Si sa, all’interno di una relazione i motivi che fanno inciampare in una discussione possono essere diversi: dalle differenze caratteriali tra i partner a problemi esterni alla coppia, come quelli familiari, lavorativi, sociali ed economici.
E sì, le difficoltà, più o meno grandi, esistono per tutte le coppie: il saperle affrontarle caratterizzerà però il buon funzionamento di una relazione.
Litigare quindi è qualcosa di fisiologico: permette di rivedere le regole della coppia, di modificarle o, perché no, addirittura stabilirne di nuove. Serve perciò all’evoluzione della coppia stessa.
Quando il litigio diventa un problema
Non sempre il litigio si rivela salutare. Questo perchè litigare troppo logora il rapporto, ma anche farlo troppo poco rivela troppa accondiscendenza da parte di uno dei due: è bene quindi trovare una via di mezzo che mantenga l’equilibrio nella coppia.
Se si litiga male, i partner rischiano di allontanarsi o, peggio, entrare in una eccessiva collisione.
Il litigio è un’occasione utilissima di crescita, ma per esserlo davvero bisogna che sia costruttivo.
È necessario tenere sempre a mente tre parole chiave: rispetto, ascolto e empatia.
La discussione infatti dovrebbe avere come obiettivo la voglia di migliorare per poter stare bene insieme, permettendo di aprire un dialogo tra i partner per ridurre le distanze e trovare un punto in comune, una soluzione al problema creatosi che sia accettabile da entrambi/e.
Ma per litigare bene, bisogna anche saper comunicare bene!
Come dovrebbe essere una buona comunicazione?
Intanto partiamo dal verbo: “comunicare” deriva dal latino communico, cioè mettere in comune: il che significa parlare, confrontarsi, esprimere vicendevolmente le proprie idee e opinioni e ascoltare quelle dell’altro/a altri senza preconcetti.
La funzione principale della comunicazione è infatti relazionale, poichè attraverso essa si può definire la natura della relazione tra i partecipanti.
Ecco perché se parliamo di relazione di coppia si può comprendere come la comunicazione possa stabilirne l’andamento e, probabilmente, anche il futuro.
Come riuscire a comunicare in modo efficace in coppia
- ridefinire ciclicamente e costantemente le proprie idee ed aspettative nei confronti di se stessi, del partner e della coppia: quello che valeva quando ci si è incontrati, cambierà con il passare del tempo e a seguito delle esperienze vissute
- chiarire le regole ed i ruoli all’interno della coppia: non date nulla per scontato, per non ricevere sorprese inaspettate
- avere rispetto delle posizioni altrui, anche se non le si comprende
- provare a mettersi nei panni dell’altro/a: un nuovo punto di vista non è per forza negativo
- chiarire a sé e all’altro/a i propri bisogni ed esigenze: questo prevede prima un lavoro su se stessi, perché se non sappiamo noi per primi cosa desideriamo, sarà difficile per il/la partner capirlo
- curare gli aspetti emotivi della coppia, che rappresentano le fondamenta della comunicazione al suo interno.
Se nella coppia vengono a mancare questi elementi basilari, la capacità di affrontare e risolvere le difficoltà che si incontrano nel cammino a due verrà sicuramente minata.
Quali sono le “regole” del litigio perfetto?
Stabilite le fondamenta di una buona comunicazione, esiste quindi un metodo per il litigio perfetto?
Lo sappiamo, la perfezione non esiste, però si possono adottare delle strategie per rendere il litigio davvero efficace alla trasformazione (in meglio) della coppia:
- evitate i lunghi silenzi e i bronci: per comprendersi l’un l’altro è necessario comunicare, anche se risulta difficile, faticoso e a volte doloroso
- non utilizzate giri di parole per spiegare al/alla partner le vostre ragioni: essere diretti paga sempre, perché non si rischiano fraintendimenti e incomprensioni
- mettetevi nei panni dell’altro/a, ascoltate rispettando i turni, senza interrompere ma cercando di concentrarvi su ciò che l’altro/a vuole trasmettervi e non su cosa voi vorreste replicare
- provate ad adottare una prospettiva diversa per vedere il problema che avete di fronte, accettando che l’altro/a possa avere un punto di vista differente dal vostro
- non date per scontato che il/la partner abbia capito come mai vi siete arrabbiati: anche se sarebbe bellissimo, ahimè non vi legge nel pensiero! Non è forse meglio condividere e spiegare i nostri pensieri invece che sperare che l’altro/a intenda da solo, con il rischio che non capisca e si provi di conseguenza rabbia, frustrazione o delusione?
- non rinfacciate cose inerenti al passato, mettereste l’altro/a nella condizione di difesa: è importante che rimaniate nel presente e risolviate il problema attuale senza ripescare fantasmi (che semmai affronterete in un secondo momento)
- ricordatevi che non è una lotta né una gara: se perdete, perdete entrambi/e, quindi meglio vincere assieme perché l’obiettivo è il medesimo
- evitate offese, insulti, aggressività, non farebbero che allontanarvi
- fate capire al/alla partner cosa vi ha ferito, perché possa avvicinarsi emotivamente a voi
- meglio evitare anche il sarcasmo: sentire che l’altro/a ridicolizza i nostri sentimenti sicuramente non aiuta a risolvere il conflitto
- non vale neppure minimizzare: se per voi il motivo del litigio ha poco valore, non significa che per il/la partner invece non sia importante: ricordatevi che non siete uguali, ma percepite e vivete le situazioni in maniera personale
- siate empatici: provate a capire come si sente l’altro/a
- non invalidate le obiezioni del/della partner: ciò che dice e che prova ha la propria ragione di essere e non sarà la vostra opinione contraria ad annullarla
- se avete delle colpe nel litigio, non evitate (o negate) la vostra responsabilità: ammettere di avere torto o di aver sbagliato non vi farà perdere punti. Ricordatevi che non è una gara!
- se siete stanchi o troppo arrabbiati, chiedete una pausa: riprenderete la discussione ad animi più sereni, ma non usatela come scusa per scappare
- datevi il tempo di elaborare la situazione, le ragioni dell’altro/a e le vostre, ascoltate come vi sentite.
Usare l'”IO” e non il “TU”
Ma il punto su cui dovete allenarvi di più in un litigio è questo: usare l’“IO” e non il “TU”.
Che significa?
Significa che dovete imparare a spiegare la situazione in prima persona, smettendo di giudicare, colpevolizzare e dare consigli al/alla partner.
Ricordatevi che il litigio non è una gara per sancire chi abbia torto né un mezzo per puntare il dito verso chi abbia sbagliato.
Per non far sentire l’altro/a attaccato, è importante che spieghiate come voi state vivendo quella particolare situazione, cosa pensate voi e cosa fareste voi e perché il comportamento del/della partner vi ha ferito o vi ha deluso.
Dovrete muovere la critica verso il comportamento che vi ha infastidito e non verso la persona che lo ha agito. Essere in disaccordo in un rapporto è assolutamente naturale, come sentirsi dispiaciuti o delusi da un comportamento del partner: parlarne, confrontarsi e ascoltarsi è l’unico modo per comprendersi e trovare una soluzione.
Questo vi permetterà di evolvere la vostra relazione, portarla ad un gradino successivo, che è quello del cambiamento.
Le discussioni vi aiuteranno infatti a conoscervi meglio, a comprendere più a fondo il/la partner, ad accorgervi di nuovi lati del vostro carattere e a sviluppare le vostre risorse, non solo come singoli, ma anche come compagni/e di vita.
Ricordatevi che non è mai troppo tardi per trasformare (e migliorare) una relazione!
Psicologa iscritta all’Albo, appassionata di relazioni, benessere e sessualità, motivi che l’hanno spinta a diventare Sessuologa, Consulente di coppia e Esperta in Educazione Sessuale. Professioni che svolge a Dolo, provincia veneziana dove si è appena trasferita, dopo una vita vissuta a Verona.
Ama viaggiare e lo fa anche per lavoro, organizzando corsi di educazione sessuale sparsi per l’Italia.
Proprio dell’educazione sessuale ha fatto una missione, che porta avanti attraverso la divulgazione sui social e la recente pubblicazione della sua prima guida rivolta ai genitori “Vorrei spiegare il sesso ai miei figli” sulla piattaforma Discorsi Online.