Francesco era bello, alto, simpatico, più grande, e aveva un umorismo fuori dal comune. Dopo il primo appuntamento, mi ha scritto subito e abbiamo cominciato a parlare (a scriverci) come se ci conoscessimo da sempre. Per qualche giorno è stato tutto perfetto, poi ad un messaggio in cui ero presa dal panico mi ha risposto «Acciderbolina». Acciderbolina? Sul serio? Lui sì, era serio… E da quel momento non ce l’ho più fatta e sono scomparsa (l’ho ghostato confesso, ammetto anche che lo rifarei).

Le mie amiche non mi hanno giudicato, anzi: non sapevamo spiegarci come né perché ma a tutte era capitato almeno una volta di finire una storia o una frequentazione per un motivo del genere. Serviva una parola per definire quel particolare sentimento, a metà tra il disgusto e l’imbarazzo, e me l’ha data Chiara, la mia amica americana: «Ah, you got the ick!» (traducibile forse con «Ti è venuto lo schifo!»).

Di ick si parla anche in una delle serie più amate dell’anno, Nobody Wants This, quando la protagonista Joanne (Kristen Bell) riflette se interrompere o no la relazione con Noah (Adam Brody) per il modo in cui tiene un bouquet di fiori. Ma di cosa si tratta precisamente? E soprattutto, possiamo combatterlo?

Cosa significa ick?

Il Cambridge Dictionary definisce l’ick come «la sensazione improvvisa che qualcuno non ti piaccia o di non essere più attratto da qualcuno a causa di qualcosa che fa». Gli esempi di frasi più comuni sono appunto «to give someone the ick» (una sorta di «dare lo schifo a qualcuno») o «to get the ick» (avere lo schifo). In pratica: se qualcuno fa qualcosa che ti fa passare la cotta, «ti dà lo schifo», mentre se lo provi tu verso qualcuno si dice che «hai lo schifo».

Secondo un articolo pubblicato sul Guardian nel 2022, il termine è diventato di uso comune in seguito a un episodio della serie Ally McBeal, ma ha raggiunto la vera popolarità grazie a Sex & the City (che ha addirittura titolato un episodio “Il fattore Ick”).

Si tratta di un sentimento improvviso e irrazionale, scatenato da gesti comuni e quasi del tutto imprevedibile. Sul web, in particolare su TikTok, circolano video di racconti di ick divertenti e super specifici, e c’è persino un account che cerca di raccogliere tutti gli ick trovati online nel tentativo di creare una sorta di enciclopedia degli ick (@wyszkay).

Ne parlano sempre di più anche le celebrità, come Olivia Rodrigo che ha raccontato di essere «schifata» dagli uomini che vogliono andare sullo spazio mentre Emily Ratajkowski odia vedere le caviglie degli uomini.

Un fenomeno tipicamente femminile

Anche io ho condotto la mia piccola ricerca non ufficiale: sono partita dalle amiche, poi ci siamo divertite così tanto che ognuna ha chiesto ad altri gruppi di amici, amiche, colleghi, parenti. Dopo aver raccolto una bella lista, la prima evidenza che ho riscontrato è che spesso gli ick hanno a che fare con le dinamiche di genere (danno ick gli uomini troppo machi ma anche quelli troppo femminili).

Ma soprattutto, le donne ne hanno tantissimi, mentre gli uomini tendono a negare. Molti di loro ci tengono a sottolineare che comunque un ick non sarebbe mai un motivo valido per interrompere una frequentazione, mentre le donne mi hanno raccontato in dettaglio di diverse frequentazioni (persino relazioni) finite per questi fastidi improvvisi.

Entrambe le mie teorie si sono rivelate vicine alla realtà e la spiegazione arriva dalla scienza. Come spiega Cécile Sarabian, un’ecologista cognitiva dell’Institute for Advanced Study intervistata qualche mese fa da National Geographic, questo particolare tipo di disgusto è un retaggio della nostra esperienza antica e ci serviva per proteggerci. Rispetto agli uomini, per noi donne l’accoppiamento rappresentava un rischio maggiore e dovevamo essere più vigili per riconoscere i sintomi di eventuali malattie o partner non adatti alla continuazione della specie.

Gli ick più comuni per le donne

Tra gli ick più comuni, le donne mi hanno citato gli uomini con la voce troppo acuta, quelli che dicono parole desuete e leziose (da «Acciderbolina» a «Che pizza»), quelli che fanno sport troppo particolari (dal rugby al crossfit). Ovviamente un ruolo primario lo hanno le caratteristiche fisiche e lo stile: danno ick gli uomini con i jeans skinny o troppo a vita alta, o che indossano gli slip al mare. Quelli che indossano scarpe brutte, calzini corti, usano le cover per telefoni “a libretto”, hanno brutti tatuaggi. Poi ci sono i più divertenti.

Gli uomini che bevono con la cannuccia, mettono il sugo nella pasta senza farlo scaldare, corrono per raccogliere la pallina del ping pong. Ancora, il modo in cui tengono il volante, come si puliscono i baffi dopo aver bevuto, quando ci mostrano la galleria delle foto al primo appuntamento.

Non ricade nel fenomeno ick il fastidio che si prova verso qualcuno che ha diverse opinioni politiche o che non ci piace fisicamente, ma è ick se ha comportamenti specifici eppure comuni, per esempio azioni che di per sé non hanno un’accezione negativa (come ascoltare la musica ad alto volume) ma che in determinati contesti sono imbarazzanti o che noi non riusciamo a tollerare. In riferimento a questo, molte provano ick per gli uomini che arrivano in ritardo, si svegliano troppo tardi, sono disordinati, ascoltano la musica con le casse in pubblico. Ancora, se insistono per avere ragione o cadono nel mansplaining, o quando ignorano qualcosa di cultura generale.

Gli ick più comuni per gli uomini

Per convincere i miei amici uomini a raccontarmi i loro ick ho dovuto aspettare la fine di una serata. Dopo qualche drink, il primo ha cominciato a parlare e gli altri lo hanno seguito a ruota.

Le donne che fingono gli accenti (soprattutto il romano), la faccia che facciamo quando beviamo dalla bottiglia per non rovinare il rossetto o ci trucchiamo a tavola, quanto ci mettiamo ad allacciarci le scarpe (specie se abbiamo le unghie lunghe). Danno ick le donne che bestemmiano (soprattutto se usate come intercalare), quelle che non escono mai, o si rivolgono alle amiche chiamandole «sorelle» o non prendono i mezzi pubblici.

Quando ci tocchiamo continuamente i capelli, quando mentiamo sull’età, quando per l’imbarazzo non ordiniamo il dolce. I più divertenti sono super specifici: le ragazze giovani che indossano «profumi da vecchie» e quelle che hanno una celebrity crush (una cotta per una celebrità) troppo esagerata (soprattutto le fan di Taylor Swift e One Direction, touché).

Liberarsi dall’ick è possibile

Se dovessimo vivere cercando di non «dare mai lo schifo» a qualcuno (o riceverlo) ogni appuntamento sarebbe un incubo. Per cercare di capire come liberarsi di questi sabotaggi irrazionali, è d’aiuto la psicologia.

Nel già citato articolo del Guardian sul fenomeno ick, la psicoterapeuta specializzata in relazioni Jo Nicholl spiega che questi fastidi altro non sono che un riflesso dell’imbarazzo che proviamo verso noi stessi. Si manifestano infatti solitamente nelle prime fasi delle relazioni perché è il momento in cui ci sentiamo più fragili: siamo maggiormente esposti al pericolo di essere feriti (ed ecco che si attivano i meccanismi di cui parla la scienza), ma cominciamo anche a pensare a come inserire una nuova persona all’interno del nostro microcosmo.

Presentare qualcuno agli amici come partner è anche mostrare qualcosa di noi: se la persona che ci piace è particolarmente “animalesca” o “imbarazzante”, riflette un aspetto di noi che non vogliamo traspaia.

«È questa consapevolezza che rende l’ick molto più facile da superare di quanto non si creda», spiega l’esperta, «perché arriva da noi e siamo noi a dovere accettare quella parte di noi stessi invece che tentare di scappare e quindi criticarla negli altri».