L’asessualità è definita come assenza di desiderio e mancanza di interesse verso la vita sessuale. Ma che cosa significa essere asessuali? Gli esperti non hanno una visione unica del fenomeno. Al momento esistono studi che stanno tentando di portare chiarezza in un campo estremamente vario, che riguarda l’attrazione e il desiderio. Attualmente le persone asessuali cercano luoghi dove confrontarsi e in rete trovano uno spazio virtuale dove parlare e riflettere affrontando la lotta per difendere i propri diritti.

Chi sono gli asessuali?

Asessuale è una persona che non sperimenta attrazione sessuale, è scritto su “Asexual Visibility and Education Network“, AVEN, un luogo dove fare rete, confrontarsi e parlare di ciò che, rivelano gli studi, potrebbe riguardare un numero importante in tutta la popolazione mondiale. Le stime non sono esatte, ma l’interesse è sempre più alto, dalla psicologia alla sessuologia. L’assessualità può essere considerata un orientamento sessuale? Sì, si scrive nella community, la più grande al mondo.

Nel 1948 Alfred Charles Kinsey utilizza per la prima volta il termine “asessualità”. Biologo e docente di zoologia, fonderà nell’Università dell’Indiana quello che oggi è noto come “Kinsey Institute for Research in Sex, Gender, and Reproduction“. Nella scala Kinsey per la valutazione dell’orientamento sessuale viene inclusa una categoria “X”, rappresentante l’insieme delle persone che indicano di non provare alcuna attrazione sessuale. Successivamente gli studi sull’asessualità saranno ripresi prima nel 1980 poi nel 2004, quando i risultati di un’indagine effettuata su un campione probabilistico inglese indicarono come asessuale circa l’1% dei 18.000 presi in esame.

Negli anni Quaranta, quando parlare di sesso era sconveniente, tanto più nella puritana America, Kinsey intervistò qualcosa come 5.300 uomini e 5.940 donne: le loro storie saranno raccolte nei celebri Rapporti Kinsey. Pubblicati nel 1948 “Il comportamento sessuale dell’uomo” e nel 1953 “Il comportamento sessuale della donna”, diventeranno due manifesti capaci di creare scandalo e gettare le basi per un nuovo sguardo sul mondo. “Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte” scrive Kinsey con straordinaria lungimiranza: le esperienze umane sono fluide.

Julie Sondra Decker, attivista e autrice, nel suo libro “The Invisible Orientation” a proposito dell’asessualità scrive: “Non è un complesso. Non è una malattia. Non è per forza il segno di un trauma subito. Non è un atteggiamento. Non è il risultato di una decisione. Non è un voto di castità”. Non significa nemmeno rinunciare al sesso, visto che secondo il network AVEN, Asexuality Visibility and Education Network, alcuni asessuali hanno una vita sessuale attiva e considerano il sesso un modo per condividere un’esperienza di piacere con il partner.

Tu che rapporto hai con la passione?

Attrazione e desiderio non sono la stessa cosa. L’eccitazione sessuale è una risposta dell’organismo, tuttavia è possibile provare piacere o sperimentare il desiderio, per esempio, ma non avere attrazione verso qualcuno in particolare. Nei forum emerge un modo differente anche di vivere le fantasie erotiche che anziché verso persone e situazioni conosciute spesso vengono immaginate in terza persona, come dall’esterno.

Secondo gli studi il sesso è importante, ma nella nostra società negli ultimi anni… lo facciamo sempre meno. Tu quand’è l’ultima volta che ti sei sentita avvolgere dalla passione? Attenzione, l’amore che proviamo per il partner è fatto di tanti ingredienti: stima, rispetto, condivisione. Ma non si tratta solo di questo. La passione è l’inestricabile unione di eccitazione e desiderio: non riguarda solo il sesso, è l’energia di una fiamma che ci accende da dentro e accade in tutte le situazioni in cui ci sentiamo vive, entusiaste, (ap)passionate.

Gli ostacoli a una sessualità felice

Nel 2005 il sociologo E. O. Laumann insieme a un team appartenente all’Università di Chicago ha ripetuto uno studio già effettuato nel 1994 coinvolgendo 1749 donne americane di età compresa fra i 18 e i 59 anni. Il campione del nuovo sondaggio contava 13.882 donne provenienti da 29 diversi Paesi: in entrambi i casi un terzo ha dichiarato di non sentire interesse verso il sesso per periodi significativi. Basso desiderio sessuale? A rientrare in questa casistica era il 32% delle donne più giovani, fra i 18 e i 29 anni, mentre si assestavano al 27% le donne di età fra 50 e 57 anni. Il desiderio diminuisce con l’età? Le donne a lamentarsi della mancanza di desiderio dopo i quaranta in genere dicono di essere sempre state poco interessate al sesso, secondo la dottoressa Glenda Corwin, che nel suo libro “Guida all’intimità sessuale. Per donne che amano le donne” (Odoya Edizioni) riporta questa indagine insieme alla sua esperienza di donna e psicologa clinica. Perché alcune coppie rimangono sessualmente attive e altre no? Mantenere viva l’energia sessuale non è un fatto scontato, anzi, spiega l’autrice un vero e proprio impegno.

L‘immaginazione erotica ha un ruolo fondamentale nel sesso, ce ne rendiamo conto durante la fase dell’innamoramento e tutte le volte in cui un appuntamento ridesta la nostra voglia di fare colpo. Ma non sempre è facile: lasciarsi andare è una delle chiavi di accesso fondamentali per la felicità (fra le lenzuola e non solo). È possibile imparare? Sì, il buon sesso può essere allenato perché la sessualità, come insegna il cuore profondo del tantra, non ha a che fare con l’altro bensì con noi stessi. Riguarda la nostra capacità di emozionarci, percepire i nostri bisogni e sentire il nostro istinto vitale, mettere passione in ciò che facciamo e accettare le manifestazioni del nostro corpo.

Impara a esprimere ciò che vuoi

I-statements, questa è la definizione che usa Glenda Corwin, ovvero “io-affermazioni”. Che cosa significa? Se vuoi essere ascoltata inizia a parlare di te, di come ti senti e cosa provi. Per l’altro scompare la sensazione di essere sotto esame, per te diventerà più facile far capire di che cosa hai bisogno. I-statement significa usare meno “tu” e iniziare più frasi con “io”: prendi te stessa come soggetto principale. Vale nel sesso… e non solo. Dalle discussioni di coppia al mondo del lavoro sarà una rivoluzione per la tua comunicazione.

Paura del proprio corpo

A che punto sei con la percezione corporea? Dietro ai nostri comportamenti a volte si cela un’inconfessabile vergogna che non sappiamo dire nemmeno a noi stesse. Cellulite, peso che fluttua, rughe: quante volte, da quando siamo adolescenti, non facciamo che tormentare il nostro corpo? Allenarci a uno sguardo di gentilezza è un cambiamento da osare. Quando finalmente impareremo a trattarci con amore allora qualcosa di incredibile avrà iniziato ad accadere, fuori e dentro di noi. Perché noi siamo corpo: il corpo è nostro alleato, anche quando non ce ne rendiamo conto. Inizia a celebrarlo, perché è grazie al tuo corpo se sei viva e hai fatto tutte le esperienze che ti sono servite per arrivare fino a oggi. Per la salute delle generazioni del futuro iniziamo a sviluppare uno sguardo diverso e nuovi modelli: siamo tante e tutte diverse, ognuna di noi è unica e ha un corpo unico al mondo.

Ricerca del piacere

È un tuo diritto il piacere, ricordatelo. Clarissa Pinkola Estés, analista e autrice del best-seller “Donne che corrono coi lupi“, diventato un classico nel viaggio della consapevolezza al femminile, ha scritto: “È il gioco, e non l’ordine, l’arteria centrale, il nucleo, la radice della vita creativa. L’impulso a giocare è un istinto” e ancora: “Stai brava, e non avrai vita creativa. Stai ferma, e non avrai vita creativa. Parla, pensa e agisci solamente con contegno e scarso sarà il succo creativo”. Andare alle radici della nostra creatività significa scoprire una fonte inesauribile di vita e passione, entusiasmo; significa andare in cerca di ciò che è capace di solleticare la nostra pelle e la nostra attenzione, stuzzicare curiosità, portare un pizzico di scompiglio nelle stanze ordinate del nostro quotidiano. Trovare ciò che è capace di farci emozionare, ancora, a fior di pelle e dentro di noi.