Avere delle fantasie erotiche che hanno per protagonisti personaggi famosi è un fenomeno tutt’altro che raro. Non a caso, alcuni vip – per la maggior parte attori – sono stati definiti sex symbol proprio perché rappresentano non solo l’uomo o la donna ideale, ma l’amante ideale. Quello che la loro immagine – non solo estetica – comunica, infatti, è erotismo allo stato puro, l’essenza del sesso, e perciò è in grado di evocare fantasie e pulsioni sessuali di massa, ovvero condivise da un gran numero di persone. A testimoniarlo, è il fatto che i sex symbol non passino mai di moda, siano immortali, tanto che il fascino di James Dean e Marilyn Monroe continua ad essere attuale ancora oggi, nonostante i tempi siano cambiati.
In altre parole, quelli che noi chiamiamo sex symbol, sono individui in cui si trovano, concentrate e all’ennesima potenza, quelle caratteristiche che la maggior parte degli uomini/donne considera attraenti, sexy, e che spesso ci influenzano anche nella ricerca del partner, nelle nostre passioni e amori.
Ma cosa possono dirci i sex symbol riguardo gli uomini “comuni mortali” che ci piacciono, riguardo noi stesse e le regole dell’attrazione tra i sessi? Per capirlo, abbiamo intervistato la psicologa Alice Natoli.
Marlon Brando e Brad Pitt, Johnny Depp e Paul Newman sono uomini molto diversi tra loro… quale elemento hanno in comune che li rende così attraenti?
“I sex symbol hanno un fisico prestante, ma il loro potere nel suscitare un interesse erotico collettivo non è legato semplicemente all’avvenenza. A livello esteriore, a contare è soprattutto l’espressione di una certa forza fisica, della virilità. Sappiamo che le strategie femminili di accoppiamento sono assoggettate alla necessità di scegliere con cura un partner che sappia provvedere alla compagna e alla prole e deve essere in grado di proteggerli dai pericoli. Ecco dunque l’importanza, per l’attrazione sessuale, del culto del corpo atletico da cacciatore… e per estensione del calciatore!” (David Beckham docet)
Da qui la nostra passione per i lineamenti marcati e le spalle larghe…
“Non solo. Il modello bello e dannato viene associato a maggiori livelli di testosterone richiamando un’idea di mascolinità”.
E riguardo alla personalità, quali sono i tratti salienti?
“Tra gli aspetti centrali, come generosità e successo. L’uomo generoso e capace di condividere, non è centrato su di sé quanto piuttosto sull’Altro, garantisce (almeno nell’immaginario) che le aspettative di cura non vengano disattese. Ed ecco che i sex symbol sono frequentemente impegnati in ambito sociale… Il successo infine, rimanda allo strumento attraverso cui prendersi cura della partner.”
“Ma torniamo ai belli e dannati: ambiguità, ribellione e fragilità sono comuni nei sex symbol. Da un punto di vista squisitamente clinico, si tratta di una certa instabilità esistenziale che tocca i diversi ambiti personali dall’identità (i diversi personaggi passano attraverso continue ridefinizioni di loro stessi), all’umore finendo con le relazioni interpersonali. La vita “dei divini” è caratterizzata molto spesso da relazioni affettive intense e turbolente che terminano bruscamente con crolli e risalite nella vita lavorativa e relazionale”.
Quindi, siamo attratte da un certo alone di mistero e dai contrasti, che però ben riassumono, anche se estremizzata, una complessità comune a tutti gli esseri umani… Ma la domanda che tutte ci facciamo è: “perché ci piacciono tipi così difficili?”
“L’aspetto a mio avviso più importante riguarda proprio l’instabilità esistenziale. Instabile (e mutevole) è eccitante. La ripetitività annoia… E di nuovo la biologia ci aiuta a spiegare perché. Il nostro sistema nervoso è cablato per reagire alla novità. In particolare, i nostri circuiti dopaminergici legati alla gratificazione e al piacere sono anche i circuiti connessi alla ricerca della novità. Si tratta di una questione di ingaggio. Le personalità imprevedibili ed estreme nei loro modi di emozionarsi ci tengono legati, come ipnotizzati, nell’attesa di scoprire cosa accadrà”.
Proprio come in un film eccitante…