avuto due figli, e io ho fatto la mia strada. Il 3 ottobre 2010 squilla il telefono. Una voce dice: “Pronto, sono Giorgio da Pavia”».
«Per 43 anni avevo sempre pensato a lei » dice Giorgio. «Così un giorno ho digitato nome, cognome e città su Google e ho trovato il suo numero. Avevo tanta voglia di sapere com’era stata la sua vita».
Ripescare un grande amore dal cassetto è una favola che ci piace ascoltare. E vivere. «Perché ci dà la sensazione di recuperare un pezzo di noi stessi che credevamo di aver perso per sempre » spiega Annalisa De Santis, terapeuta familiare e di coppia. «E ci permette di attenuare una grande paura che ci affligge, cioè che nella vita una scelta escluda l’altra. Ovvero che ciò che avevamo deciso di lasciar andare sia andato perduto per sempre».
Spesso a volgere lo sguardo verso il passato sono persone di sessanta, settant’anni che si sentono improvvisamente sole e avvertono l’esigenza di fare un bilancio in seguito a un dolore o a una perdita: «Ritrovarsi vuol dire che, nella trama sfilacciata della propria esistenza, l’altro ha lasciato una traccia. Allora quella relazione diventa un filo rosso che attraversa gli anni e restituisce unità, coerenza e senso» continua De Santis.
Ma com’è ritrovarsi dopo tanto tempo ? «Può andare a finire in due modi: come L’amore ai tempi del colera, o come Via col vento. In sostanza, o bene o male » spiega De Santis. Tutte le coppie si trovano di fronte a queste due possibilità. Per certi versi sono incontri che funzionano allo stesso modo di ogni altra relazione: bisogna fare i conti con un aspetto ideale che si misura con la realtà».
Ovviamente, quando un legame è stato mitizzato, la possibile delusione è davvero dietro l’angolo: ci si dovrà confrontare con abitudini sedimentate, con le rughe che segnano il viso, pezzi di identità che la vita nel frattempo avrà costruito e trasformato. «Molto dipende da quanto profondo era il rapporto» sottolinea Maria Claudia Biscione, sessuologa e psicoterapeuta. «Se è stato vissuto appieno, il rischio di idealizzazione è molto contenuto. Diversa è la storia interrotta all’apice del grande amore: in quel caso si rischia di rimanere ancorati al momento migliore, quello in cui tutto era possibile, senza fare i conti con la persona nella sua interezza».
Recuperare un’emozione nel passato è meno faticoso che ricostruirla da zero. «Ci si espone in modo minore alla frustrazione di un possibile fallimento, perché con uno sconosciuto il rischio di essere rifiutati è molto più alto. Il fatto di avere un ricordo condiviso funziona da motore. Si riprende, già confezionato, un pacchetto positivo che si è vissuto e che è rimasto nella nostra mente» sottolinea la Biscione.
Consigli? «Ritarare molto le aspettative. Ripartire soltanto dal dato di curiosità e di positività, smontando il ricordo da film in bianco e nero, e concentrandosi su un’emozione che è nuova e forte.
Le aspettative sono sempre legate a un bisogno : se è leggero, se hai semplicemente voglia di rivedere quel biondo che ti fece battere il cuore fra gli scogli siciliani, è un conto. Se il bisogno è drammatico, problematico, se ti stai avvicinando a quella persona mossa da necessità emotiva o dal desiderio di colmare una lacuna, è tutt’altro».
La storia di Giorgio e Kathryn, per esempio, non sembra rinata sulla base di un bisogno emotivo, ma sulla spinta di un autentico e profondo amore: è un amore leggendario che ha retto l’impatto con la realtà. Lei non è più tanto magra, lui non ha più tanti capelli, ma la tenerezza è rimasta la stessa di cinquant’anni fa. Da tre anni vivono fra gli Stati Uniti e l’Italia, dove lui l’ha chiesta in moglie. Per la seconda volta. «La prima» ricorda Kathryn «fu nel ’68. Mi regalò un anellino d’argento che porto ancora».