Per ogni nostra iniziativa DI COPPIA ci giustifichiamo – Se soltanto buttiamo in piedi un weekend a due, o con amici, bisogna fare ammenda con i parenti da noi stronzamente esclusi. Il principio base è che TUTTO li riguarda.
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Siamo prigioniere in casa nostra – Sono ampiamente finiti i bei tempi in cui, il sabato mattina, potevamo poltrire fino a mezzogiorno in ciabatte e pigiama, senza aver sparecchiato nemmeno la colazione: ora ogni volta che la nostra auto è davanti a casa, una visita inattesa è dietro l’angolo
Comunismo reale Il lifestyle del parentado si basa fondamentalmente su una regola non scritta, ma ferrea: loro sono sempre coinvolti, o almeno dovrebbero esserlo. I nostri figli sono i loro figli. O meglio, sono i nostri quando c’è da pulire culi o trascorrere notti insonni; sono i loro se c’è da portarli in vacanza o decidere quando iniziare a dargli la peperonata.
Una vita sotto copertura – Se disgraziatamente il nostro parco-parenti annovera uno o più elementi pensionati e privi di interessi, ci ritroviamo a compiere in modo automatico atti come nascondere agende e appunti quando sono a casa nostra, per evitare di ritrovarceli anche nella sala d’attesa del ginecologo.
Durante le conversazioni stiamo attentissime a non far trapelare nulla circa nostri impegni, scadenze, e persino i nomi dei nostri amici più stretti: chi può dire fin dove potrebbero arrivare?
L’elefante in salotto – Quando qualcuno ci fa notare che tutto ciò è assurdo, oppure ce ne rendiamo conto noi stesse, non troviamo alcun sostegno da parte del nostro partner che appare completamente allineato con le posizione parentali: siamo noi ad essere esagerate, o, peggio ancora, li odiamo per partito preso: sempre pronte a fraintendere o ingigantire qualunque follia dei parenti.