Coppia: come convivere alla convivenza forzata
Alzi la mano chi, durante il lockdown della primavera 2020, non ha accarezzato almeno una volta l’idea di separazione o divorzio (giusto un attimo, tra sé e sé, per poi pentirsene subito dopo… forse). Diciamocela tutta: già convivere non è una passeggiata quando ciascuno dei componenti della coppia ha la possibilità di uscire, andare a lavorare, farsi l’aperitivo con gli amici, fare una passeggiata per far sbollire la rabbia dopo una litigata. Figuriamoci quando tutte queste attività limitate da fattori che non possiamo controllare (come un Dpcm, o come banalmente lo smart working).
Assenza di libertà: la prima causa di crisi
Ma perché stare chiusi in casa con la persona che si ama (in teoria) è così difficile? In assenza di una pandemia mondiale fuori dalla porta di casa, la nostra quotidianità era scandita da tanti momenti diversi e luoghi diversi. La casa era il luogo in cui si ritornava la sera, e il/la convivente la persona con la quale si trascorreva solo una parte del nostro tempo. Invece, durante il lockdown o durante quarantena o isolamento fiduciario, la casa è il solo luogo possibile e la persona con la quale si sta l’unico essere umano con cui possiamo interagire senza la mediazione di uno schermo o senza indossare la mascherina e mantenere la distanza di almeno un metro. Per quanto possiamo amare ciabattare in casa e per quanto possiamo amare il/la partner, quella che ci viene tolta (e non se ne discute minimamente l’utilità, per carità) è la libertà. Un conto è scegliere di restarsene in casa tutto il giorno in pigiama abbracciati sul divano, un conto è essere costretti a farlo.
Paura, ansia e insonnia: le nemiche dell’armonia di coppia
Inoltre, va considerato un altro aspetto fondamentale: non siamo solo costretti alla clausura, ma siamo anche fortemente impauriti e stressati. Da una parte c’è il rischio del contagio, della malattia, della morte, dall’altra tutti i timori e le preoccupazioni legate a questioni economiche (perdita del lavoro, chiusura di attività, cassa integrazione, …). E l’equilibrio psicologico diventa più precario: secondo dati della società di ricerca europea Open Evidence il 41% degli italiani è a rischio salute mentale per fattori legati alla situazione socio-economica, mentre secondo uno studio condotto dall’Università dell’Aquila e dall’Università Tor Vergata di Roma il 37% degli intervistati soffre di stress post traumatico, il 20% di ansia severa e il 7% di insonnia. Quasi metà della popolazione, anche a distanza di mesi dal primo lockdown e nel corso di questo lockdown decisamente più blando, accusa quindi importanti sintomi di malessere. Ed è facile pensare a come questi possano impattare sull’armonia di una coppia reclusa.
Come far sopravvivere la coppia alla convivenza forzata?
Pandemia o no, imparare ad affrontare il contatto ravvicinato e prolungato con il proprio partner è uno strumento importante da acquisire per il buon funzionamento di un rapporto di coppia e di una convivenza.
Ecco quindi un vademecum pieno di consigli utili:
- Ritagliarsi degli spazi per sé
Se, l’anno scorso, ci sembrava di non avere mai abbastanza tempo da trascorrere con il/la partner, quest’anno il tempo passato in due ci è sembrato pure troppo. Se ci si ritrova a convivere forzatamente più a lungo, diventa ancora più importante di quanto non sia già abitualmente ritagliarsi degli spazi tutti per sé. E certo, potreste dire, come si fa a ritagliarsi dello spazio per sé se lo spazio è condiviso per forza e le alternative alla vita casalinga sono pressoché nulle? Le possibilità sono molteplici. Prendersi dello spazio per sé può voler dire seguire un corso di zumba online, rispolverare la scatole di acquerelli inutilizzata da anni, concedersi un lungo bagno a fine giornata o meditare per un quarto d’ora. Fare qualcosa che ci fa sentire bene, senza il senso di colpa per aver sottratto tempo prezioso al/la partner o alla famiglia. Che tanto vi aspetta nell’altra stanza!
- Organizzare (bene) la giornata
Se tra lavoro, palestra, riunioni con le maestre, corsi di nuoto dei figli, cene con gli amici, la routine “normale” scandiva la nostra giornata secondo una tabella di marcia spesso fin troppo rigida, uno dei rischi che si corre quando questa routine salta è quello di precipitare nella completa anarchia. Un po’ come in vacanza, ma senza essere in vacanza, e anzi con call di lavoro, DAD dei figli e gestione domestica che pendono sulle nostre teste come affilatissime spade di Damocle. L’unico modo per arrivare a fine giornata senza impazzire e finire con furiose litigate con il/la partner è stabilire regole e orari per ogni attività, organizzando la propria giornata e quella di tutti gli altri eventuali componenti della famiglia.
- Dividersi (equamente) i compiti
Altra organizzazione assolutamente imprescindibile è quella delle faccende domestiche (che per mooolte coppie è un hot topic anche in assenza di virus). Trascorrendo ancora più tempo in casa e potendo fare scarso affidamento su aiuti esterni, è fondamentale che i membri della coppia si dividano in modo equo i compiti. Il rischio, già emerso prepotentemente durante il lockdown primaverile, è che sulle spalle femminili sia riversato ancora più del solito l’intero onere della gestione domestica, portando a un sovraccarico pratico ed emotivo. La soluzione è mettersi a tavolino e stilare un elenco delle cose che ci sono da fare, assegnando ogni task a uno dei due partner. Senza aspettarsi che il lui di turno si accorga in autonomia che la polvere sta colonizzando l’appartamento, perché non succederà mai.
- Comunicare
Consiglio valido anch’esso un po’ sempre, ma ancora di più in momenti critici come questi. E con “comunicare” non si intende mettere l’altro a conoscenza di quello che si intende preparare per cena, ma parlare all’altro (e con l’altro) di come ci si sente, di quali sono i propri desideri e le proprie paure, di quali sono anche i propri bisogni e le proprie esigenze. Se in altre circostanze ci si può permettere di lasciar perdere e di non chiarirsi dopo una discussione (che tanto si va al lavoro, si sta fuori e ci si distrae e quando si torna a casa ci si è dimenticati anche l’oggetto del contendere), quando si sta insieme h 24 è importante non lasciar sedimentare i malumori, che in assenza di valvole di sfogo esterne rischiano di diventare problemi giganteschi. E ovviamente chiarirsi non significa litigare nuovamente, ma venirsi incontro reciprocamente con l’obiettivo comune di stare bene insieme. Ah, e comunicare non vale solo per le cose negative: provate a concentrarvi sulle cose belle della vostra relazione e ditele al/la partner. Vi sentirete meglio e farete sentire meglio anche lui/lei.
- Mantenere i contatti con l’esterno
Per quanto ci si possa impegnare a vedere la convivenza forzata anche come una strana occasione per lavorare su se stessi e sulla propria coppia, è pur vero che la mancanza totale di relazioni con altre persone è una grandissima sofferenza. Anche chi prima non sapeva più che scuse accampare per declinare inviti a feste e a cene, durante il lockdown si è ritrovato a sentire almeno un po’ la mancanza di due chiacchiere dal vivo con un amico, e anche chi normalmente maltollera i propri parenti ha versato qualche lacrimuccia pensando alla mamma. Gli psicologi consigliano di usare le risorse a nostra disposizione per mantenere i contatti con l’esterno, in particolar modo le videochiamate: anche se la distanza è comunque palpabile, vedere il viso di persone amiche è un toccasana per l’umore.
- Prendersi cura di sé
Durante lo scorso lockdown siamo regrediti un po’ tutti a uno stadio primitivo, con peli incolti, ricrescita, barbe da Babbo Natale fuori stagione (gli uomini tendenzialmente!). Adesso centri estetici e parrucchieri possono esserci fortunatamente di supporto, ma il primo passo dobbiamo farlo noi. Certo, la tentazione di restare tutto il giorno in pigiama (tanto siamo in smartworking) o di procrastinare il lavaggio dei capelli (tanto usciamo giusto per portare fuori il cane) è forte, ma i già menzionati psicologi parlano chiaro: la mattina ci si deve preparare come se si dovesse uscire, anche se si esce solo dalla camera per andare in salotto. Ne va del proprio benessere psicologico, e anche di quello di chi ci sta vicino. Per l’amor del cielo, l’obiettivo non è certo far credere al partner che siamo prive di peli sotto le ascelle o che non abbiamo la fiatella al mattino (ma tanto queste falsità emergono dopo le prime due settimane di convivenza), ma di evitare un abbrutimento che ci faccia sentire a disagio e che ci porti, anche inconsapevolmente, ad allontanare il partner. Ovvia ma utile precisazione: anche il partner deve fare altrettanto!
- Fare attività fisica
Il primo lockdown ha regalato kg in più a moltissimi di noi. L’alibi l’avevamo servito su un piatto d’argento: di casa non si poteva proprio uscire, e i runner erano visti come il nemico pubblico numero uno. Adesso, e speriamo anche nei prossimi mesi, varcare la soglia di casa per fare attività fisica (e non solo) è invece concesso, e conviene approfittarne. Se amate correre, correte; se invece vi viene il fiatone dopo dieci metri, limitatevi a fare lunghe passeggiate. L’importante è muoversi e stare, per quanto possibile, all’aperto (e possibilmente nel verde, e lontani dal cellulare). Fare attività fisica, anche blanda, è un toccasana per il corpo ma anche, e soprattutto, per lo spirito. E nell’attività fisica rientra, a pieno titolo, anche il sesso: fatelo, quindi. Se avrete osservato i punti precedenti, dovreste essere in una disposizione d’animo non poi così ostile nei confronti del/la partner, e quindi la vostra libido non dovrebbe essere in pericolo. Fare sesso, oltre a tanti altri vantaggi, rafforza anche il legame di coppia, grazie al rilascio di ossitocina che si ha sia durante i preliminari sia durante l’orgasmo. E il nostro obiettivo è quello di vivere per sempre insieme felici e contenti (nonostante la convivenza forzata), no?