Cosa fare marito mammone
Spesso capita che uno dei due partner non abbia tagliato il cordone ombelicale con la famiglia di origine. Quest’ultima finisce col rappresentare il “terzo” nella coppia e come ogni terzo può essere ‘comodo’ o ‘incomodo’.
Riconoscere se la dipendenza dalla famiglia è destabilizzante o meno per la coppia, vale a dire se è una dipendenza ‘comoda’ o ‘incomoda’ è un passaggio necessario per capire che cosa fare.
- DIPENDENZA COMODA – Se è una dipendenza ‘comoda’ vale a dire che è una dipendenza che è subentrata solo poi alla relazione di coppia, essa può rappresentare una via di fuga da un rapporto di coppia che non è più percepito soddisfacente. In questo caso bisogna recuperare una vita di coppia e un modo di stare insieme maggiormente soddisfacente per entrambi.
- LEGAME MADRE – FIGLIO – Se la dipendenza è ‘incomoda’, vale a dire il legame psicologico che uno dei due elementi della coppia conserva con la famiglia d’origine prescinde dalla relazione stessa, è una sorta di svincolo che non è avvenuto neanche col matrimonio, allora bisogna intervenire individualmente.
- SMETTERE DI ESSERE MAMMONE: LE FASI – Il primo passaggio da fare è prendere consapevolezza e farla prendere. Potrebbe sembrare ovvio e semplice ma non è così. Le persone il più delle volte non sono consapevoli dei propri meccanismi relazionali, tendono a giustificarli, a ricondurli a tratti caratteriali.
Prendere consapevolezza è il fondamento affinché possa poi iniziare un processo di svincolo psicologico dalla famiglia d’origine. Per favorire questo processo mai puntare il dito contro l’altro perché si rischierebbe solo di rafforzare ulteriormente la dipendenza perché chi si sente ‘puntato’, tenderà a difendersi.
Comunicare e dialogare, invitare a riflettere queste sono le modalità per aiutare l’altro a consapevolizzare. Se ci riesce a fare questo, il resto viene naturale, lo svincolo si attua e la dimensione coniugale ritornerà nella sua pienezza.
Se invece l’altro dovesse essere sordo a ogni tentativo di dialogo in tal senso, allora bisogna prendere atto di tale rifiuto, accettare di essere dipendente e valutare se si tollera e si può tollerare nel tempo tale situazione e nel caso di risposta negativa arrivare anche a mettere in discussione la propria relazione.