Scriviamo una lettera colma di razionalità e buon senso, in cui chiariamo che è stato fatto ogni possibile sforzo per salvare il rapporto; la separazione è stata una decisione molto difficile ed estrema, ma purtroppo è l’unica soluzione possibile. Spieghiamo altresì che sono stati già presi accordi precisi e consensuali circa l’affidamento e i diritti di visita dei bambini.
IL CIBO SACRO DELLA SUOCERA
Dopodichè, congratuliamoci con noi stesse e buttiamo la lettera nel fuoco, tanto non la leggerà mai nessuno.
Assicuriamoci che ogni copia della lettera sia stata distrutta, di modo che i nostri suoceri non possano fotocopiarla e distribuirla a tutti i loro parenti per farsi quattro risate in compagnia. Prendiamo un appuntamento con i nostri genitori per comunicare loro la notizia di persona.
Teniamo i nervi saldi e, scandendo bene le sillabe, annunciamo: “CI SEPARIAMO”. Dopodichè, mentre la nostra prozia 80enne domanda a nostra madre “Separiamo da cosa?” scappiamo dalla porta sul retro dove ci aspetta una bici di backup (è risaputo che in queste situazioni la macchina non parte, mai). Insomma, solo per dare loro il tempo di sbollire. Dopo due o tre mesi possiamo benissimo reimpatriare.
Evitiamo di dare dettagli sordidi della situazione: ci penseranno i nostri ex suoceri a inventarli opportunamente al posto nostro.
Non aspettiamoci reazioni di totale solidarietà dai nostri consanguinei: dobbiamo essere preparati anche a scoppi di pianto e rigurgiti di indignazione. Se invece sono tutti felici e sollevati, facciamoci delle serie domande sulla nostra capacità di giudizio.
Anche se abbiamo fatto tutto per benino, non aspettiamoci reazioni diverse da insulti e minacce di morte da parte dell’altra metà della barricata, ovvero i parenti acquisiti. Ossì, lo sappiamo che sarà dura. Ma quando mai la consapevolezza è servita a qualcosa?