Carciofi alla giudia, il libro di Elisabetta Fiorito sulle unioni interreligiose
“
La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza” sostiene Gregory Bateson, noto antropologo e sociologo britannico, in una sua celebre massima, convinto che
la diversità rappresenti sempre e comunque una risorsa. Tuttavia, quando si parla di unioni fra persone con religioni, abitudini e tradizioni differenti, è necessario fare una riflessione attenta e
valutare bene punti a favore e criticità. Non esattamente ciò che accade a Rosamaria, razionalista e ironica protagonista di
Carciofi alla giudia, un romanzo che strizza l’occhio alla grande commedia italiana, scritto per
Mondadori da
Elisabetta Fiorito, giornalista parlamentare di Radio24.
Carciofi alla giudia, trama
Travolta dall’
amore ritrovato per David, ebreo tripolino di cui era innamorata da ragazza, Rosamaria scopre di essere incinta dopo soli sei mesi di
relazione e molte delle sue convinzioni, solidificate in anni di singletudine, si sciolgono come neve al sole.
I due si rincontrano in età matura e ognuno porta con sé il proprio vissuto, espressione di due mondi e due famiglie di appartenenza diversa, quella dei Fellus con le loro regole e i loro pranzi rigidamente kasher, e quella dei Cecchiarelli, amanti delle fettuccine al ragù e del pollo e peperoni a ferragosto, abituati ad una figlia femminista che stentano a riconoscere se non ad accogliere, da quando ha messo da parte certi aneliti di
libertà per amore.
L’intervista a Elisabetta Fiorito su Carciofi alla giudia
L’idea di questo libro è nata da quello che è successo nella mia vita. A un certo punto ho rincontrato un mio amico di gioventù, di cui ero innamoratissima. Ci siamo rifrequentati, poi fidanzati e poi sposati.
spiega l’autrice
Lui è di religione ebraica e io sono un’agnostica, battezzata cattolica. Per un certo periodo della mia vita sono stata anche buddista e, come dice la protagonista del mio romanzo, ho attraversato un po’ tutte le religioni del mondo finché mi sono ritrovata in questo legame con una persona di religione diversa dalla mia, che osserva delle regole molto difficili da seguire nella vita di tutti i giorni, con cui ho iniziato un viaggio affascinante ma anche complicato.
In una società sempre più multirazziale è in aumento la probabilità di matrimoni tra partner appartenenti a fedi religiose diverse.
I consigli dell’esperto sulle unioni interreligiose
Per approfondire il tema delle unioni interreligiose abbiamo chiesto il parere del Dr. Francesco Marchianò, psicoterapeuta della coppia a indirizzo sistemico relazionale.
Il contesto che circonda la coppia mista interreligiosa è fondamentale. La coppia è molto fragile se non ha intorno supporto e piena accettazione da parte della comunità in cui vive.
Chi è pioniere di un cambiamento della struttura familiare deve mettere in conto difficoltà che possono diventare anche più aspre se non c’è un senso di appartenenza sociale.
Sostiene l’esperto.
La coppia e la famiglia sono in contatto con ciò che gli sta intorno, in un’osmosi continua e vitale, ma a volte anche molto faticosa. Da questa fatica, però, si è visto, ne deriva sempre una nuova crescita e coscienza sociale. Se anche uno solo dei due coniugi avrà difficoltà di integrazione questa situazione porterà certamente tensione nell’ambiente domestico e potrà condizionare e creare difficoltà alle relazioni intrafamiliari
dice il dr. Marchianò. In questo caso la coppia non riuscirà a contrastare un atteggiamento sociale diffidente e non includente. Il rischio è che si possano acuire differenze presenti in casa perché considerate responsabili della difficoltà di integrazione e di gestione delle relazioni sociali. “Vivere in un luogo aperto mentalmente, fatto di persone che entrano in contatto fra loro e vivono con serenità la propria diversa provenienza e cultura, è un elemento fondamentale per la qualità della vita di una coppia mista. Una delle prime cose da considerare sarà quindi vivere in luogo dove la multiculturalità è una realtà consolidata”.
Famiglie d’origine, riti nuovi, festività e tradizioni
Nonostante i veti religiosi, i matrimoni misti, spesso celebrati con
rito civile, sono una realtà della nostra società e tendono anche ad aumentare. Nella coppia tradizionale ognuno porta un bagaglio di valori e credenze che appartengono alle famiglie di origine e a volte ci si scopre
coerenti proprio con le idee dei genitori che si contrastavano fortemente durante l’adolescenza.
“Pare che sia necessario qualche anno prima che la coppia riesca a trovare le proprie regole e abitudini condivise da entrambi i coniugi! Questo spesso riguarda l’educazione dei figli. Immaginiamo quanto può essere più complicato se nella stessa casa convivono religioni diverse, valori provenienti dalle rispettive culture di appartenenza.”
Prosegue il dr. Marchianò:
Pensiamo alle festività religiose, ad esempio, è determinante che il coniuge che non aderisce a quella religione riconosca tale ricorrenza come un momento di festa per tutti i membri della famiglia, la sua partecipazione, anche se da “uditore” sarà importante per tutta la famiglia
In questo caso il vantaggio consiste nel festeggiare anche più volte di altre famiglie, le festività valgono tutte senza alcuna differenze. “Questo non vuol dire emanciparsi dalla cultura di origine” conclude il dr. Marchianò “la scoperta può essere anche condividere cose che appartengono all’altra metà della coppia. Abiti, abitudini alimentari, religioni diverse trovano il loro punto di unione proprio nelle piccole cose della vita quotidiana e nel dialogo”. Ascoltare e dare valore al pensiero dell’altro sarà una risorsa fondamentale e necessaria. La rigidità l’imposizione dei propri valori e credenze non può che creare fratture profonde e pensieri di fallimento.