Essere genitori è il mestiere più bello, ma anche il più complicato del mondo, e l’educazione sessuale a volte alza il livello di difficoltà. Abbiamo chiesto alla sessuologa Dolores Bracci di darci qualche consiglio per parlare di sesso ai figli.
1. L’educazione sessuale è un compito dei genitori
La sessualità è una pulsione che ci accompagna per tutta la durata della vita, fin dai primi anni di vita. Inoltre, viviamo in un mondo ipersessualizzato, pieno di immagini allusive e di stimoli erotici. I bambini quindi vivono già immersi in un mondo in cui il sesso presente, e anche se non lo capiscono, lo percepiscono.
«Per questo è meglio che siano innanzitutto i genitori a spiegargli che cos’è e come funziona il sesso, in modo che la loro sessualità non si formi senza una guida e siano protetti da una visione del sesso legata ad esempio al potere o alla violenza, o a una dimensione esclusivamente clinica e riproduttiva» spiega la sessuologa.
2. L’educazione sessuale non è solo riproduzione
«Anche se le prime domande dei figli riguardano come nascono i bambini, è bene sapere che l’educazione sessuale non riguarda solo la riproduzione, ma deve essere integrata con quelli che sono gli aspetti affettivi, relazionali e ludici. Dovrebbe essere un’educazione anche sentimentale, in cui sia presente la dimensione dell’intimità, in cui sia spiegato – per quanto imbarazzante, poiché appartiene a una sessualità adulta – il ruolo del piacere, anche svincolato dalla procreazione».
In altre parole, non bisogna spiegare ai figli solo come funziona il sesso, ma anche perché è bello.
3. Educazione sessuale a 360 gradi
«Un altro elemento importante nell’educazione sessuale è l’approccio alla sessualità che viene comunicato ai figli. Deve esserci un pensiero consapevole, una visione d’insieme della sessualità che guidi i bambini e i ragazzi nel vivere le proprie pulsioni in modo sano ed equilibrato, in cui non sia un tabù, ma un elemento naturale. In altre parole, al sesso va attribuito un valore “umano” che integri tanto la dimensione scientifica e anatomica, quanto quella relazionale e personale», spiega la dottoressa Bracci.
4. Anche i genitori devono “ripassare” l’educazione sessuale
«Sapendo che i figli affronteranno a breve una certa fase del proprio sviluppo sessuale, è bene che i genitori arrivino preparati. Senza ansia, bisognerebbe ripassare magari qualche nozione di anatomia, riflettere sul valore che si vuole trasmettere ai figli riguardo al sesso, spiegare qual è il ruolo del piacere e dell’affettività, così come informarsi sulla sessualità degli adolescenti di oggi, sulle malattie sessualmente trasmissibili, sulla contraccezione e i rischi del sesso non protetto, in modo da poter educare i ragazzi a un sesso che sia anche sano e sicuro. Tutto questo, andrebbe fatto prima che i figli abbiano compiuto i 15 anni» sottolinea l’esperta. E in ogni caso, meglio tardi che mai.
5. L’educazione sessuale non è tabù
«Nonostante le difficoltà che si possono avere come genitori nel parlare di sesso o rispondere ai dubbi dei figli, dovremmo sforzarci di superarle per il loro bene, di affrontare l’argomento senza aspettare che siano i figli a chiedere: ricordiamoci di quando eravamo noi nel ruolo di figli, le fasi che abbiamo attraversato e quanto magari ci sarebbe stato utile avere una guida. Soprattutto, bisognerebbe creare un clima in cui il sesso non sia tabù e se ne parli con naturalezza: è fondamentale che i figli si sentano liberi di fare domande, senza sentirsi inibiti, intimoriti o (troppo) imbarazzati. Inoltre, è meglio che – nonostante l’educazione sessuale sia una responsabilità di entrambi i genitori – sia la madre ad occuparsi un po’ di più della figlia, e il padre del figlio» aggiunge la sessuologa.
6. Rispondere ai dubbi dei figli sul sesso
«I genitori non possono non comunicare qualcosa riguardo al sesso, e le domande dei ragazzi non possono essere ignorate, non devono restare senza risposta: piuttosto, se non ci si sente preparati o non si sa come rispondere, meglio rispondere “non lo so” e informarsi in seguito, che lasciare cadere la domanda nel vuoto. Inoltre, le risposte non dovrebbero mai essere sbrigative: meglio spiegare anche il perché delle cose, esplicitare le motivazioni».
7. Educazione sessuale, in equilibrio tra pudore e libertà
«Il sesso è un argomento naturale, e di certo non deve essere un tabù, ma un argomento di cui si parla con una certa libertà. Tuttavia, se non bisogna essere iperprotettivi o repressivi, non bisogna neanche eccedere nel senso opposto: al fare domande non ci deve essere un limite, ma ci deve essere un discriminante su ciò che è lecito dire e fare, ci deve essere un confine tra figli e genitori, che non devono essere amici, ma delle figure di riferimento. Avere confidenza va bene, ma entro certi limiti. E la sessualità, se non va nascosta, non va nemmeno ostentata, né con il comportamento né a parole».
8. La privacy tra genitori e figli
«Sempre riguardo all’equilibrio che ci deve essere tra libertà e pudore, è necessario che ci sia una giusta distanza tra genitori e figli. I genitori devono considerare gli effetti che l’intimità, sia tra loro, che con i bambini potrebbe avere sui figli, e insegnare il rispetto della privacy e dell’intimità altrui. Ad esempio, i bambini non dovrebbero dormire nel letto con i genitori, e le porte delle camere dovrebbero essere chiuse, e bisognerebbe insegnare a bussare, prima di entrare. Questo sia per una questione di confini, che per proteggere la dimensione della coppia dei genitori. Viceversa, con i figli non bisogna essere invadenti, considerare che anche loro hanno delle sfere private».
9. L’educazione sessuale è anche dare il buon esempio
«I genitori devono essere consapevoli che la sessualità dei figli non si forma solo in base a quello che diciamo, ma soprattutto in base al modello di comportamento che gli proponiamo. A partire da quello che vedono in famiglia, costruiscono le loro idea di relazione di coppia, il loro rapporto con l’altro sesso e l’immagine di sé. Per questo è importante dare loro il buon esempio, anche riguardo la moralità, sforzarsi di essere coerenti con i valori che si vogliono trasmettere: una madre che ostenta la sua sensualità, o un padre che fa commenti espliciti sulla velina di turno, non risulta credibile nel rimproverare la figlia perché si veste in maniera provocante. Allo stesso modo, un padre che predica il rispetto per le donne al figlio, e poi tratta male sua moglie, renderà sprecate tante belle parole».
10. Quando il sesso è una cosa da grandi
«Nel considerare che i figli hanno una propria sessualità, non bisogna però commettere l’errore di esporli a discorsi e comportamenti che fanno parte della vita adulta, e che loro non possono capire: bisogna proteggere i figli e tutelarli da aspetti che potrebbero formare in loro una visione del sesso e delle relazioni distorta, rispettare i loro tempi. Ad esempio, si deve tener presente che se alcuni argomenti non imbarazzano i genitori, potrebbero imbarazzare o infastidire i figli; oppure che i ragazzi non sono in grado di cogliere l’ironia o il sarcasmo in certe battute, o di comprendere alcune situazioni “da grandi”: per questo è sempre meglio evitare di litigare davanti a loro, o di criticare il partner, così come lasciarsi andare ad effusioni troppo spinte» conclude la sessuologa.