Chiara cara, da 6 anni ho una relazione con G. Da 5 e mezzo non sono felice, eppure non riesco a staccarmi da lui. L’ho conosciuto a pochi mesi dal mio 40° compleanno, mi sembrava un premio per la fatica che mi era costata la mia vita fino a quel momento: la morte di mia madre quando ero una bambina, un padre anaffettivo, un’anoressia che si è ingoiata la mia adolescenza, un matrimonio con un uomo che mi ha tradito perfino con una mia amica… Finché, appunto, non arriva G. Un uomo perbene, con cui ho una splendida intesa sessuale, ma con cui il mio cuore non si sente a casa. Io sono una persona molto emotiva, lui è razionale; io sono piena di amici, lui diffidente. A volte provo a confrontarmi, ma alza un muro, e io allora torno alla bella recita di cui ha bisogno. Perché non riesco a lasciarlo? Roby
Subito cara Roby, non riesci a lasciare G. perché, temo, la relazione con lui, proprio mentre ti lascia il cuore scoperto, è fin troppo familiare al cuore della bambina che sei stata. Un cuore affamato e abituato a stare senza: senza la presenza di una mamma, senza l’abbraccio di un papà, senza mangiare, senza la fiducia in un marito. Senza, insomma, tutto quello che mangiare, senza la fiducia in un marito. Senza, insom nutre. G. era mascherato da salvatore, eppure ti ha portata di nuovo a tu per tu con la tua fame. Potrebbe però rivelarsi davvero un salvatore se, finalmente, ti permetterà di affrontare quella fame. Guardarla negli occhi, andare fino in fondo alla tua storia perché il vuoto sia qualcosa che tu sai gestire e non qualcosa che gestisce te. Ti sono vicina, in questa traversata.