Buongiorno,


con mio marito dopo 10 anni di matrimonio e un figlio abbiamo deciso di separarci. Quando ci siamo sposati abbiamo intestato la casa ad entrambi, visto che entrambi abbiamo effettivamente contribuito all’acquisto. Adesso mi chiedo cosa succederà? Purtroppo non ci stiamo lasciando bene e sono sicura che farà resistenza all’idea di lasciarla…cosa devo fare?

Livia (nome di fantasia scelto dalla redazione)


Gentilissima Signora,


a prescindere dalla proprietà che è e resterà condivisa, il coniuge che verrà individuato come collocatario privilegiato di vostro figlio avrà diritto all’assegnazione della casa coniugale. Ciò significa che se sarà lei il genitore designato, potrà continuare a vivere presso il medesimo domicilio quantomeno sino all’indipendenza economica del bambino. In assenza di un accordo consensuale, sarà il Giudice che nella prima udienza si pronuncerà in via provvisoria su questioni di prioritaria importanza quale appunto l’assegnazione della casa, la fissazione di un assegno di mantenimento e la regolamentazione del diritto di visita dell’altro genitore

Con tale provvedimento sarà possibile chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, qualora il coniuge tenuto ad allontanarsi faccia resistenza. In tale caso, quest’ultimo rischierà anche una denuncia per il mancato rispetto di un ordine impartito da un Giudice. Molte coppie, per evitare di mantenere un legame economico, decidono di mettere in vendita l’abitazione coniugale dividendosi poi il ricavato: in alternativa uno dei due può sempre rilevare la quota dell’altro ottenendo dei benefici fiscali in sede di rogito.

Circostanza diversa, invece, si verifica quando l’esigenza di allontanare l’altro coniuge sia dovuta a comportamenti violenti posti in essere all’interno del nucleo familiare. In tal caso, ancor prima di avviare la causa di separazione è possibile ricorrere al Tribunale per chiedere l’allontanamento coatto del coniuge abusante che verrà disposto qualora, a seguito di una sommaria cognizione dei fatti, il Giudice dovesse ravvisare la fondatezza di quanto denunciato.