L’intimità qualsiasi essa sia, psicologica, emotiva, fisica, relazionale è un bene prezioso da concedere e concedersi a piccole dosi nel tempo.
E’ naturale all’inizio di una nuova relazione ‘donarsi’ intimamente subito e totalmente all’altro. Fa parte della fase dell’innamoramento e passione iniziale ma risponde anche a un contesto sociale in cui il consumare una relazione, sotto tutti i punti di vista, risponde all’imperativo del ‘usa e getta’.
E’ proprio questo il rischio di vivere un’intimità troppo immediata col nuovo compagno. La condivisione dell’intimità dovrebbe andare di pari passo con la conoscenza dell’altro, coll’affidarsi all’altro inteso sia nel senso di affidarsi che di fidarsi. Piccoli passi: in questo si potrebbe riassumere il provare a vivere l’intimità col nuovo compagno.
Un’intimità da far crescere giorno per giorno in una continua ricerca d’equilibrio fra il darsi e il preservare aspetti individuali della propria intimità.
Terminerei con un mio personale aforisma:
“Le cose buone crescono lentamente, solo i tumori crescono in fretta”.
“Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo di amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano ben affiatati, la loro intimità perde sempre più il carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non lo sanno; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine.”
E.Fromm