Qual è il momento giusto per parlare di stipendio con il partner? Sicuramente non al primo incontro, né nei primissimi tempi. Un’indagine, infatti, conferma come il denaro sia ancora un tema tabù da affrontare in coppia, tanto che nella maggior parte dei casi si “rivela” quanto si guadagna solo se si ha intenzione di convivere o sposarsi.

Mai parlare di soldi al primo appuntamento

Da un’indagine condotta da Indeed, portale specializzato in ricerca e offerta di lavoro, è emerso che parlare di denaro non è una consuetudine tra le coppie italiane, almeno fino a che il rapporto non è stabile. Il che significa, in genere, aspettare fino al momento in cui si decide di convivere o persino di sposarsi. Lo conferma il 37% degli intervistati, che aspetta mesi di rivelare, per esempio, quanto guadagna. «Come per tanti altri aspetti della vita di coppia anche quello finanziario è molto personale, non c’è un momento giusto per tutti ma l’importante è trovarsi allineati per non renderlo un problema», Gianluca Bonacchi, Senior Talent Strategy Advisor di Indeed.

Lo stipendio non si rivela (neppure al partner)

Solo 4 persone su 100, infatti, discute di guadagni con il proprio “lui” o la propria “lei”, rimandando questo argomento a quando «si inizia a fare sul serio»: il 28%, infatti, dichiara di parlarne a partire da 1 anno di frequentazione in su, mentre il 22% confida a quanto ammontano le proprie entrate solo in concomitanza con l’inizio della convivenza, matrimonio o dell’acquisto di una casa insieme.

I soldi tra le cause di rottura

«Il denaro in generale e la gestione del budget di coppia sono tra le prime due cause di rottura, insieme a eventuali problemi sessuali. Questo dimostra come il tema sia delicato. Non a caso sono sempre meno quelli che cointestano il conto corrente, anche come effetto di una serie di sentenze in tema di separazioni e divorzio, a partire dagli anni ’80. Oggi c’è maggiore cautela e desiderio di proteggere una sfera personale nella quale rientrano anche i propri guadagni», osserva Alessandra Iamundo De Cumis, psicanalista già consulente psicosomatica per Humanitas Medical Care e Humanitas Gavazzeni di Bergamo, esperta di tematiche di lavoro e coppia.

Parlare di soldi e la privacy

«Sia gli uomini che le donne hanno iniziato da tempo a proteggersi di più da un punto di vista economico, in caso di fine di una relazione. Entrambi possono avere un proprio conto che amministrano autonomamente, così come custodiscono maggiormente la posta, che si evita di ricevere a casa ma si preferisce che sia recapitata elettronicamente, in modo da averne un accesso individuale e privato – spiega l’esperta – Nel tempo si è diventati più riservati rispetto a quando era normale avere un unico conto condiviso per le progettualità comuni».

I guadagni sono “personali”

Tra i motivi che portano a prendere tempo, prima di affrontare una questione sentita come “personale”, c’è anche un fattore sociale: «Siamo influenzati dal contesto lavorativo: molte aziende storicamente, oltre a evitare qualsiasi forma di trasparenza sugli stipendi, hanno anche provato a limitare conversazioni tra dipendenti sul tema», osserva Bonacchi, a riprova di quanto il tema sia un tabù anche in ufficio». Questo – aggiunge – ci porta a considerare questa informazione come privata e ad essere più restii alla condivisione, anche nella coppia».

Parlare di soldi è ancora un tabù?

A quanto pare, insomma, il denaro è ancora un tabù tra le coppie. Se si tratta di stipendio, poi, il 60% afferma di non avere problemi a parlarne, ma la percentuale scende al 51% se si tratta di chiedere esplicitamente alla propria dolce metà quanto guadagna. A mettere in imbarazzo spesso è il timore di dover ammettere di avere una retribuzione significativamente differente rispetto al partner. Ma che differenze ci sono tra uomini e donne?

Uomini e donne a confronto

In genere sembrerebbe che siano le donne ad avere più timore nel parlare di denaro, anche a causa del gender gap: «Dalle varie ricerche condotte sul tema negli anni e anche dalla nostra esperienza quotidiana è emerso che le donne si dimostrano meno assertive degli uomini nel negoziare il proprio stipendio. Le ragioni di questa reticenza sono molteplici, tra cui la mancanza di fiducia in sé stesse, la scarsa conoscenza dei salari medi per ruoli analoghi e la paura di conseguenze negative. Inoltre, la percezione di dover lavorare più duramente degli uomini per raggiungere il successo professionale e la presenza di pregiudizi inconsci e sessismo creano ulteriori ostacoli», spiega Bonacchi.

Quanto contano gli equilibri uomo-donna quando si parla di soldi

Perché il denaro non crei problemi, però, occorre equilibrio all’interno della coppia, anche in altri ambiti: «Intanto a pesare è sicuramente il vissuto di ciascuno: se nella famiglia di origine c’era condivisione, si è più propensi a replicare questo tipo di modello che prevede trasparenza – osserva Iamundo De Cumis – Se i propri genitori, invece, si sono separati e il denaro è stato tra i motivi del contendere è chiaro che si adotterà maggiore cautela. In generale, comunque, oggi c’è più tendenza a raccontare poco di sé in ambito finanziario, anche perché le coppie durano anche meno».

Le donne che guadagnano sono un problema?

La domanda, però, si pone: le donne che guadagnano di più rispetto al partner rappresentano un problema? Perché in questo caso il mentire sullo stipendio troverebbe un’altra giustificazione. «In realtà oggi ci sono molte coppie nelle quali è lei a portare a casa uno stipendio più alto e questo non è un ostacolo all’interno della relazione. A patto, però, che questo non influisca sui rispettivi ruoli: se la figura femminile diventa “troppo forte”, allora potrebbe anche esserci anche una certa difficoltà di accettazione da parte del partner», osserva la psicoterapeuta.

Il peso degli stereotipi di genere

«Gli stereotipi di genere giocano un ruolo importante e l’aspettativa sociale che nella coppia l’uomo debba portare più reddito in famiglia è difficile da eradicare – prosegue l’esperto – Questo fa sì che in tanti casi, quando la donna guadagna più del suo partner, ci può essere una forma di imbarazzo da ambo le parti. È compito di tutti, aziende e privati, lavorare per un futuro più equo in cui le aspettative non siano influenzate da stereotipi e in cui gli stipendi siano una funzione del ruolo e delle competenze, non certo del genere».

Parlare di soldi: le bugie (economiche) a fin di bene

Di sicuro la riservatezza sulle proprie entrate e disponibilità finanziarie non risparmia neppure i familiari: il 13% degli intervistati ha riferito di aver detto bugie, sia millantando entrate maggiori (7%), sia inferiori (6%). In questo caso il motivo ha a che fare con il bisogno di garantirsi una certa privacy (44%) o per evitare di essere giudicati (29%) o di sentirsi in imbarazzo (24%). Si tratta comunque di comportamenti che non risparmia né i parenti (17%), né gli amici stretti (20%) , né i colleghi (22%).