Essere genitori single, separati o divorziati non è facile. Ma è una esperienza sempre più comune: le famiglie “tradizionali” in Italia ormai sono solo il 32,5% del totale. Le mamme e i papà che vivono da soli con i figli, lamentano solitudine, difficoltà a uscire con gli amici e a dover gestire da soli l’organizzazione e le problematiche della vita quotidiana. Proprio per questo online continuano a fiorire comunità dedicate ai genitori single, che aiutano a far fronte alle spese ricorrenti, anche all’affitto, scambiano vestitini e aiuti in casa.
Dalle Mommunes alle community
Hanno iniziato negli Stati Uniti le “Mommunes”, cioè le madri single che condividono la casa con altre donne nella stessa condizione, in modo da crescere insieme i figli come in una piccola comunità. E adesso anche in Italia il fenomeno è sempre più diffuso, e coinvolge anche tanti papà single.
È il caso, per esempio, dell’associazione GenGle, il cui nome deriva dalle parole “genitore” e “single”, e che conta oltre 100mila iscritti in tutta Italia. Lo scopo è connettere online e sui social madri e padri single per creare una rete sociale di supporto e aiuto per i momenti più difficili e pratici, dall’organizzare attività ed esperienze comuni come una gita allo zoo e feste di compleanno dei figli “allargate” ai compiti di gruppo, cinema, picnic.
Genitori single: sul web tante associazioni
Ma in rete sono diverse le associazioni e community che promettono di venire in aiuto dei genitori single: tra queste anche “Genitori soli”, “OneParent”, “Gengle onlus” e tante altre dove chi si iscrive ha a disposizione eventi di diverso genere: dalle vacanze con figli alla pizzata, dal cinema alle attività sportive.
In fondo, come consigliano molte mamme sui social, l’importante è non rimanere sole. Meglio costruire un “villaggio”, una community dove ci si aiuta l’un l’altro, perché c’è chi va a prendere i bambini a scuola, chi prepara il cibo, chi ha l’auto, chi organizza le attività ricreative e anche le vacanze.
Genitori single: come fare rete
Le amicizie con altri genitori soli possono diventare la tua ancora di salvezza, e formare la spina dorsale di una comunità. Se le realtà che trovi in rete non ti convincono, o all’interno di esse non trovi quello che fa al caso tuo, puoi sempre provare a costruire la tua. Una volta che lo hai fatto, però, devi contribuire a farla vivere.
Ricorda: non importa quanti anni hanno i tuoi figli, non smetterai mai di fare affidamento sul tuo “villaggio”. La chiave è investire nelle strutture di supporto reciproche. Il che significa che potrebbe succedere che, quando sei davvero tesa, qualcun altro potrebbe avere bisogno di te. Poi, però, quando sarà il tuo turno di avere bisogno, la tua comunità sarà lì.
I vantaggi di fare community
Non dovrai pagare una babysitter, potresti condividere un appartamento per ridurre le spese dell’affitto e mantenere anche gli altri costi bassi. Inoltre, vivere in alloggi condivisi ti permetterà di poter contare sugli altri anche per la cucina e le faccende domestiche. Oltre che coltivare relazioni che aggiungono qualità alla tua vita e a quella dei tuoi figli.
L’importante è che ciascun “nucleo” familiare abbia la propria privacy. Va bene la condivisione, ma ciascuna madre dovrà avere un proprio spazio dove ritirarsi con i suoi figli. Ma come iniziare a creare rete?
Genitori single, l’importanza del condividere
Se non riesci a trovare il tuo gruppo ideale, considera dunque di avviarne uno da sola: potresti partire dai genitori dei compagni di gioco dei tuoi figli, creare un gruppo familiare inclusivo scolastico o incontri basati su hobby condivisi.
La condivisione può anche funzionare per le emergenze a breve termine. Se si rompe la lavatrice o il sistema di acqua calda, potrai sempre contare su una doccia e la possibilità di lavare. Inoltre, puoi scambiare vestiti, scarpe, materiale scolastico, giocattoli, libri e altri oggetti.