I menù con il QR code, la musica troppo alta nei locali che non permette di avere una conversazione, l’invio dello scontrino sull’email invece che in formato cartaceo e ancora l’esigenza di scaricare una App per ogni tipo di attività, dal registro elettronico dei figli a scuola, al conto corrente bancario. Sono tutte nuove abitudini che piacciono e fanno parte della quotidianità della Gen Z, ma che mettono a dura prova chi appartiene alla Gen X (ma anche Boomers). Il divario generazionale c’entra fino a un certo punto e certamente la tecnologia fa la differenza. Ma quella in corso è una vera “rivoluzione” e riguarda entrambe le generazioni.

Cosa la Gen X non sopporta della Gen Z

Come spiega MSN, al primo posto c’è il ricorso continuo alle App per qualsiasi tipo di informazione e attività. “Non per tutto serve una App e io non voglio usare una App per tutto”: così Ashley Jones su X, manifestando un pensiero fin troppo comune tra chi appartiene alla Gen X. A seguire c’è la scomparsa delle feste in casa: i giovani oggi hanno un’agenda pienissima di attività e impegni “sociali” fissati con largo anticipo, così che improvvisare un ritrovo tra amici a casa di qualcuno è diventato impossibile. Al terzo posto, invece, si trova una tendenza che ha a che fare con la moda: il ritorno delle calze al ginocchio invece dei calzini alla caviglia.

La rivoluzione tecnologica e online

Nella top ten di ciò che gli ultra 40enni non capiscono o faticano ad accettare nelle tendenze dei più giovani ci sono, quindi, sia cambiamenti portati dalla tecnologia, sia semplici mode, così come il mix di entrambi i fattori. Un esempio è la poca tolleranza verso tutto ciò che è virale: troppo, secondo la Gen X, e che dura troppo poco (“In media due giorni o poco più”, si legge su X). Che dire, poi, dell’obsolescenza programmata, che costringe a cambiare smartphone o elettrodomestici con una certa frequenza; oppure il fatto di doversi creare un account (e relativa password) per qualsiasi operazione online, o semplicemente la mancanza di porta d’ingresso per le cuffie in molti cellulari di ultima generazione.

Dai film alla musica: cosa divide la Gen Z dalla X

I meno giovani, poi, sembrano non gradire neppure i cambi di stili in fatto di musica, cinema e teatro. Alle nuove generazioni la Gen X rinfaccia di ascoltare canzoni “troppo corte”, di guardare commedie meno divertenti e film troppo lunghi, o di dedicarsi ad abbuffate di serie tv. C’è chi, infatti, rimpiange persino il cosiddetto “channel surf”, ossia lo zapping, sostituito dalla possibilità di vedere intere puntate del proprio programma preferito in sequenza e senza pubblicità. E che fine hanno fatto i blockbuster, con la scelta accurata di un unico film da guardare a casa al venerdì o al sabato sera sul divano, tutti insieme?

Le critiche alla moda moderna

Anche la moda risente del cambiamento dei tempi. Ecco, allora, che chi oggi è genitore tollera poco uno stile ritenuto un po’ troppo disinvolto, che in alcuni casi e Paesi come negli Usa arriva a sdoganare il pigiama anche a scuola. Ai jeans wide, dalla gamba larga, si preferiscono inoltre gli skinny, ritenuti “più eleganti”, così come ci si aspetta che alle feste le donne si presentino con scarpe coi tacchi invece che con le sneakers.

Un semplice divario generazionale?

Nell’elenco di ciò che i Gen X poco sopportano oggi ci sono poi dei super classici come la mancanza dei caricabatterie nelle confezioni dei nuovi smartphone, l’aumento dei costi delle case, l’eccessiva presenza di device anche sulle auto (come per i touchscreen), ecc. Ma se si trattasse di un semplice divario generazionale, come quello tra gli attuali Gen X e i loro genitori?

Rapporto adulti-giovani: cosa è cambiato oggi

«Che le diverse generazioni vivano esperienze diverse e dunque abbiano visioni differenti è normale: è sempre stato così e basta ricordare il vecchio adagio “Ai miei tempi il mondo era migliore”, per averne una conferma. L’adulto, del resto, invecchia e in qualche modo può provare “invidia” per chi è più giovane. Ciò che è davvero cambiato, però, è che il commento del genitore o del nonno di una volta non andava a inficiare il presente o il futuro dei giovani», osserva Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro.

Adulti fragili che “soffocano” i giovani

«Oggi la fragilità adulta, unita a un forte individualismo, porta non solo a criticare i giovani, ma spesso inconsapevolmente a soffocarli” togliendo loro spazio e possibilità di affermazione. Un esempio è proprio internet: invece che offrire loro una scuola connessa alla rete, non permettiamo di usare l’open internet per la maturità. Oppure diciamo loro che i social fanno male, ma siamo i primi a banchettarci – spiega Lancini – Nonostante si parli di divario digitale, le ricerche mostrano che il più grande “spacciatore” di internet agli under 12 è la mamma, che magari si lamenta dell’eccessivo ricorso alla tecnologia, ma vive sui gruppi WhatsApp».

Gen Z e Gen X: chi dipende di più da internet?

«Spesso si sentono adulti parlare del dramma del cambiamento sociale portato dalla tecnologia e, in particolare, da social e internet. Si dice che i giovani sono “nativi digitali” ed è vero che sono nati in una società iperconnessa, ma chi impedisce loro di uscirne o vivere anche fuori dalla rete spesso sono i genitori stessi, i primi a esserne dipendenti. La rivoluzione digitale, a differenza di quelle del passato, non è nata dal basso, non è stata voluta dai ragazzi», osserva Lancini, autore del libro in arrivo a marzo Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti (Raffaello Cortina Editore).

Il dialogo tra generazioni

«Da sempre i nuovi costumi dei giovani creano un certo fastidio negli adulti, ma la novità è che sono loro stessi oggi ad aver spinto i figli a certi comportamenti: invece che farli uscire a giocare in cortile, gli danno in mano un cellulare, salvo poi lamentarsi del tempo che vi dedicano. Ciò che non si capisce è che occorre leggere i comportamenti dei ragazzi con occhi diversi, capire perché si comportano in un certo modo. Le loro scelte sono spesso influenzate dal comportamento iperprotettivo dei genitori. Quanto alle mode, invece, sono sempre esistite e il confronto tra generazioni è fisiologico, finché rimane tale», conclude Lancini.