Si inizia con una piccola provocazione, poi si risponde a tono, una cosa tira l’altra ed ecco che ti ritrovi immersa in un litigio dove il tuo interlocutore ha deciso di avere ragione. E tu non puoi farci nulla. O forse sì?
È davvero molto semplice lasciarsi trascinare in discussioni senza, in cui i toni si fanno sempre più pesanti e diventa complicato esporre il proprio punto di vista senza cadere nell’insulto e nella “frase ad effetto”. Litigare è all’ordine del giorno in qualsiasi tipo di contesto, da quello lavorativo a quello familiare, dalle relazioni sentimentali fino alle amicizie.
Tutto sta a noi, nell’impegnarci a trovare la chiave per far valere le nostre ragioni in modo elegante e senza scadere nelle facili volgarità. Che, in fondo, non portano proprio a nulla di buono.
Mantieni un tono di voce pacato
Che, tradotto, vuol dire semplicemente: non urlare. Nei litigi è piuttosto comune che i toni si facciano sempre più accesi, in un esponenziale montare di rabbia, agitazione e frustrazione che si fa via via insostenibile. Può darsi che parta dal nostro interlocutore ed è proprio questo il punto: se vogliamo davvero far valere le nostre ragioni con eleganza non possiamo farci trascinare in questo vortice di sentimenti negativi.
Mantenere un tono di voce pacato ci aiuta in due diversi modi. Prima di tutto serve a noi, perché evitando le urla e i gesti inconsulti diamo alla nostra mente (e di conseguenza anche al corpo) l’input per restare tranquille, senza dare subito in escandescenze.
E poi c’è l’altro aspetto di cui tener conto: iniziando ad urlare non facciamo altro che autorizzare il nostro interlocutore a risponderci a sua volta con un tono sempre più aggressivo. Il modo di porsi anche di fronte a un pesante litigio ci può consentire di “estinguerlo” prima del previsto.
Ascolta le ragioni dell’altro
Se vogliamo davvero far valere le nostre ragioni in modo elegante durante una brutta lite, forse dovremmo per un attimo cambiare punto di vista e immedesimarci nei panni dell’altro. Per quanto possano sembrarci in conflitto con le nostre, ascoltare le ragioni altrui e dargli la possibilità di spiegarsi è un’arma a nostro vantaggio.
Spesso le discussioni si alimentano proprio perché nessuna delle parti è disponibile all’ascolto. Così facendo ognuno continuerà a sostenere di aver ragione a prescindere senza comprendere cosa intende dire l’altra persona. E magari eliminando del tutto la possibilità di trovare un punto di incontro e smetterla per una buona volta di “darsele”.
No ai “colpi bassi”
Per far valere le proprie ragioni e reagire alle provocazioni in modo elegante bisogna prima di tutto usare un linguaggio civile. Non possiamo lasciarci andare a facili volgarità, sebbene sembri la soluzione più ovvia (e liberatoria) in certi casi. Questo è solo un modo per peggiorare la situazione, specialmente a nostro sfavore. Alla fine non faremo altro che ritrovarci ad aver litigato con quella persona, insultandola con parole orribili e senza aver in alcun modo spiegato il nostro punto di vista.
I “colpi bassi” lasciamoli a chi non ha un briciolo di dignità. Anche se siete in effetti dalla parte della ragione nel caso specifico, usare mezzucci offensivi e provocatori vi pone automaticamente dalla parte del torto. E tutto ciò che otterrete da un comportamento simile è uscirne sconfitte, da persone che non sanno intavolare una conversazione civile.
L’autoironia può tornare davvero utile
In genere quando ci si ritrova nel bel mezzo di una lite si diventa bersaglio di una “sparatoria” di insulti da parte di chi ci sta davanti. Avete presente i “colpi bassi” di cui parlavamo poc’anzi? Vecchi dissapori, una frase pronunciata da voi secoli fa e che ormai neanche più ricordate. O ancora una freccia tagliente che va a colpire proprio lì, sul vostro punto debole: può essere il rapporto con il vostro corpo o con un difetto fisico, una situazione che vi ha fatto stare male, un fallimento. Tutti questi sono alcuni dei famosi “colpi bassi” che se volete far valere le vostre ragioni con eleganza dovreste proprio evitare.
Il provocatore, dal canto suo, probabilmente li userà, eccome. Ma con la sempreverde arma dell’autoironia possiamo dargli del filo da torcere. Una battuta autoironica nel bel mezzo del suo excursus di insulti e parole pesanti, può avere un effetto devastante: “colpendo” voi stesse, lo spiazzate interrompendo di fatto il suo sproloquio. Mica male!
Il preziosissimo silenzio
C’è tutta una serie di sentimenti contrastanti nei confronti del silenzio che dovremmo davvero rivalutare. Rispondere con indifferenza o non rispondere a una provocazione durante un litigio, non significa subire passivamente accettando senza batter ciglio ciò che l’altro vuole imporci.
Il silenzio può essere un ottimo modo per smorzare i toni. Pensateci bene: se una persona vi urla contro o vi insulta con complimenti affatto dolci, se vuole avere ragione a tutti i costi e continua a parlare ininterrottamente da ore, col vostro silenzio non farete altro che non dare troppa importanza a tutto questo.
Senza contare che il silenzio apre uno spiraglio per il nostro obiettivo principale, quello di far valere le nostre ragioni restando eleganti. Smorzando i toni e portando l’altro ad eclissarsi pian piano, ci possiamo ritagliare uno spazio per esprimere il nostro punto di vista.