1/4 – Introduzione

A volte i genitori si domandano: «Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo? Eppure ce l’abbiamo messa tutta per non fargli mancare nulla». Dubbi legittimi, ma su una cosa possiamo essere sicuri: gli atteggiamenti ribelli e aggressivi non dipendono da noi, anche se in noi trovano un facile bersaglio. C’è chi dice le parolacce, chi non sta mai fermo e chi risponde male: sono i bambini maleducati, temuti dalle mamme per l’influenza negativa che possono esercitare sui loro figli, guardati con ammirazione dai coetanei per il coraggio che dimostrano nello sfidare gli adulti e le loro regole. Ma come mai alcuni piccoli si comportano in questo modo e quando è colpa dei genitori? La ribellione è infatti una spinta vitale del tutto naturale: perché un ragazzo possa diventare uomo, deve affrancarsi da mamma e papà. Ma per farlo ha bisogno di smitizzare, in modo anche ruvido, le figure genitoriali, mettendo in discussione i loro valori di riferimento, il loro modo di pensare, per poi magari recuperarli in seguito.

2/4

Non esiste un modello comportamentale da applicare all’educazione dei figli: ciascun genitore dà una diversa importanza a determinati valori e principi, in base all’educazione ricevuta a propria volta. Per questo motivo, l’origine di una buona o di una cattiva educazione va trovata a monte: se da piccoli non si è stati abituati ad avere rispetto per le altre persone o per le cose, è molto probabile che non ci si preoccuperà di trasmettere questo principio ai propri bambini. Però non sempre è così: può succedere che mamma e papà, pur avendo ricevuto una corretta educazione, non siano stati in grado di trasmetterla adeguatamente ai figli. Se i genitori piegano il proprio ruolo educativo ai capricci di un bambino che mostra un carattere forte o diventano più tolleranti e indulgenti con il tempo può facilmente accadere che due fratellini si comportino in maniera molto diversa tra loro. Nonostante le buone intenzioni, può succedere che i genitori sbaglino per paura di sbagliare.

3/4

Talvolta si riesce a far comprendere al proprio figlio di come ci abbia mancato di rispetto e di quanto ciò ci abbia ferito. Sebbene si sia intavolato magari un rapporto quasi paritario, il rispondere male al proprio genitore è comunque sinonimo di maleducazione e a nessuno piace avere dei figli maleducati, Se la cosa non è mai accaduta in precedenza e si tratta di un fatto unico, cercate di capire cosa ha indotto tale reazione; è possibile che vostro figlio stia passando un periodo di grande stress, e viva situazioni che lo fanno star male fuori o dentro l’ambiente domestico; in tal caso con molta probabilità basterà dialogare un po’ con lui e l’episodio, se pur spiacevole, non si ripeterà.

4/4

Diverso è il discorso quando nostro figlio sistematicamente ci risponde male, mancandoci di rispetto. Ciò significa che ai suoi occhi abbiamo perso ogni autorità e quindi non solo ci considera un suo pari, ma spesso come qualcuno che lo infastidisce impedendogli di dire e fare ciò che vuole. In questo caso, recuperare la situazione diventa molto difficile: si dovrà essere determinati ed autorevoli, ma con diplomazia e dolcezza cercare di parlare con lui mantenendo un punto fermo e soprattutto provvedere ogni qual volta ci risponde male. Le punizioni non costituiscono sempre una valida soluzione e tendono ad inasprire i rapporti, ma l’essere meno permissivi, dire qualche “no” in più, concedere un po’ meno di quanto siamo abituati a fare, potrà ricordargli che, anche se gli vogliamo bene, siamo sempre i suoi genitori e possiamo dare e togliere, premiare o dire di no, a seconda della situazione e dei suoi comportamenti più o meno corretti.