Una vita professionale e uno o più figli. Riuscire a incastrare impegni di lavoro con le esigenze dei bambini e della famiglia nel 2019 sembra sempre più impegnativo, anche se non impossibile. Per chi ci riesce, soddisfazioni e benefici sono alle porte nonostante la strada per il raggiungimento di questo traguardo sembra piuttosto impegnativa, come rivela una recente ricerca.
Quando la mamma è stressata
Il sondaggio, il più ampio mai realizzato finora sul tema, indica (come pubblicato su British Sociological Association Journal Sociology e poi riportato anche dai maggiori quotidiani britannici come il Guardian e il Telegraph) che prendersi cura della famiglia e della casa, e allo stesso tempo lavorare, sembra sempre più un’impresa da equilibristi, oltre a essere una fonte di notevole stress. Soprattutto per i genitori di bambini piccoli.
Le neomamme infatti sono particolarmente a rischio di conflitto tra lavoro e famiglia poiché, le condizioni d’impiego non flessibili e un orario di lavoro prolungato mal si conciliano con le esigenze familiari provocando sensi di colpa e un’evidente reazione negativa allo stress, che non si conclude alla fine della giornata lavorativa.
Lo studio britannico
Secondo lo studio condotto dall’Università di Manchester, insieme al team dell’Istituto per la Ricerca Sociale ed Economica dell’Università di Essex, i dati rilevati dagli infermieri su 6.025 donne partecipanti alla Household Longitudinal Survey, indicano che le mamme impiegate a tempo pieno arrivano a un livello di stress quantificabile al 18% se hanno un solo figlio, per toccare la vetta del 40% se hanno 2 bambini. Tutto questo, lavorando lo stesso numero di ore e nello stesso luogo anche di chi figli non ne ha.
Dalle informazioni raccolte tra il ritmo di lavoro, i livelli di ormoni e di pressione sanguigna delle donne prese in esame, i ricercatori inglesi hanno registrato 11 biomarcatori legati allo stress cronico. Il prezzo che l’organismo paga per adattarsi alle condizioni mutevoli che affronta, indica una cattiva salute e un maggior rischio di morte nei casi più gravi. Mentre si parla di irritabilità, ansia, stati depressivi, insonnia e mal di testa in quelli più lievi.
Una situazione che si è andata via via aggravando negli ultimi 20 anni anche in Italia, con l’aumento delle responsabilità delle madri lavoratrici soprattutto con figli totalmente a carico.
Come trovare il giusto equilibrio tra famiglia e lavoro
Alla luce della ricerca britannica vediamo che cosa stressa di più le mamme al lavoro insieme a un’esperta del MICAP (Master Internazionale in Coaching ad alte Prestazioni), la coach Nadia Plebani che aiuta le donne a trovare un equilibrio tra le numerose attività quotidiane legate ai ruoli di mamma, moglie e lavoratrice.
Godersi il “qui e ora”, senza sensi di colpa
“Ai miei corsi insegno a ‘spacchettare’ ogni tipo di problema andando ad analizzare per punti le priorità che ci sono in ogni specifico momento della giornata. Sia a casa che sul lavoro. Può sembrare una sciocchezza, ma tra ciò che risulta più ostico da risolvere c’è pretendere di avere sempre la casa a posto. Per alcune mamme il passaggio tra non essere più una coppia ma una famiglia con figli a volte risulta difficile da metabolizzare. Soprattutto per quanto riguarda le pulizie e il poco tempo da potervi dedicare.
Mantenendo ovviamente un buon livello di igiene, la priorità deve essere quella di godersi il “qui e ora” con i figli, particolarmente nei primi anni di vita. Avremo tempo per avere una casa perfetta, con specchi luccicanti, divani in ordine e water che brilla e profuma. I nostri figli sono piccoli adesso. Per esempio, dedichiamo il nostro tempo prima di andare al lavoro non a rassettare ma a godersi l’orario della colazione insieme lasciando magari le pulizie alla mattina del weekend e nell’orario in cui i bambini dormono ancora”, spiega la coach. Stessa cosa vale per i pasti.
“Semplificare diventa il must della mamma-lavoratrice. Affidarsi alla spesa online anche di piatti già pronti e ai servizi di delivery può aiutare a superare il peso della preparazione di una cena e quello dei sensi di colpa se non si ha voglia e forza di preparare manicaretti”, dice Nadia Plebani.
Multitasking solo quando serve
Una delle situazioni più comuni è quella di fare più cose insieme, e di solito, male. “Non abusiamo del fatto di essere delle capaci multitasking. Il nostro mantra deve essere ‘una cosa per volta’ “, dice Plebani. Un esempio pratico? “Imponiamoci di stare mezz’ora senza cellulare a giocare o a parlare con i nostri figli. Nei minuti successivi, soprattutto i più piccoli, saranno più propensi a lasciarci fare le nostre cose. impariamo a rispondere a una chiamata o alle mail senza stress”.
Imparare a delegare fa bene a tutti
Quando delegare diventa uno scoglio bisogna ricordare che chiedere aiuto non è un fallimento. “Anzi. Delegare vuol dire dare fiducia. Non si deve temere di domandare al partner o a qualche altra persona a noi vicina di darci una mano perché saranno capaci di farlo. Ognuno in famiglia può collaborare alle incombenze della giornata attraverso la creazione di una lista di responsabilità domestiche. In questo modo, ognuno farà la sua parte. Questo vale anche sul lavoro: saper delegare a un collaboratore una parte dei propri compiti, dove è possibile, vuol dire imparare a diventare leader (anche di se stessi) e, nel contempo, far crescere i propri colleghi”, sottolinea la coach Nadia Plebani.
Scegliere rende più forti
Le donne che hanno scelto di essere mamme e di lavorare sono donne gratificate nella vita personale e professionale. “Scegliere, e non subire, rende più forti. Scegliere di diventare madri e di proseguire con la propria carriera, quando si è trovato il giusto equilibrio, porta a una stabilità ed elasticità interiore. Lavorare significa farsi strada e affermarsi all’interno della società. La chiave del successo è concentrarsi, dunque sugli obiettivi, mettere a punto un piano, e organizzarsi”, continua Plebani.
Lavorare rende indipendenti anche i figli
Bando dunque ai sensi di colpa se si “lasciano” i figli. “Va ricordato che per la crescita serena e armonica della personalità di un bambino non è la quantità di tempo trascorsa con i genitori, ma la qualità che conta. Il benessere dei figli è condizionato dal benessere della mamma e dallo stare bene con lei. Una mamma che lavora e si sente realizzata al rientro a casa dopo una giornata di lavoro, vive quel momento con tutta l’intensità e il desiderio reale di stare con i propri figli portando a sé e a loro vera felicità. Oltre all’indipendenza economica, lavorare vuol dire inoltre regalare l’opportunità ai propri piccoli di essere più indipendenti e di imparare fin da subito a relazionarsi con il mondo degli adulti, quali i nonni, la tata o gli insegnanti”, conclude la coach.