Archiviate ormai da tempo le avventure estive, ma anche il periodo della autumn blues (la tristezza invernale), adesso è il momento della cuffing season, quando cresce la voglia di coccole al caldo, mentre fuori il termometro scende. Ma soprattutto di trascorrere le giornate in compagnia del partner, esistente o da trovare.

Cosa vuol dire cuffing season?

Cuffing season si intende il desiderio di fare coppia, di avere un partner con cui trascorrere la stagione invernale, quella che sta per iniziare e che è caratterizzata dal clima più freddo, che fa aumentare la voglia di “rintanarsi”, di “ammanettarsi” (dall’inglese cuffing, appunto). Nulla a che vede con le pratiche bondage, quindi, bensì qualcosa di più intimo. La «cuffing season coincide con il periodo più freddo dell’anno e le persone hanno voglia di trascorrerlo con qualcuno che si prenda cura di loro», si legge sui social, dove l’hashtag #cuffingseason impazza in queste settimane.

Cuffing season: perché in inverno cresce la voglia di intimità

Nell’immaginario comune implica l’idea di passare del tempo al caldo, tra le mura domestiche che diventano come una sorta di nido, in compagnia dell’altro o dell’altra, magari sotto le coperte, a letto o sul divano, tra coccole, ma anche tv e relax o comfort food. «In questa stagione dell’anno è normale che ci sia una certa tendenza al ritiro. Al di là di possibili alterazioni dell’umore, che può risentire degli effetti stagionali, c’è sicuramente una maggiore propensione al ritiro ambientale – complice il meteo – e sociale: si sta più volentieri a casa e si prediligono attività che prevedono una minor esposizione», spiega Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa della Società Italiana di Sessuologia e Psicologia (SISP).

Qualcuno con cui condividere le coccole

Nella maggior parte dei casi e in soprattutto ai single, dunque, capita di avere voglia di condividere questo periodo dell’anno con un partner. «Molti studi hanno mostrato gli effetti delle influenze ambientali sulla psiche – spiega l’esperta – Il meteo può favorire il potenziamento di alcuni aspetti, e quindi comportamenti, rispetto ad altri. Dal punto di vista della affettività e della sessualità per alcune persone questo periodo può essere propizio per dedicarsi a determinate attività da fare in casa. Ma attenzione: può esserci un rovescio della medaglia: per chi è caratterialmente meno propenso ad aprirsi, potrebbe essere più difficile trovare occasioni di incontro». Non a caso proprio in questa stagione si assiste a un boom di ricorso ai siti di dating.

Desiderio da single o anche di coppia?

Molte piattaforme di dating online registrano, infatti, un aumento di accessi. In realtà la cuffing season può essere vissuta sia in una dimensione di coppia che da single: «Chi ha una relazione consolidata, per esempio un rapporto di medio o lungo periodo, approfitta per regalarsi momenti di intimità. Per esempio, alla domenica pomeriggio invece che andare al mare, preferisce dedicare del tempo alla coppia – conferma Cosmi – Per i single, invece, può essere il momento in cui si cercano nuove relazioni. Certo, molto dipende dalla personalità anche se, grazie alla tecnologia e a internet, può essere più semplice fare incontri pur uscendo meno di casa, come invece avviene in primavera o in estate»

Le “manette” della cuffing season

Il termine cuffing season è un neologismo. La prima volta che ha fatto la sua comparsa è stato nel 2011 all’interno del Urban Dictionary, ma sui social è molto diffuso. Se letteralmente indica il desiderio di essere “ammanettati/e”, in realtà è appunto un fenomeno quasi fisiologico: «Credo che sia sempre esistito, con la differenza che oggi gli si dà questo nome», osserva la sessuologa, secondo cui «il desiderio di relazioni non viene meno in inverno e alcuni comportamenti sessuali non subiscono variazioni, nonostante si possano manifestare in maniera differente a seconda delle stagioni».

Come le stagioni influenzano i comportamenti

La cuffing season rientra, dunque, tra i fenomeni che risentono del cambio delle stagioni, come l’autumn blues, da cui comunque si differenzia: «In autunno si vive il cambiamento di stagione: il nostro corpo inizia a risentire dell’accorciamento delle ore di luce, del cambio di orario col passaggio all’ora solare, ma anche della diversa routine: si torna al lavoro, non si va più al mare, per esempio, ma è ancora tempo di sciare, sempre per rimanere nell’ambito di attività tipiche che possono piacere agli appaggionati. È una fase di transizione, non si è più né carne né pesce e questo portare a un nuovo assetto affettivo- emotivo, che può portare tristezza. Con l’inverno, invece, c’è maggior vivacità, legata all’atmosfera natalizia con luci e colori, o all’inizio proprio della stagione sciistica». Per questo si può sentire il desiderio di condividere le emozioni nuove con qualcun altro.

In inverno ci si scopre meno

Le emozioni, però, possono essere vissute in modo diverso a seconda del periodo dell’anno. «Sappiamo che notoriamente la primavera è la stagione della “rinascita”, quella in cui sbocciano i sensi sia per l’uomo che per il mondo animale. L’estate, invece, è quella in cui ci si espone maggiormente, anche fisicamente. In inverno, invece, ci si scopre meno, in tutti i sensi – spiega Cosmi – Cambia, quindi, anche il tipo di sperimentazione a due. Si diventa un po’ più letargici. Il desiderio sessuale può quindi risentire dell’aspetto ambientale». A differenza del letargo vero e proprio, però, i sensi non vanno a riposo e la cuffing season lo dimostra.

L’identikit dei cuffing addicted

Nonostante la cuffing season sia un fenomeno che riguarda soprattutto i single, non ci sono differenze di genere: «Questa condizione emotiva può interessare donne e uomini. Quanto all’età, i più coinvolti possono essere i giovani adulti, quelli che non vivono più in casa con i genitori, che hanno un proprio “nido” e desiderano condividerlo in qualche modo. La vera differenza, in effetti, riguarda la propensione all’accoglienza che possono nutrire le persone: c’è chi, pur avendo il desiderio di ritiro domestico, fatica ad accogliere l’altro, e chi invece è psicologicamente più aperto. C’è poi una questione di indole: c’è chi ha difficoltà a trascorrere tempo da solo e dunque può essere più motivato a cercare compagnia, e chi invece vive la dimensione domestica con maggiore riservatezza. Ciò che può fare la differenza, infine, è la fase della vita che si sta vivendo», sottolinea la psicoterapeuta.