Errori da non fare nei primi mesi di una relazione
I primi mesi di una relazione sono bellissimi. I primi mesi di una relazione sono un incubo. Bipolari? No, oneste: la famosa fase dell’innamoramento ti fa sentire su di giri ma è anche molto delicata, piena di ansie: sto correndo troppo? Prova quello che provo io? E se non gli piaccio? E se mi lascia? Tutti gli ormoni possibili – adrenalina, endorfine, ossitocina – sono ai massimi e basta un messaggino in meno o in ritardo di 10 minuti per passare dall’euforia all’angoscia.
Tutta questione di sicurezza
Per quanto difficile, dovresti focalizzarti su queste due cose: che non ti manca niente e che non hai tempo da perdere. Più leggerezza, ma soprattutto, più sicurezza in te stessa. A scegliere sei tu. Dopodiché fai attenzione a non commettere (troppo) questi errori e aggiusta il tiro per vivere una storia serena, comunque vada.
Non essere appiccicosa
Lasciarsi andare è bello e giusto, ma con chi ti ricambia in egual misura o è in grado di apprezzarlo. All’inizio di una storia non c’è niente di peggio di chi ti sta addosso, e non perché non sia tenero, ma perché spesso questo atteggiamento tradisce qualcos’altro, ovvero la voglia di stare in coppia a prescindere dalla persona in sé e per sé. Rendersi conto di non essere stati accuratamente scelti è molto fastidioso. E vale per entrambi.
Non correre troppo
Non vedi l’ora di avere un marito, tre figli e un cucciolo di Labrador che rincorre i rotoli di carta igienica? Legittimo, ma è un fatto tutto tuo e proiettare tutti questi tuoi desideri su una persona che conosci da poco e che potrebbe non essere ancora pronta è un po’ opprimente. In un rapporto sano, anche a distanza di anni, è importante che ci si senta sempre liberi di scegliere, senza cappio al collo.
Non compiacerlo a tutti i costi
Mostrare il proprio lato migliore non equivale a mentire, ma in effetti molto spesso tendiamo a far coincidere interessi e opinioni con la persona che ci piace così da conquistarla più velocemente. Un rapporto sano e duraturo, invece, si fonda sui no (non detti per il piacere di contraddire, ovviamente, ma circoscritti e argomentati con gentilezza). La dialettica, lo scambio di punti di vista anche opposti per trovare una sintesi, è una grande ricchezza da coltivare. Anche perché il tuo punto di vista è valido tanto quanto il suo, se non lo ascolta, meglio sapere prima con chi hai a che fare.
Non puntare tutto sul sesso
Esistono coppie e storie dove l’intesa sessuale è tutto e riesce a durare anni. Spesso, questa intesa, si basa sulla tensione, quindi sulla disarmonia, sui picchi emotivi anziché su un’intimità pacata ma costante. Diciamo che nel tempo tutta questa carica è difficile da gestire e mantenere, specie se non ci sono affinità di altro tipo: intellettuale, emotiva, psicologica. Il sesso è importante, ma non può essere l’unico perno della relazione, altrimenti non è sicuro ma molto probabile che basti poco ad intaccarla.
Non trascurare i campanelli d’allarme
Spesso non ce ne si accorge, ma sugli occhi si mettono quelle famose fette di prosciutto per cui, quando succede qualcosa di eclatante, si cade dal pero. Metafore alimentari a parte, siamo proprio sicure che la persona che frequentiamo non abbia in qualche modo già dato segnali strani? Latitanza, mancanza di dialogo, bugie inutili, attaccamento morboso alla madre o alla famiglia d’origine, qualche forma di dipendenza, insicurezza patologica, ad esempio. La soluzione non è soprassedere né andarsene, o meglio, non prima di averne parlato a lungo e essersi chieste la cosa più importante: cosa vogliamo, davvero, dalla nostra relazione? La risposta, come sempre, non è nell’altro ma dentro di noi.