Convivenza: cosa considerare
Prima di iniziare una convivenza ci sono molti aspetti da esaminare, a livello materiale e sentimentale. E’ bene quindi prenderci un po’ di tempo per analizzare i nostri pensieri, i nostri progetti e le aspettative, al di là di quello che sentiamo nella pancia. Ecco qualche spunto di riflessione.
E’ una cosa seria?
Questa è forse la cosa più importante, e la prima, da chiederci prima di iniziare una convivenza. Siamo davvero innamorate, oppure ci sembra un passo “da fare” per tutt’altre ragioni – economiche, pratiche, o ancor peggio solo perché stiamo insieme da anni e crediamo che questa sia la normale evoluzione delle cose…
Prima di andare a vivere insieme è bene che entrambi consideriamo il rapporto serio e desideriamo impegnarci per farlo funzionare nel lungo termine.
Prima di andare a vivere insieme è bene che entrambi consideriamo il rapporto serio e desideriamo impegnarci per farlo funzionare nel lungo termine.
Abbiamo mai litigato?
Se siamo di quelle coppie che “non litigano mai”, è probabile che la nostra prima volta avvenga proprio agli inizi della convivenza, e dobbiamo essere pronti: non c’è nulla di male, anzi. Bisogna fare in modo che anche il conflitto tra noi sia gestibile, che ci serva ad imparare gli uni dagli altri e raggiungere una serie di compromessi tra le nostre esigenze che non potranno sempre combaciare. Se invece quando litighiamo abbiamo l’abitudine di scappare dopo una frase a effetto, e tornare a parlarne magari dopo giorni, bisogna mettere in conto che le dinamiche dovranno cambiare: ora con quella persona ci dormiremo, anche dopo un litigio.
Siamo inclini al compromesso?
Vivere con un’altra persona (con il partner, ma anche semplicemente con un’amica!) ci pone necessariamente di fronte a compromessi proprio perché è impossibile trovare qualcuno che la pensi esattamente come noi – e meno male, altrimenti immaginate la noia! Dovremo altresì imparare a scegliere le nostre battaglie, chiedendoci se vale davvero la pena arrabbiarci ogni sera al cospetto dei calzini appallottolati sul tappeto, oppure se conviene trattare per ottenere il monopolio del telecomando quando c’è la nostra serie preferita.
Conosciamo i nostri difetti?
La chiave per accettare il compromesso è nel renderci conto che nemmeno noi siamo perfette, come nessuno al mondo. Ci sentiamo le precisine della situazione e soffriamo nel vedere le cataste di vestiti dalla sua parte del letto, ma non ci rendiamo conto che ad un uomo potrebbe dar fastidio constatare di non avere diritto nemmeno ad 1 cm quadrato di spazio nell’armadietto del bagno. E la stessa cosa vale per gli aspetti caratteriali: siamo persone irascibili, che dovrebbero aspettare almeno 10 secondi prima di parlare da arrabbiate? Oppure tendiamo a fare le vittime e recriminare? Cerchiamo di identificare i nostri punti deboli e ammetterli, almeno con noi stesse. Aiuterà!
Conosciamo i suoi pregi?
Al tempo stesso, ricordiamo a noi stesse quali sono le qualità del nostro lui che ci hanno fatto innamorare e costruire una relazione con lui, non con qualcun altro! Già, noi siamo quelle che amavamo/amiamo anche le sue piccole stranezze, alcuni difetti che ci fanno sorridere, ed è bene tenere sempre a mente queste cose e… dargli tempo. Anche per lui è una nuova avventura e chissà, forse tra un mese capirà quanto ci dia fastidio la sua mania di appoggiare i piedi sul tavolino del salotto mentre guarda la tv.
Abbiamo parlato del lato economico?
E’ bene parlare di come dividere le spese di casa prima che inizino ad arrivare conti e bollette. La stessa cosa deve avvenire anche per quanto riguarda la divisione del lavoro domestico. Ecco due cose che vanno chiarite in sede preliminare, in modo da evitare inutili tensioni.
Ci fidiamo?
Vivere insieme presuppone – o dovrebbe presupporre – la fiducia reciproca, altrimenti potremmo trovarci in situazioni poco simpatiche. Ricordiamo che una convivenza significa anche condividere la vita, le abitudini, gli oggetti. Sarà del tutto normale vederlo uscire senza di noi o viceversa, e il tutto dovrebbe svolgersi con naturalezza, senza che uno dei due aspetti con l’orologio in mano, o l’altro debba rendere conto di essersi fermato fuori mezz’ora in più. La fiducia non può essere costruita durante la convivenza: bisogna farlo prima.