Cose da non dire quando si litiga

In vino veritas. Ma in litigio ira funesta. Che rischia di far venire a galla verità scomode e forse anche un po’ montate proprio dalla rabbia del momento. Quante volte litigate con il/la partner? E quante di queste volte vi pentite di quello che avete detto…pardon, urlato in faccia al vostro compagno (o compagna che sia)?

Dicono che litigare per una coppia sia normale. Anzi necessario. Anzi ancora salutare. Perché litigio è confronto, discussione, sfogo; è ristabilire (anche se violentemente, ma comunque prontamente) degli equilibri rottisi per qualche svariato motivo. Oppure può essere la devastazione: perché continuare a litigare senza aver risolto il litigio precedente, rischia di farci precipitare in un vortice infinito capace di centrifugarci fino allo sfinimento. E’ così che, spesso, le coppie scoppiano.

Litigio in coppia: i classici motivi

Dunque litigare fa bene, ma solo a determinate condizioni. Gli psicologi sostengono che si debba imparare l’autocontrollo; francamente credo sia una cosa prossima all’impossibilità, perchè se ti girano e qualcuno ti dice di stare calma, è la volta che i vetri finiscono in frantumi. Tuttavia, se ci sforziamo di prendere determinate abitudini, a lungo andare queste diventeranno le nostre regole non scritte, degli automatismi per cui sapremo ad un certo punto arrabbiarci solo in quel modo e non in un altro. Perchè ci sono parole, azioni, reazioni e pensieri che possono rendere un litigio estremamente distruttivo, anzichè costruttivo. Dunque dobbiamo imparare a evitarli.

Siete come fratello e sorella? E’ finito l’amore? Ecco i segnali

Eccone alcuni:

  • gli insulti pesanti. Quelli con le parolacce, peggio ancora farciti di bestemmie. Quelli che offendono davvero.
  • gli insulti pesanti ad un familiare
  • i paragoni con gli ex: “lui in questo era meglio” oppure “sei proprio come il mio ex, per questo l’ho lasciato”. Un confronto decisamente inutile e svilente, per quanto lì per lì possa lasciarti la soddisfazione di aver inferto un fendente quasi mortale
  • le minacce per attirare l’attenzione; quelle che contengono parole come “suicidio” o follie di vario genere. Fanno cadere in ricatti morali che ti screditeranno, e non poco, agli occhi del partner. E anche a quelli di te stessa.
  • rinfacciare le questioni economiche. Non è carino. Sempre che lui non sia un incallito giocatore patologico, abituato a scialacquare tutto.
  • la ridarella incontenibile: non c’è niente di peggio di qualcuno che ti ride in faccia mentre tu stai sforzandoti di tirare fuori tutta la tua rabbia repressa. A volte è una reazione nervosa, ma chi la subisce si sente preso letteralmente per i fondelli. Piuttosto chiudeti in bagno finchè non ti passa.
  • non dare la possibilità all’altro di replicare, non ascoltare, infilarsi le cuffie, alzare il volume di radio o tv: tutte azioni che precludono il dialogo e il confronto per cui i litigi dovrebbero essere così proficui.
  • “avevano ragione le mie amiche, (o peggio) mia madre, (o peggio ancora) i tuoi amici”. Gli estranei nelle vostre discussioni non devono proprio entrare, nemmeno con frasi simili: si tratta di un momento solo vostro, che sia di distruzione oppure di crescita.
  • rinfacciare i sacrifici, fatti sicuramente con amore, ma che in quel momento diventano dei mostri da sbattergli in faccia. Non c’è cosa più di questa di cui potreste pentirvi.
  • le colpe: stanno sempre da due parti, quindi addossarle tutte su di lui vi metterà su piani differenti, da cui poi sarà difficile scostarsi; e in una coppia l’equilibrio delle parti è (quasi) tutto.
  • sminuire: i dolori, le gioie e la persona stessa. Non funziona perchè anche qui si creano disequilibri importanti, livelli differenti che fra loro non comunicano
  • mettere in discussione la fiducia e il livello di comprensione dell’altro. Mettersi in discussione per prime potrebbe forse porvi allo stesso livello, ma le accuse gratuite proprio non vanno.
  • Frasi come “se mi amassi davvero, lo faresti…” per quanto difficile, occorre capire che sono molte le sfumature soggettive dell’amore: lui ha il suo modo di amare e di dimostrarlo, sicuramente diverso dal tuo. Accettalo.

In generale sappi che se dopo un litigio non riesci a parlare con più calma e ti senti stanca e dolorante, la questione non è risolta e dunque potenzialmente pericolosa.

I consigli per superare ostacoli simili? Criticare l’atto e non la persona, allontanarsi per qualche minuto/ora per sbollire la rabbia e vedere tutto con maggiore lucidità, pensare alla forza distruttrice che possono avere le parole e infine fare attenzione alla distribuzione dei tempi: se uno dei due grida o inveisce per più tempo dell’altro, significa che qualcuno ha staccato la spina dal confronto e i livelli sono nuovamente disomogenei. Occorre fare una pausa e magari riprendere dopo un po’ con altri toni di partenza. Dunque arrabbiati pure, ma sempre continuando a usare la testa. Pensi di poterci almeno provare?