Il segreto delle donne – Viaggio nel cuore del piacere (di Elisa Brune, Yves Ferroul, Ponte alle Grazie) è un libro che tutte le donne – e tutti gli uomini – dovrebbero leggere per comprendere e vivere al meglio la sessualità. In particolare, l’argomento trattato nel libro è uno tra i più misteriosi, inesplorati e affascinanti di sempre: l’orgasmo femminile.
Per alcune è un problema, per altre una certezza, per altre ancora un mito o un segreto da custodire, spesso e volentieri oscuro per le stesse titolari: la rivoluzione sessuale, le scoperte scientifiche e i cambiamenti sociali infatti non sono bastati a colmare quel gap nella sessualità femminile. Le informazioni sono spesso confuse e anche basarsi sull’esperienza non è poi così immediato, visto che anche tra donne è difficile parlarne sinceramente, confrontarsi su un tema tanto delicato e desiderato da rappresentare un pericolo per l’orgoglio femminile: per una donna “non godere” o “non godere abbastanza” potrebbe benissimo essere frustrante quanto l’impotenza per un uomo.
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Il rischio è, ancora una volta, quello di non riuscire ad esprimere il proprio potenziale erotico, restando ingabbiate in vecchi schemi, in concezioni errate o in cattive abitudini.
Così gli autori si sono messi all’opera, raccogliendo la summa sapere scientifico e le esperienze sessuali di 304 donne, dalle ventenni alle over 60. Il risultato è un saggio nel senso letterale del termine, che raccoglie informazioni scientifiche attendibili sulle geometrie del piacere e dà al tempo stesso un nuovo punto di vista nel considerare il piacere: l’orgasmo femminile non è mai uguale a sé stesso, esistono tante varietà di piacere e di modi di raggiungerlo quante sono le donne nel mondo. Soprattutto, godere non è affatto scontato, si impara.
Facciamo un passo indietro e torniamo all’origine della questione: perché esiste l’orgasmo? La teoria avvalorata dagli autori è che le donne possano provare l’orgasmo perché gli uomini devono provarlo (allo stesso modo gli uomini sono provvisti di capezzoli anche se non gli servono), in funzione dell’evoluzione della specie (gli uomini devono avere un orgasmo per eiaculare e quindi assicurarsi una discendenza). Una sorta di reminescenza di quello stadio dello sviluppo in cui le cellule da essere uguali si diversificano, dando vita a un maschio o a una femmina. Proprio perché non direttamente necessario alla riproduzione, l’orgasmo femminile non è si è sviluppato in modo sistematico (godere così o colà, per una donna, non è soggetto alla selezione naturale). Non solo: per lo stesso motivo, provare un orgasmo non è automatico.
Da qui deriva quindi la grande varietà dell’orgasmo femminile e il fatto che a volte sia difficile raggiungerlo. Ogni donna quindi si troverà a dover apprendere come arrivare al piacere, attraverso un percorso fatto di scoperte, emozioni, esperienze, trovando la sua personalissima strada per arrivare all’apice. Nel libro, si legge che la genetica coincide sono del 30% nel determinare l’accesso al piacere e si può perfettamente notare che alcune donne avrebbero più orgasmi, se adottassero la concezione di “apice del piacere” adottata da altre: che più quello che conta è il proprio “vissuto sessuale”.
Una volta assimilata questo concetto, sarà più facile per ogni donna accettare anche le proprie caratteristiche, e riuscire a goderne nel senso più reale del termine, senza sentirsi in dovere di essere omologata a un sistema improntato sulla sessualità coitale e maschile, e che per secoli ha soffocato la spinta erotica femminile.
Sempre secondo gli autori, sono 4 i passi che le donne dovrebbero fare per poter accedere al proprio potenziale orgasmico e vivere una vita sessuale felice.
1 – Sviluppare la competenza sessuale. “Bisogna essere informati, istruiti, esercitati”, che significa acquisire delle conoscenze su come funziona il corpo umano. Ad esempio, che l’orgasmo è una reazione cerebrale, con manifestazioni fisiche, e che sarebbe sufficiente la sola “accensione” di alcune zone cerebrali per scatenare il piacere, senza alcuna stimolazione genitale: di fatto il vero organo sessuale umano è il cervello. Oppure che l’organo femminile responsabile del piacere è il clitoride – amologo del pene maschile – mentre la vagina ha solo funzioni riproduttive e non è particolarmente innervata: il mitico “orgasmo vaginale” di per sé non esiste e si può parlare piuttosto di stimolazione per via vaginale del clitoride, le cui radici, che si estendono anche più di 9 cm all’interno del corpo, circondano le pareti della vagina. Ecco perché gli esercizi Kegel migliorano il piacere.
2 – Sviluppare la propria cultura sessuale. “Praticare il sesso con intelligenza presuppone anche il fatto di interessarvisi in una maniera più ampia che non solo in relazione a sé stessi. Un artista o uno sportivo di alto livello sono impregnati della cultura della propria disciplina. Bisogna ascoltare, guardare, leggere, discutere”… Qualche esempio? Un po’ di sana letteratura erotica!
3 – Fare un investimento sessuale. “Non si diventa delle virtuose praticando un’arte di tanto in tanto”. Per perfezionarsi e apprendere i meccanismi del proprio piacere, diventando amanti più soddisfatte sia per sé stesse che per il partner, occorre fare tanta, tanta pratica. Di conseguenza dare una priorità alla propria vita sessuale e fare un investimento in termini di tempo ed energie sul proprio godimento. In altre parole: invece di guardare un telefilm che non vi interessa in tv, fate l’amore (anche con voi stesse)!
4 – Sviluppare la curiosità sessuale. “Fare l’amore non significa andare alla ricerca del migliore, per sé o per l’altro. Significa trasformare questa ricerca in un’avventura che coinvolge entrambi i partner, un’avventura che provoca brividi, batticuore, vertigini. È un modo per incontrare l’altro in modi diversi, e all’interno di scenografie che dipendono solo da voi. [..] La vostra sessualità vi appartiene, è uno dei pochi ambiti in cui potete essere veramente libere, se lo desiderate. [..] Potete vivere la sessualità come un’esperienza di verità e di libertà, un momento in cui esplorare i confini del proprio essere”.
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