Cosa ha rovinato le donne

Se la nostra società si estinguesse oggi, tipo Pompei ma con meno drammaticità, cosa rimarrebbe agli esploratori del futuro della donna degli anni dieci? Probabilmente qualcuno la ricorderebbe così.

Il favoloso mondo di Amélie

A volte per dare l’idea di qualcosa di devastante si dice:  peggio di una carestia e da oggi per dare l’idea della deriva di alcune donne  si dovrebbe usare l’espressione come Amélie. Perché ha fatto più danni nelle donne il personaggio interpretato da Audrey Tatou che il lancio sul mercato del cono (che stranamente non ha sfondato) per fare pipì in piedi.
La riconosci da lontano. Si veste uguale alla protagonista del film, ha i capelli corti tagliati al millimetro dal 2001, si è probabilmente fatta allargare chirurgicamente le orbite oculari e ha sempre un libro triste in borsa nel quale si sforza di trovare un risvolto positivo. Lo esibisce, solitamente, nelle caffetterie di Monti. Meglio se fuori piove.

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Il piccolo principe

Uno studio di qualche anno fa ha dimostrato come nelle case dei più grandi serial killer americani fosse sempre presente almeno una copia de Il giovane Holden. Nelle case delle donne moderne è sicuramente presente il Piccolo Principe. Alcune lo collezionano e ne hanno decine di copie in vari formati e lingue. Alcune potrebbero avere casa tappezzata di stampe o, peggio ancora, delle citazioni tatuate sul corpo. Basso fianco di solito. «Mi disegni, per favore, una pecora?» «Cosa?» «Disegnami una pecora». Ma nel momento in cui fate questa scoperta sarà difficile tornare sui vostri passi, rivestirvi  e scappare. Sarete già fottuti.  L’essenziale è invisibile agli occhi, del resto. 

Sex and the city

Può una serie tv (e due film a essa ispirati) rovinare una donna? No. Può rovinare una generazione intera di donne, dando vita alla mitologica figura della glitter-emancipata. Beve Martini, fa shopping, parla di tacchi, sesso, sesso orale e posizioni per godere e farlo impazzire con la stessa facilità con cui ti darebbe la ricetta della marmellata di albicocche (se sapesse fare la marmellata di albicocche). In realtà è uno dei soggetti che in assoluto di più rischia di passare il sabato sera a casa, a segnarsi i libri che consiglia Saviano da Maria. Da cui…

Maria

Non è un invito alle droghe leggere, né una redenzione in stile Claudia Koll (o Paolo Brosio, fate voi). È la Signora Costanzo. Ma lei la chiama come se fosse la portiera. L’amica confidente. Le dà del tu. Tipiche le espressioni: ti richiamo che c’è Maria o Zitto che sennò non sento che dice Maria.

L’hashtag

Ovvero come rendere le proprie foto intriganti e visibili al maggior numero possibile di utenti? Usando l’hashtag giusto, naturalmente.
Esce a fare shopping con l’amica, si spara l’inevitabile selfie sulla via dello struscio, poi accede a instagram e: #monday #shopping #friends #stupid  #wonderful #crazy #scarpescarpescarpe #vitamia #amoremio #fashion #justus #shopaholic #pazze #nientemaschi #solonoi #girlpower #amicizia #infinita #aperitime #spritz&love #sempreinsieme

L’amico Gay

Sarò io, ma molte donne che ho frequentato avevano un amico gay. Deve esserci un algoritmo che spiega questo legame, io ci ho rinunciato. Parlano di lui come se fosse un accessorio. Iniziano frasi con Il mio amico gay dice che o Il mio amico gay ha più uomini di me… Gli telefonano davanti a voi, gli dicono ti amo. Al secondo Negroni iniziano a piangere e confessano che lo amano sul serio e non si capacitano che sia omo

Whatsapp.

O meglio, i gruppi su Whatsapp. Sono tanti, totalmente privi di contenuti e in quantità direttamente proporzionale alla loro reale utilità. Potrebbero essere il tema di una rubrica a parte, tra i tanti citiamo:   

  • Il gruppo della piscina.
  • Il gruppo delle femmine della piscina.
  • Il gruppo delle amiche. (siete tante)
  • Il gruppo delle amiche ristrette. (siete di meno)
  • Il gruppo delle amiche top. (siete poche)
  • Il gruppo per il regalo di compleanno di A
  • Il gruppo per il regalo di compleanno di B
  • Il gruppo per il regalo di compleanno di C
  • Il gruppo mamme (se siete mamme)
  • Il gruppo Chi c’è sabato al Room26 (se frequentate discutibili locali romani)
  • Il gruppo Oggi sparliamo di…
  • Il gruppo sto in camerino ecco il selfie che faccio compro o lascio?

L’oroscopo di Internazionale

È il più grande mistero della terra. Ogni giovedì le più elevate menti femminili che io abbia mai conosciuto impazziscono davanti alla più grande supercazzola della storia.
Sai mia dolce scorpioncina l’altro giorno mentre parlavo con uno sciamano di Viterbo questi ha iniziato a cantare Cuccuruccucù Paloma. Cosa vuol dire? Non domandarti cosa può fare Franco Battiato per te ma cosa puoi fare tu per lui. Hai una settimana per pensarci e per solidificare le tue certezze. Non deludermi. 

14 segreti che dovremmo conoscere degli uomini

Ostinarsi a voler comprendere il fuorigioco

Facendo figure barbine.
È fuorigioco quando al momento del passaggio (in avanti) l’attaccante più avanzato della squadra che attacca è al di là della linea immaginaria che attraversa l’ultimo uomo della squadra che difende.
Ora per l’ennesima volta: ci sono maschi che non lo sanno e vivono bene lo stesso. Perché voi insistete? E soprattutto perché continuate a dire FUORICAMPO?

Le dita fuori dalle scarpe

La primavera è così. Un giorno sei in giro coi moon boot e quello dopo fanno trenta gradi e attacchi aggressiva la giornata con delle scarpe aperte. Ed eccole, puntuali come i controllori sul Freccia Rossa,  un paio di dita che escono di due abbondanti centimetri dalle scarpe. Voglia di acquisto compulsivo pure se non c’era il numero? Il tuo piede rifiuta la scarpa aperta e cerca di scappare da quella gabbia? O domanda ancora più semplice: Perché, perché?  

Per gentile concessione di @AnomimoQuadraro (l’uomo che guardava le donne, per venircele a spiegare)