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La fine della mia storia mi ha colpita come un fulmine a ciel sereno
. Probabilmente essendo passata una sola settimana non ho ancora realizzato esattamente quello che è successo: è come se il mio cervello non potesse elaborare questa nuova informazione, come se la ritenesse sbagliata e proteggendomi mi faccia credere che sia solo un brutto incubo dal quale presto mi desterò. Purtroppo o per fortuna anche io ero caduta nella nuova moda delle relazioni a distanza. Personalmente non ci avevo mai creduto perché ritenevo che l’amore dovesse essere alimentato giorno dopo giorno, fianco a fianco ma le cose, come sappiamo oramai bene, cambiano e l’amore del mio uomo aveva fatto scongelare il mio cuore arido e inquieto. Ci siamo conosciuti così per caso tre anni fa nel pazzo ed immenso mondo del web. Essendo nata una particolare sintonia abbiamo deciso di divenire corrispondenti, personalmente ero un po’ invaghita di questo ragazzo ma vivendo lui in Grecia ed io in Italia la ritenevo una cosa impossibile ed inaudibile. Avevo acconsentito comunque a questa “amicizia di penna” anche per far pratica con l’inglese: avevo unito quindi l’utile al dilettevole.
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Entrambi avevamo una relazione a quel tempo proprio per questo non mi sarei mai immaginata che ci saremmo comunque sentiti costantemente tramite emails, lettere e skype per ben sette mesi. Eravamo spensierati e proprio perché non ci aspettavamo nulla dall’altro riuscivamo ad essere onesti, a non usare maschere e abbiamo rivelato la nostra più profonda essenza. Ero arrivata al punto che mi sentivo più me stessa nelle email che scrivevo in una lingua straniera che a fianco del mio partner. Le nostre lettere sono state la panchina dove ci siamo innamorati poco a poco fino a che il nostro cuore colmo d’amore non è esploso e ci siamo rivelati i nostri sentimenti. Era tutto così inaspettato e naturale ma allo stesso tempo avevo veramente timore di gettarmi in questa nuova avventura. E’ stato lui a sostenermi tenendomi la mano, è stato lui che con la sua certezza riguardo a noi mi ha spinta a fare quel folle viaggio verso di lui. Sono bastati sette giorni ad Atene per capire quanto oramai ci amavamo e quanto fosse naturale passare ogni secondo insieme. Da quel momento è iniziata la nostra storia a distanza, mi sentivo la donna più felice del mondo perché nonostante la distanza mi regalava una cura e mi circondava di un amore che mai avevo assaporato fino a quel momento.
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Ogni due mesi riuscivamo a passare una settimana insieme ed era così emozionante vivere quella dolce attesa insieme. Eravamo follemente innamorati ed eravamo pronti nel giro di qualche anno (senza mettere fretta a nessuno) ad accorciare la distanza e a trasferirci per vivere insieme. La scorsa estate abbiamo passato una vacanza bellissima che ci aveva testimoniato nuovamente quanto fosse corretta e giusta la strada intrapresa. In Grecia vige purtroppo ancora l’obbligo del servizio militare: sapevamo che prima o poi lui lo avrebbe dovuto fare ma eravamo entrambi certi che neanche questo ci avrebbe fermati. Cosa sono nove mesi di attesa di fronte al vero amore? Ci siamo lasciati l’ultimo giorno con la consapevolezza che saremmo stati forti e tutto sarebbe passato velocemente e ci saremmo ritrovati anche più vicini ed innamorati di prima. Fortunatamente non è stato mandato in qualche isoletta sperduta ma è rimasto ad Atene quindi riuscivamo a vederci su skype e ad avere una comunicazione quotidiana. Nulla era fondamentalmente mutato fino a che dopo circa cinque mesi di servizio iniziamo a litigare. Per sciocchezze la maggior parte del tempo. Io lo sentivo distante e passando un brutto periodo familiare mi aggrappavo molto a lui. Lui mi diceva che ero troppo assillante e che stava male in generale. Aveva perso sé stesso a causa di orari assurdi e di poco tempo libero. Si sentiva come se ogni minuto libero che avesse lo dovesse passare attaccato al telefono. Mi aveva chiesto una pausa un paio di volte ma io ignaro di quello che stava accadendo realmente non glielo avevo concessa.
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Sarà sbagliata la mia concezione ma credo che le storie d’amore non siano lavori dai quali si possano prendere giornate di ferie. Tu stai con una donna o con un uomo perché vuoi farlo non perché devi farlo. E poi non mi dava mai una vera motivazione per giustificare questa pausa. Magari sapendo questo suo enorme dissidio gliel’avrei concessa. Settimana scorsa per colpa dell’ennesima discussione, a due mesi dalla fine del servizio militare, a due mesi del nostro incontro già programmato con tanto di biglietti comprati, mi ha lasciato. Mi ha detto di essere confuso e di avere bisogno di staccare da tutto e tutti. Si è reso conto di non essere più innamorato di me nonostante ci tenga ancora moltissimo al punto tale da definirmi la parte più vitale ed importante di sé. Ha detto di sentirmi troppo distante e che mi stavo aggrappando troppo a lui per colpa dei miei attuali problemi. Mi ha detto che devo imparare a salvarmi da solo perché nonostante lui ci provi non può essere Dio e darmi tutto quello di cui ho bisogno. Io da quel momento sono entrata nell’oblio. Le discussioni ci sono in ogni coppia, a prescindere dalla distanza, ma non avrei mai creduto degenerassero fino a questo punto. La persona che fino al giorno stesso in cui mi ha lasciato mi aveva promesso amore ora dice di non amarmi più. Mi sono sentita presa in giro. Da quando esiste un bottone per spegnere o accedere l’amore?
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Lui mi ha detto comunque di venire in Grecia quest’estate perché ritiene che magari passando del tempo insieme lui si possa innamorare di nuovo ma sono così combattuta. Posso partire nonostante lui mi abbia confessato di non amarmi più? E’ giusto vivere con la forse falsa illusione che torneremo insieme? Una parte di me vorrebbe andare e giocarsi quest’ultima carta ma l’altra parte mi urla di non farlo perché ne uscirei devastata. Capisco che lui ora come ora non possa promettermi un futuro o di ritrovare il vecchio amore ma come so se ci sia veramente qualcosa oramai da salvare? Lui più di dirmi di avermi amata veramente e di essere in un grande stato confusionale non dice altro. Lui sostiene che la porta per noi non è chiusa e che ha grande fiducia in noi ma come faccio a sapere che non lo dice per non farmi del male o perché lo pensa veramente? Posso vivere con la flebile speranza scaturita dalla sua frase “ciò che ora sembra impossibile può accadere e probabilmente avremo un’altra occasione”?