Vale sempre la pena riprovarci, ma non ostinarsi a riprovare. In quest’affermazione è sintetizzata la risposta alla domanda del titolo, proviamo adesso a capire perché è utile riprovarci senza però ostinarsi. Partirei per l’analisi da questo brano del sociologo Baumann, tratto dal libro “L’amore liquido”:
TERAPIA DI COPPIA: I DIVERSI APPROCCI PER SUPERARE LA CRISI
“Fino a quando le relazioni sono viste come investimenti redditizi, come garanzie di sicurezza a soluzioni ai tuoi problemi, non c’è via di scampo: testa perdi, croce vince l’altro. La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto sembra fare la relazione sentimentale. In una relazione, puoi sentirti altrettanto insicuro di quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia…
Una volta insinuato il tarlo dell’insicurezza, la navigazione non è mai sicura, ragionata e tranquilla. Senza timone, la fragile zattera della relazione ondeggia tra due nefasti scogli su cui tanti rapporti si infrangono: sottomissione totale e potere totale, accettazione supina e prevaricazione arrogante, rinuncia alla propria autonomia e distruzione dell’autonomia del partner. L’infrangersi contro uno qualsiasi di questi due scogli farebbe affondare finanche una nave in perfette condizioni e con un equipaggio esperto – figuriamoci una zattera con a bordo un marinaio inesperto che, cresciuto nell’epoca dei pezzi di ricambio, non ha mai imparato l’arte della riparazione. Nessuno dei marinai di oggi perderebbe tempo a riparare la parte danneggiata, ma la sostituirebbe con un'altra identica. Sulla zattera delle relazioni, tuttavia, non si sono ricambi disponibili.”
Appunto come afferma Baumann serve un’arte della riparazione che oggi manca nelle relazioni e l’arte della riparazione consiste anche nel riprovarci.
Vale la pena riprovarci:
• almeno una volta;
• Se si è in due a volerlo;
• Quando il sentimento non si è spento del tutto.