1/4 – Introduzione
L’erede legittimo è colui che erediterà uno o più beni materiali di un membro della famiglia dopo la sua morte. Questo è generalmente un erede lineare defunto: i figli sono i primi eredi legittimi. Tuttavia, se il defunto non ha nessun figlio o se questo è già morto, il nipote subentra come erede legittimo. Una volta che gli eredi in lineari sono esauriti, l’erede legittimo diventa il parente più vicino del defunto. Un erede legittimo non può essere escluso da tale beneficio a meno che non sia specificamente diseredato attraverso il testamento del defunto. Il termine erede è usato anche per indicare il successore evidente di un titolo onorario. Ma ora vediamo come diseredare un erede legittimo.
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Esistono dei casi in cui la legge prevede l’esclusione dalla successione di un erede, in quanto indegno. Si può ritenere escluso dalla successione come indegno colui che:
1) ha commesso particolari reati (quali l’omicidio volontario o tentato omicidio) contro la persona defunta, o il coniuge, o un discendente o ascendente della medesima;
2) chi ha commesso il reato di calunnia o falsa testimonianza nei confronti del testatore;
3) chi ha soppresso, celato o alterato il testamento;
4) chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientificamente uso;
5) chi ha indotto il defunto, con dolo o violenza, a far revocare, mutare o impedire il testamento.
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Quando non ricorrono le cause legali di indegnità, è sempre possibile punire chi diventerà erede per legge: è sufficiente scrivere nel testamento di volerlo escludere dalla successione. In questo caso, l’erede non potrà ereditare nulla: in tal caso si parla di diseredazione in senso stretto dell’erede legittimo.
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La diseredazione rappresenta il modo più efficace per escludere un erede dal proprio testamento. A tal fine, non è necessario l’uso di particolare formule. Basterà, per esempio, scrivere nel testamento olografo: “Intendo escludere dal testamento / intendo diseredare mio fratello Sempronio”. La Corte di Cassazione ha riterrà valida la diseredazione scritta in tal modo. In conclusione, è utile riportare le due massime inerenti alla citata sentenza:
1) “è valida la clausola del testamento con la quale il testatore manifesti la propria volontà di escludere dalla propria successione alcuni dei suscettibili”;
2) “la clausola di diseredazione integra un atto dispositivo delle sostanze del testatore, costituendo espressione di un regolamento di rapporti patrimoniali, che può includersi nel contenuto tipico del testamento.