Innamorarsi in chat
Gli adolescenti provano di tutto, imparano e sperimentano senza nessun genere di limitazioni. Qualsiasi cosa susciti il loro interesse viene testato ed entra a far parte della loro vita con i relativi vantaggi o danni. Mi riferisco alle nuove modalità comunicative attraverso cui è più facile conoscersi.
L’Internet Relay Chat (IRC) ossia il servizio di messaggistica istantanea è divenuto il principale canale di accesso tra i giovani e tra gli utenti di ogni età in tutto il mondo. I servizi maggiormente usati sono MSN Live Messenger, Yahoo! Messenger, Google Talk, Facebook, Skype, Twitter e tanti altri. Per utilizzarli basta semplicemente registrarsi, inserire un nickname e cominciare a chattare.
Attraverso tale sistema è possibile conoscere gente, parlare con estranei, inviare foto e riuscire a comunicare in tempo reale. E’ così che sempre più spesso ci si conosce in chat e ci si innamora. A volte ci si incontra, si crea una relazione stabile e altre… la cosa non funziona!
Ma perché ci si innamora così facilmente in chat?
Un incontro casuale può generare una serie di paure e imbarazzi che la rete non genera. Internet diviene il luogo d’incontro virtuale poiché si nasconde la propria identità soprattutto se tra i due interlocutori c’è tanta distanza.
Eppure online è possibile sognare, fantasticare e desiderare qualcosa che nella vita reale non c’è. E’ così che ci si rifugia tra le grinfie di internet, delle chat, dei social network. E’ così che si attende una risposta, un feedback, una notizia. E’ così che si incontra qualcuno che potrebbe essere il ragazzo o la ragazza dei sogni, l’ideale. E sì, ideale. Perché in adolescenza tutto è rivolto a qualcosa che rispecchi un’idea di amore, un modello incantato di realtà. Si proietta cioè sull’altro parti di sé cercando in tutti i modi una somiglianza tra ciò che si desidera e il partner.
Fondamentalmente ci si nasconde. Si cela la propria persona e aspetti di sé che si vogliono mostrare diversi o parzialmente. Le inibizioni vengono superate, i rossori non percepiti e comunicare cose intime diviene più semplice che non farlo di persona.
E’ così che tutto diviene fantastico! Gli amori virtuali nascono per riempire un vuoto esistenziale, una ricerca non andata ancora a buon fine, un bisogno di osservare con occhi diversi e immaginare un futuro di speranza e di amore. Alcuni restano solo incontri, altre sono truffe o adescamenti, altri ancora- seppur in numero minimo- diventano relazioni continuative nel tempo.
Quali sono però le reali problematiche?
L’adolescente è alla ricerca di qualcosa che possa permettergli di conoscersi meglio. La sua crescita richiede il confronto con gli altri, con i coetanei e sentirsi inadeguati fa parte di un percorso di evoluzione, anche se non per tutti. L’amore, invece, chiede intimità, sensazioni fatti di olfatto sguardi e contatto. Il web no.
Quest’ultimo favorisce un processo di idealizzazione sia dei sentimenti e sia delle emozioni e quindi della persona. Permette di incoraggiare i desideri nascosti ma non lascia spazio alle sensazioni più vere e tangibili o reali. Tutto è frutto di un’invenzione che spesso lascia spazio alla disillusione. Problematiche relazionali legate all’immaturità affettiva e mancanza di fiducia in se stessi, timidezza o inibizioni comportamentali quali la fobia sociale che comporta inevitabilmente delle difficoltà nei rapporti interpersonali, ansia o insicurezza e possibili perversioni di tipo nevrotico vengono eclissati da un apparecchio che concede di essere diversi, virtuali, inesistenti o, al contarlo di soddisfare ciò che si anela.
La conseguenza è quella di ritrovarsi di fronte ad una mera solitudine fatta di luce e schermo piuttosto che vivere una vita vera nella quale ci si confronta con delusioni, scacchi o possibili fallimenti utili per formare e fortificare la propria personalità. Stare tra gli altri quindi è un modo per riuscire ad affrontare le proprie difficoltà e il proprio disagio. Il dialogo e la comunicazione diretta fa emergere anche le emozioni più profonde che hanno bisogno di essere ascoltate e vissute. Quando risultano insormontabili è bene comunque rivolgersi ad un esperto che possa ascoltare ciò che si vuol tentare di esprimere diversamente.