Un tempo si diceva “Chi si somiglia, si piglia”, ma anche che “gli opposti si attraggono”. Ora una ricerca, condotta negli Stati Uniti e pubblicata sulla rivista, Nature Human Behavior, ha indagato le dinamiche di coppia per capire se è meglio scegliere un partner con cui avere più tratti in comune oppure uno diverso, che sia più stimolante. Lo studio ha analizzato le caratteristiche psicologiche, che l’estrazione culturale e persino il QI, il quoziente intellettivo, insieme a credenze religiose e aspetti fisici come l’altezza. Secondo gli studiosi americani sarebbe meglio puntare su un compagno/a più simile. Noi abbiamo chiesto cosa ne pensano a due esperti di psicologia, sessuologia e fisica. Ecco cosa ci hanno risposto.
Coppia: meglio simili o diversi?
«Gli uccelli di una stessa piuma sono effettivamente più propensi a riunirsi». Parte da questa considerazione Tanya Horwitz, dottoranda presso l’Università del Colorado Boulder, negli Stati Uniti, e prima autrice dello studio sui fattori di attrazione all’interno di una coppia. Il lavoro ha esaminato 200 documenti relativi a milioni di coppie a partire dal 1903, concentrandosi su 22 tratti e cercando di capire se fossero più le somiglianze o le differenze a prevalere nella tenuta del rapporto. Dal lavoro è emerso che tra l’82% e l’89% dei tratti esaminati erano simili tra i partner, mentre solo il 3% era sostanzialmente diverso. I ricercatori, però, hanno anche condotto un’ulteriore analisi su 133 caratteristiche in quasi 80.000 fidanzati di sesso opposto iscritti al progetto UK Biobank. Tra queste c’erano le opinioni politiche e religiose, i livelli di istruzione e persino il QI, il quoziente intellettivo.
Coppia: cosa influisce nella scelta del partner
«Va detto che molti studi si sono occupati di questo ambito e una possibile spiegazione deriva dalla Teoria dell’Attaccamento, secondo cui il tipo di relazione che si stabilisce nella primissima infanzia con i caregiver e le figure di riferimento può influenzare anche i rapporti interpersonali in età adulta», premette la psicologa, psicologa e sessuologa Ilaria Consolo, Vice-Presidente Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica. «Un’altra spiegazione del fatto che si possa tendere a privilegiare partner con maggiori similitudini è che da un punto di vista psicologico si è portati a scegliere ciò che si conosce e quindi risulta rassicurante», aggiunge Consolo.
Cosa attrae dal punto di vista fisico
La somiglianza sembrerebbe prevalere anche da un punto di vista fisico, secondo i ricercatori americani, che osservano: «Gli accoppiamenti basati su linee comuni potrebbero avere conseguenze future. Per esempio, se le persone più alte si accoppiano con altre persone più alte e quelle più basse con altre persone più basse, le generazioni future potrebbero avere più individui agli estremi della distribuzione dell’altezza della popolazione; lo stesso vale per le abitudini sociali e altri tratti”. «Da questo punto di vista c’è chi ricorda che in passato si tendeva a trovare il partner all’interno della stessa comunità, quindi questo potrebbe spiegare una sorta di tendenza innata a cercare chi ha più caratteristiche simili, anche se oggi la società è multietnica», considera l’esperta. «Riguardo i canoni fisici risulta in effetti difficile immaginare, pur con le dovute eccezioni, che due soggetti con caratteristiche opposte si attraggano: proviamo a pensare a una donna alta 1 metro e 78 e ad un uomo alto 1.68. è forse più probabile trovare coppie nelle quali lui è molto alto e lei ha una statura più bassa, anche di molto in alcuni casi. Piuttosto, credo che l’aspetto fisico si può correlare con lo stile di vita: ad esempio, persone con un fisico tonico e atletico è più facile che si incontrino su elemento comune del partner, perché questo è indice di interessi e abitudini compatibili, come la passione per lo sport», osserva Leonardo Chelazzi, docente di Neurofisiologia all’Università degli studi di Verona, esperto di neuroscienze cognitive, cioè lo studio dei fattori cerebrali alla base dei processi mentali.
Quanto contano abitudini di vita ed estrazione sociale nella coppia
Lo studio analizza anche lo stile di vita delle coppie, confermando la tendenza a scegliere partner con affinità invece che differenze. «Io credo che sia plausibile che alcuni aspetti, abitudini e scelte di vita spingano a scegliere un partner con caratteristiche simili. Immaginiamo una coppia in cui lei sia molto appassionata di viaggi, mentre lui prediliga andare in vacanza nel solito posto e nella massima comodità e comfort. È verosimile che possano convivere a lungo? Ci possono essere eccezioni, ma solitamente si cercano somiglianze. Lo stesso vale per chi ama i piaceri enogastronomici: è evidente che potrebbero esserci difficoltà a coniugare questa passione con chi trae la massima soddisfazione dal mangiare un pacchetto di pop corn sul divano davanti alla tv – prosegue Chelazzi – Pensiamo poi al peso del sentire politico opposto o differente, che può portare molto più facilmente ad attriti su temi come la gestione dell’immigrazione, i sussidi per chi è senza lavoro, i fondi per istruzione o sanità: se non c’è orientamento politico condiviso la coppia viaggia con una bomba in tasca, possono scoppiare animosità molto forti e con maggiore frequenza. O ancora, se in una coppia uno dei due è salutista e ricercato, è alquanto difficile che possa convivere con chi non dedica il minimo interesse a questi aspetti», rimarca Chelazzi, che però apre la strada alla diversa in altri ambiti.
In cosa è utile essere diversi
«Diverso è il discorso per quanto riguarda il carattere personale, per cui la complementarietà può essere utile e anzi, forse talvolta è indispensabile. Se uno dei due è mutevole e irascibile, è improbabile che la coppia si regga se anche l’altro partner ha le stesse caratteristiche: è piuttosto facile, invece, che l’altro sia più tranquillo d’animo, in modo da assorbire le fasi turbolente del compagno. Nella dinamica di coppia ci sono iniziativa, esuberanza, dinamismo, ma anche riflessività, pacatezza. Fatico a immaginare una coppia in cui entrambi, ad esempio, siano iperattivi», aggiunge l’esperto di neuroscienze.
Con l’età cambiano le priorità?
C’è chi sostiene che le diversità siano più funzionali in una fase di innamoramento, ma per la tenuta della coppia occorra maggiore sintonia. «Certamente può esserci una base di verità in questo, ma credo che in linea di massima siano indispensabili sempre rispetto e comprensione reciproci. Anche in caso di coppie con marcate caratteristiche differenti, questo può essere un elemento che permette non solo la nascita, ma anche la crescita della coppia e la sua tenuta nel tempo. Le differenze, anche culturali o religiose, possono infatti arricchire, se gestite in modo corretto», spiega Consolo. «I fattori in gioco possono essere molti: la somiglianza fisica, le abitudini, i valori religiosi ed educativi, ma anche un’estrazione sociale affine – osserva Chelazzi a proposito di un aspetto preso in considerazione dalla ricerca – Al di là di certi idealismi, purtroppo credo che il grado di istruzione o la provenienza sociale influenzino anche abitudini e stili di vita, portando alla ricerca di partner con caratteristiche analoghe».
Il giusto mix di complementarietà e somiglianza
Quali fattori consentono una nascita e poi crescita della coppia. Ci sono tanti piani, somiglianza fisica, abitudini, abitudini, valori religiosi ed educativi, ma anche estrazione sociale affine, un certo grado di differenza c’è, ma al di là di idealismi e sogni, la vita dipende anche da abitudini e stili di vita. panorama articolato. Macro aree di fattori che tendono a unire nella somiglianza e nella complementarietà. In conclusione, «Questo tipo di analisi epidemiologiche, condotte su un campione molto ampio, possono fornire delle tendenze da un punto di vista statistico, ma le cause di questi risultati possono non essere immediatamente comprensibili o visibili. Per fare un esempio concreto immaginiamo che da una ricerca sui fattori che favoriscono l’insorgenza di una malattia polmonare emerga un’alta incidenza tra coloro che prendono i mezzi pubblici. Si potrebbe pensare che questo sia un elemento di rischio, mentre magari ciò che aumenta le probabilità di malattia è che aspettando l’autobus alla fermata queste persone è più facile che fumino. Certamente lo studio, apparso su una rivista prestigiosissima, è rigoroso, attendibile e affidabile. Ma attenzione proprio a non arrivare a conclusioni frettolose o troppo generali.», conclude Chelazzi.