Come parlare di sesso ai figli a seconda dell’età? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Dolores Bracci, sessuologa, che ci ha consigliato come affrontare la sessualità nelle diverse tappe di crescita.
Sessualità infantile
Nonostante spesso si pensi che la sessualità emerga nella pubertà, in realtà questo avviene già nella prima infanzia: i bambini iniziano a notare le differenze tra maschi e femmine, esplorano la propria corporeità, fanno domande, soprattutto nel caso sia in arrivo un altro figlio.
Come spiega la sessuologa Dolores Bracci, «è bene che i genitori considerino che la sessualità fa parte della vita dalla nascita alla morte, e che i bambini non sono esseri asessuati. Il che non vuol dire che abbiano una sessualità adulta, ma bisogna tener presente che anche i più piccoli hanno sensazioni e pulsioni sessuali del tutto normali, che non vanno demonizzate, né ignorate».
Per questo i genitori dovrebbero cercare di far capire loro sin da subito che il sesso non è un argomento tabù o una cosa sbagliata, ma anche che ci sono dei limiti da rispettare, così che maturino un sano ed equilibrato senso del pudore.
«Ad esempio, bisogna fare attenzione a non avere comportamenti che potrebbero turbare i bambini pensando che non capiscano, mettere dei paletti per quanto riguarda il contatto fisico con i genitori, cosa non si può fare in pubblico, che alcune cose sono private» aggiunge la sessuologa.
L’età dei perché
I bambini sono curiosi di tutto: di come nascono, da dove vengono, perché il loro corpo è diverso… E spesso le loro domande possono mettere in imbarazzo o in difficoltà i genitori.
«Rispondere alle domande dei figli è sempre un bene, senza essere sbrigativi o fargli pensare che sia un argomento tabù: creare un clima favorevole, in cui i figli si sentano liberi di esprimere i propri dubbi e fare domande è importantissimo anche per gli anni a venire. Inoltre, sapendo che prima o poi bisognerà rispondere, è bene documentarsi o chiedere ad un esperto, se ci si sente impreparati. Se proprio non si sa come rispondere, è meglio dire non lo so, e promettere di rispondere in un secondo momento, piuttosto che eludere la domanda» spiega la dottoressa Bracci.
Scuola elementare
«Quando i bambini vanno alle elementari, andrebbe approfondita la tematica della procreazione, anche se è già stata accennata in precedenza. E nonostante ci sia la scuola, è bene che i genitori se ne occupino in prima persona, spiegando ai figli quali sono le differenze tra i sessi, le fasi dello sviluppo a cui stanno per andare incontro, che cos’è un rapporto sessuale, perché le persone lo fanno e a che cosa serve. Inoltre, è bene che gli vengano spiegati quali sono i confini della loro dimensione intima e privata, anche per tutelarli da individui ambigui» afferma la sessuologa.
Scuola media
E quando i figli iniziano a crescere? Come spiega la dottoressa Bracci, «quando compaiono le prime pulsioni e i primi segnali della maturazione sessuale, normalmente negli anni della pre-adolescenza, oltre a spiegare ai figli cosa sta succedendo al loro corpo e a seguirli in questa trasformazione, bisognerebbe – magari già dalla quarta o dalla quinta elementare – dare anche delle nozioni in merito alla cosiddetta educazione sentimentale: fargli capire che il sesso è un modo non solo per far nascere i bambini ma anche per esprimere sentimenti ed emozioni, e che la sessualità ha un valore integrabile in un’unica dimensione umana».
Adolescenza e prime esperienze sessuali
«Quando i figli entrano nell’adolescenza e stanno per vivere le loro prime esperienze, è bene che non arrivino impreparati: bisogna parlare dell’importanza del sesso sicuro, delle malattie sessualmente trasmissibili, delle precauzioni da prendere, della contraccezione. Ma anche del ruolo del piacere sessuale, di tematiche come la masturbazione, l’omosessualità» spiega l’esperta.
E se non mi ascoltano più? «Dopo i 13 e i 14 anni, il gruppo dei pari è di fondamentale importanza, e il fatto che i ragazzi non ascoltino i genitori è normale. Per questo, piuttosto che imporsi o cercare di impartire delle lezioni, è più efficace cercare di farli parlare ed esprimere opinioni su fatti di cronaca che riguardano la sessualità, o magari prendendo spunto da un libro o un film… In questo modo i ragazzi non si sentono attaccati personalmente, ed è possibile instaurare un dialogo aperto».
Teenager: i dubbi sul sesso
«Per quanto l’educazione sessuale fornita dai genitori possa essere stata accurata, i ragazzi avranno sempre delle curiosità e dei dubbi: ad esempio sulla prima volta, sulle pratiche sessuali, sul piacere e sulle sensazioni che provano. Nella maggior parte dei casi, per avere delle risposte preferiscono affidarsi ai consigli degli amici o a quelli che trovano in rete – spiega l’esperta – È importante che i genitori siano disponibili al dialogo, ad accogliere eventuali domande e confidenze, facendo sentire ai figli che sono presenti, ma senza fare troppe pressioni».
Età adulta
Poiché il sesso è una dimensione che ci accompagna per tutta la vita, l’educazione sessuale continua anche quando si è adulti e ormai si conoscono i fondamentali. La sessualità infatti è un percorso che si integra e si evolve continuamente con l’esperienza, ed è proprio il mantenere uno spirito di apprendimento e di ricerca che permette alla sessualità di evolversi e di diventare sempre più appagante.
Ad esempio, ci si chiede come provare più piacere o farlo provare al partner, si va alla ricerca di nuove tecniche, posizioni… non a caso, esistono video espliciti di educazione sessuale per adulti, che servono proprio ad arricchire il proprio bagaglio erotico, imparando a conoscere meglio il proprio corpo e come sfruttarne le infinite potenzialità.