Lo rivela una ricerca, secondo cui il tradimento da parte delle donne è meno “tollerabile”. L’esperta spiega perché
È ancora recente la polemica che ha visto protagonista Ambra Angiolini, che ha chiesto che la parità tra i sessi non passi dal genere dei nomi e delle qualifiche, bensì da quella dello stipendio, che arrivano nuovi dati in parte sorprendenti. Nell’infedeltà uomini e donne non sono uguali.
Le donne più severe nel giudicare l’infedeltà femminile
L’infedeltà femminile, infatti, viene considerata più “grave” rispetto a quella maschile. Ma non solo: ad essere più severe sono proprio le donne. A dirlo è l’ultimo studio di Gleeden, noto sito di incontri extraconiugali, condotto su oltre 1500 utenti italiane iscritte alla piattaforma. Ben il 44% ritiene che il tradimento da parte di una donna non sia affatto un peccato veniale.
L’infedeltà femminile è più “grave”?
Anche sul terreno delle “scappatelle”, dunque, esistono ancora oggi due pesi e due misure. Ne sono consapevoli le stesse donne, che nel 75% dei casi ritengono che ci sia un preconcetto sociale nei confronti del tradimento femminile e di conseguenza anche una condanna più severa rispetto allo stesso comportamento adottato dagli uomini. Fin qui, dunque, verrebbe da pensare solo che ci sia ancora molta strada a livello culturale da fare sul fronte della parità. Ma a sorprendere è che poi le stese donne intervistate concordano nel ritenere, anche a livello personale, che il tradimento femminile sia “più grave”, a prescindere dalle motivazioni di chi lo attua: lo pensa il 44%, anche nel caso in cui la coppia sia di fatto già separata. Perché?
«Il motivo è principalmente culturale-educativo» commenta Eleonora Sellitto, sessuologa e psicoterapeuta. «In Italia c’è la tendenza, culturale e psicologica, ad associare la figura femminile alla cura della famiglia: si pensa che sia compito della donna mantenere unito il nucleo familiare, anche in caso di separazione. L’infedeltà, quindi, è vista negativamente anche nel rapporto con i figli perché si ritiene che se una donna tradisce o anche se si rifà una vita dopo la fine del matrimonio, in qualche modo non tiene conto dei bisogni dei figli, fa venir meno a loro la necessaria tutela e si comporta in modo egoistico».
Infedeltà fisica e virtuale
Secondo un’analisi dell’Istituto di ricerca YouGov, condotta lo scorso anno a livello europeo, in Italia 1 donna su 3 ha tradito, mentre nel 10% dei casi ha un amante fisso. Questa fotografia reale contrasta, dunque, con lo stigma sociale che ha l’infedeltà femminile. Ma cosa cambia se il tradimento è “virtuale”? In questo caso il numero di donne che ha (o cerca) una storia parallela e/o clandestina aumenta fino al 40%, come nel caso della community italiana di Gleeden. «Forse perché l’infedeltà “virtuale” non è ancora stigmatizzata al pari di quella fisica e molte donne non provano lo stesso senso di colpa se si limitano a chattare con uno sconosciuto», commenta Sybil Shiddell, responsabile comunicazione e marketing per l’Italia di Gleeden.
Perché avere un amante online viene ritenuto più accettabile?
«Perché si considera meno “grave” fantasticare e immaginare, insomma avere relazioni virtuali che poi non si concretizzano in un atto fisico. Nella realtà, però, spesso i dialoghi online o telefonici diventano veri atti di infedeltà che prevedono anche sexting, scambio di immagini erotiche o autoerotismo. L’idea di non passare all’azione fisica in presenza, tuttavia, è come se autorizzasse all’evasione immaginaria», spiega la ginecologa.
Cosa spinge a cercare un amante?
Ma cosa spinge oggi a cercare un amante, fisico o virtuale? «Tendenzialmente uno dei motivi principali che porta all’infedeltà è l’insoddisfazione nella relazione di coppia e la mancanza di attenzioni: si cerca altrove ciò che non si ha nella relazione con il partner. Il secondo motivo che riscontro anche tra le mie pazienti è l’assenza della soddisfazione e dell’appagamento sessuale. Si cerca in una persona esterna ciò che non si ha più nella coppia, come il corteggiamento o una sessualità più passionale», spiega Sellitto. Rispetto al passato, però, c’è anche una componente sociale: «Se a livello individuale c’è la capacità di capire che i rapporti cambiano nel tempo, a livello sociale pesa la tendenza ad avere tutto e subito: non ci si dà il tempo per risolvere eventuali criticità di coppia o per seguire un percorso insieme, mentre si sceglie la soluzione per semplice e immediata, cioè trovare un amante – spiega l’esperta – Questo aspetto ha a che fare con la difficoltà a sviluppare una personalità adulta, che non è legata all’età anagrafica. Mi riferisco all’adulto a livello emotivo, quello che riesce a gestire anche la frustrazione e che si differenzia in questo rispetto al bambino o all’adolescente, che invece non ne è capace. Insomma, tendiamo a cercare la soluzione più semplice», risponde Eleonora Sellitto.
Le italiane e le europee: diverse visioni a confronto
Tornando all’Italia, pare che il quadro sia comunque molto differente rispetto a quello di altri Paesi europei. Da studi analoghi condotti in Francia e Spagna, infatti, emerge che le donne che considerano meno accettabile il tradimento femminile scenda, rispettivamente al 33% e al 30%. «Anche in questo caso il motivo è legato tendenzialmente alla cultura, che in Italia risente fortemente del cattolicesimo: c’è l’idea che bisogna tenere unita la famiglia nonostante tutto, anche salvando le apparenze. All’estero non è così, neppure in Spagna. Per fare un esempio, nonostante sia anche quello un Paese cattolico è prevista l’educazione sessuale fin da bambini nelle scuole, mentre da noi no. Inoltre si ha concezione più aperta, che possa prevedere anche coppie aperte o il poliamore, che in Italia sono ancora stigmatizzati», conclude Sellitto.