Come stare vicino a chi si ama nei momenti difficili
Che l'amore a volte faccia soffrire lo sappiamo praticamente da sempre. Ma a volte capita di doversi chiedere se un sentimento così forte sia in grado di salvare qualcuno – come nel caso di rapporti con partner fortemente problematici – o di farci restare al fianco di una persona che sta passando un momento molto difficile della sua vita. Può capitare infatti che il compagno che abbiamo scelto stia attraversi un grave problema economico, o di salute, o subisca una perdita molto importante. Insomma, quella che viene definita la cattiva sorte, quella fase che, soprattutto chi si lega col matrimonio, sceglie di accettare come ipotesi della vita insieme. Ma l'amore può bastare davvero davanti a situazioni così difficili?
Il fatto che una coppia superi un periodo di gravi difficoltà di uno dei partner dipende da una serie di fattori, spinte e sentimenti che sono alla base del legame.
Il primo fra tutti, banale ma vero, è proprio l'amore che si prova nei confronti di chi abbiamo vicino. Quando si ama veramente una persona, la generosità, la comprensione, la disponibilità e l'affetto dovrebbero essere più forti proprio nei momenti di sconforto e dolore dell'altro. Quando non si tratta direttamente di una crisi di coppia, il partner che ne é colpito solo di riflesso può mantenere poi un margine di stabilità.
Questo non vuol dire tuttavia che il compagno di una persona che sta affrontando dei problemi gravi debba immolarsi. L'amore non è un medicina nè una cura. Nè chi lo dona, nè chi lo riceve, può pretenderlo. Anche la donna con la più spiccata e tipica sindrome della crocerossina deve accettare che la sua dedizione non basterà a risollevare da sola situazioni tanto pesanti. E che bisogna lasciare a noi e all'altro il tempo di "incassare" il colpo, reagire, rielaborare le emozioni e i vuoti e vivere una vita necessariamente diversa da prima.
Il delicato equilibrio dello stare insieme dipende infatti anche dalla somma delle reazioni e della stabilità di entrambi. Ci sono coppie che per esempio dopo la perdita di un figlio o di un lavoro non riescono più a ritrovarsi. Questo succede se l'evento segna in modo irreversibile uno dei due (che magari sviluppa un senso di colpa insuperabile verso sè stesso o colpevolizza troppo l'altro o cade in depressione o riduce drasticamente affettività e comunicazione).
E tutto l'amore del mondo non può nulla davanti a qualcuno che vede solo le difficoltà. Una coppia in fondo nasce dall'incontro di due mondi, mescolati ma distinti, in un progetto comune. Se uno di questi viene annientato, l'altro non può andare avanti da solo e la relazione cede.
Ma cosa succede quando invece a cedere non é la persona colpita dal dramma ma l'altra?
Le scelte che spingono una persona a non restare vicino ad un'altra nel momento nel bisogno sono tante: ci si sente rivestiti di un peso troppo grande, si ha paura o scarsa tolleranza del soffrire, si rivive un dolore ancora troppo fresco, si teme che non si sarà mai più felici, si giudica l'altro e se ne perde la stima. Ma questa reazione può nascondere anche la fragilità del legame. Che si fondava magari su un'aspettativa economica eccessiva, o su un'ideale di benessere e felicità perenne, ovvero sulla buona sorte, che é solo la metà bella dello stare insieme.