Sempre meno coppie decidono di avere figli, ma cresce il numero di famiglie con un animale domestico. Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, sono 65 milioni i pets presenti nelle case degli italiani, a fronte di 60 milioni di abitanti complessivi. Dati che collocano l’Italia al terzo posto in Europa, alle spalle di Germania e Francia. La tendenza non è passata inosservata neppure a Papa Francesco, che di recente ha sottolineato: «In Italia si preferiscono cani e gatti ai figli».
Aumentano cani e gatti nelle famiglie
La crescita degli animali domestici è iniziata da tempo, ma è con la pandemia Covid che si è assistito a un’accelerazione: dal 2015 al 2022 sono più che raddoppiati coloro che accolgono in casa uno o più animali, passando dal 9,9% al 17,2%. Nel 2023 quasi 4 italiani su 10 (il 37%) ha affermato di aver preso un pet, con un andamento in crescita. Il fenomeno riguarda un po’ tutto il Paese, con punte maggiori al sud, seguito dal nord ovest e poi dal centro: Napoli, Torino, Milano, Bologna e Roma sono le grandi città con il maggior numero di amici a quattro zampe in famiglia. Secondo l’ultimo rapporto Eurispes 2024, nel 41,8% si tratta di cani, seguiti a poca distanza dai gatti con 37,7%.
Più cani e gatti e meno figli
Questa crescita trova conferma anche nella spesa che le famiglie sono disposte a sostenere per i propri amici a quattro zampe, che secondo Euromonitor arriva anche a essere maggiore rispetto a quella per i figli. In Italia si stima che il costo per mantenere un pet possa arrivare al 50% in più rispetto a quanto si spende per i bambini. Ma non si tratta solo di un fenomeno italiani: come ricorda Ca’ Zampa (cazampa.it), gruppo italiano di strutture veterinarie, «da trent’anni lo stesso trend interessa gli Stati Uniti, il Nord Europa e l’Europa continentale, con le principali voci di spesa rappresentate da cibo, accessori, lettiere e cure veterinarie».
Dove aumentano cani e gatti in Italia
È un dato di gatto che, al crescere del numero di cani per 100 persone, tende a decrescere il tasso di natalità. Le prime regioni dove più elevato è il tasso di natalità sono anche quelle dove più basso è il rapporto tra cani e abitanti: per esempio, Trentino, Campania e Sicilia. Viceversa, le prime tre per presenza di pet sulla popolazione sono anche quelle dove di figli se ne fanno meno, ossia Umbria, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia, come osservava qualche tempo fa Andrea Gianotti sul Sole 24 Ore. Euromonitor, inoltre, prevede che nel mondo entro quest’anno gli animali d’affezione saranno più numerosi dei minori di 14 anni.
Per la Gen Z cani e gatti sostituiscono i figli
La convinzione che cani e gatti possano sostituire i figli (o in parte lo facciano già) è sempre più diffusa specie tra la Gen Z. Il 21% dei più giovani è convinto di questo, mentre con l’aumentare dell’età diminuisce l’idea che si possa fare a meno di diventare genitori, semplicemente adottando un animale domestico: la riprova è che secondo l’Ipsos solo il 12% dei Boomers lo ritiene possibile. A livello geografico a Bari e Bologna sembra si pensi che l’animale riempia l’eventuale «vuoto affettivo», mentre Milano apprezzerebbe la maggiore semplicità della gestione di un animale rispetto a un figlio. A Napoli, invece, si sarebbe convinti che un animale sia trattato come un figlio a tutti gli effetti.
Un amore diverso (e sostituibile?)
«Per 9 proprietari su 10 l’animale domestico è considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia, ma è importante non umanizzare il pet e rispettare le sue caratteristiche. Prendersi cura di un pet e volergli bene significa in prima istanza comprendere le sue esigenze e bisogni, e pensare al suo benessere», spiega Fabrizia Canepa, Medico Veterinario Ca’ Zampa. «Un pet non solo tiene compagnia, ma esprime un sentimento disinteressato, perché capace di trasmettere serenità e lenire le ansie personali. Negli ultimi cinque anni, dalla pandemia in poi, questa tendenza si è accentuata molto ed alla base del rapporto proprietario-pet troviamo sempre più spesso una relazione di affezione profonda. Per questo è molto importante prendersi cura del pet a 360 gradi, dalla salute, all’igiene, fino al benessere più in generale», aggiunge la veterinaria.
Meno figli perché troppo impegnativi
Una delle argomentazioni di chi non ha figli o ne ritarda l’arrivo è la difficoltà di far fronte all’impegno, emotivo ed economico, soprattutto se con un lavoro precario e condizioni finanziarie non sicure. Questo spiegherebbe (in parte) perché dal 2013 al 2023 il numero di abitanti è diminuito (-2%), mentre quello degli animali domestici è aumentato (+7%), con la previsione da parte dell’istituto di ricerca Ipsos di un’ulteriore crescita nei prossimi mesi e anni.
Cani e gatti non costano meno dei figli
Eppure le spese per i pets non sono irrilevanti: in Italia ammontano a 6,8 miliardi di euro dei quali, secondo il rapporto Coop Numisma Italiani e Pet 2023, ben 1,3 miliardi (pari al 20%) è dovuto alle sole visite veterinarie. A livello mondiale, poi, il mercato dei prodotti e dei servizi legati ai pets cresce del 6% l’anno e si stima che passerà dai 232 miliardi di dollari del 2020 a 350 miliardi nel 2027 (Fonte: Eurispes 2023).
Cure sempre più innovative e “umane”
Di sicuro sta crescendo anche la presenza di pet anziani, che necessitano di cure specialistiche. «C’è una crescente attenzione alla prevenzione e una richiesta di medicina specialistica (diagnostica, cardiologia, ortopedia, laserterapia, oncologia, ad esempio) con cui garantire una vita più lunga e serena al proprio animale domestico. La migliore qualità di vita del pet favorisce un’aspettativa di vita maggiore e quindi anche la medicina geriatrica è destinata ad assumere sempre più peso», spiega Canepa.
Le nuove sfide per i proprietari di animali
Avere o regalare un cane o gatto, dunque, non può essere paragonato al dono di un oggetto, ma implica impegno da diversi punti di vista. «Tante le sfide alle quali siamo chiamati a rispondere, tra cui un costante impegno alla ricerca, tra la telemedicina è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale per migliorare la qualità del servizio oltre che della vita dei pet e dei loro proprietari». Proprio come un essere umano, infatti, un pet può aver bisogno oggi di vaccini e trattamenti innovativi come ozonoterapia, laserterapia, diagnostica per immagini, rx, tac, fisioterapia. Insomma, un animale domestico non è un peluche.