1/4 – Introduzione
Il primo appuntamento non si scorda mai: ansia, sudori freddi, buco allo stomaco, aspettative… Abbiamo fantasticato per ore su questo momento, immaginando noi stessi come le persone più brillanti e disinvolte del mondo. Adesso che è arrivato, però… Non sappiamo neanche come salutarsi. Il segreto in realtà è semplice, è sta proprio nell’inizio, cioè quando ci si incontra e ci si saluta perché è proprio nel primo approccio che si gettano le basi per una buona relazione, in modo da farla partire con il piede giusto.
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Il primo sguardo è sicuramente il momento più delicato. Se, infatti, accoglieremo la persona che stimo aspettando con uno sguardo un po’ distaccato o pensieroso, daremo l’impressione di essere preoccupati o addirittura infastiditi. Al contrario, se il nostro sguardo sprigiona ironia o allegria forzata, la persona davanti a noi penserà che c’è qualcosa di ridicolo nel suo aspetto fisico o nel suo abbigliamento e si sentirà automaticamente in soggezione e non a proprio agio. Meglio allora optare per uno sguardo neutro, aperto e solare, che farà capire a chi abbiamo davanti che le nostre intenzioni sono cordiali e propositive.
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Al momento del saluto invece il consiglio principale è quello di non strafare con l’enfasi o con la gestualità, adottando una giusta via di mezzo tra il saluto formale e la pacca sulla spalla.
La cosa migliore è non eccedere con i saluti amichevoli ma neanche esagerare con le distanze. Una frase tipo: “Ciao come stai, tutto bene?”, corredata da due baci sulla guancia è un modo di salutare informale ma neanche troppo invadente e mette d’accordo sia i timidoni che le persone espansive. Dopo questo primo inizio l’importante è cercare di rimanere il più naturali possibili e non soffocare il nostro modo di essere per paura di sbagliare. Dobbiamo quindi trovare il giusto compromesso tra come siamo noi e chi ci sta di fronte. Se per esempio siamo molto espansivi ma abbiamo a che fare con un soggetto riservato, è meglio evitare abbracci precoci e una distanza troppo ravvicinata, per non invadere la sua sfera personale, anche sapendo che molte persone odiano i contatti troppo ravvicinati da parte di persone che conoscono poco. Se però, al contrario, siamo timidi cerchiamo di non abbassare lo sguardo perché trasmetteremmo un’immagine insicura di noi stessi. In questo caso è inoltre indispensabile fare di tutto per non trasformare il nostro già stentato sorriso in un ghigno immobile di imbarazzo che ci bloccherebbe ancora di più. Dopo il primo saluto quindi potete iniziare a parlare scusandovi se siete in ritardo (inventate una scusa plausibile, dando la colpa all’autobus in ritardo); se siete in anticipo fate lo stesso (potete dire che eravate già in zona per una commissione): questo aiuterà a sciogliere il ghiaccio.
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Una volta che ci si è salutati potrebbe verificarsi un momento di imbarazzo ed è quindi necessario fare di tutto per ovviare a questo inconveniente. In questo momento le armi segrete sono perciò spirito di iniziativa e fantasia.