Si dice che ne abbiano trovati dei prototipi in corredi funerari femminili risalenti a 30 mila anni fa. Ma erano davvero gli antenati dei moderni vibratori? Agli archeologi l’ardua sentenza…
Una cosa è certa: basta un più breve viaggio a ritroso nel tempo per scoprire che il vibratore elettrico ha fatto la sua prima comparsa nel 1880, nella Londra puritana della regina Vittoria. Lo racconta la deliziosa commedia Hysteria, ora nelle sale, diretta da Tanya Wexler e interpretata da Maggie Gyllenhaal, Hugh Dancy e Rupert Everett. Sottotitolo: L’eccitante invenzione del vibratore. Anche se il presupposto è tutt’altro che eccitante.
Nell’Ottocento infatti la cosiddetta “isteria femminile”, un mix di malinconia e irritabilità, veniva curata con un sistema molto particolare: la manipolazione esterna dell’apparato genitale (che non era una pratica a luci rosse, perché all’epoca solo la penetrazione era considerata sesso a tutti gli effetti).
E così nel film, ispirato a una storia vera, le signore della buona società affollano lo studio del dottor Robert Dalrymple che, con estrema professionalità, le distende su un lettino, solleva gonne, sottovesti, crinoline e massaggia, massaggia… Fino a farle arrivare a quello che allora si definiva parossismo e ora è comunemente detto orgasmo.
Per smaltire la mole di lavoro, Dalrymple assume il giovane collega Mortimer Granville: bello, gentile, con una mano d’oro. Al punto che il numero (e la soddisfazione) delle pazienti si moltiplica, ma al povero medico si infiamma il tunnel carpale. Per fortuna, il suo ricco amico che si diletta con piccole invenzioni elettriche ha un’idea geniale: perché non usare l’aggeggio per spolverare che ha appena fabbricato? Quando lo accendi rotea: basta un ritocco, al posto del piumino un morbido bottoncino, et voilà… Ecco nato il massaggiatore-vibratore.
«Finalmente in questo film si parla di orgasmo femminile senza falsi pudori» racconta sorridendo la protagonista femminile Maggie Gyllenhaal, che interpreta la figlia ribelle di Dalrymple. «Certo, istintivamente siamo tutti un po’ disarmati di fronte a certi temi. Ma grazie all’abilità e allo humour della regista Tanya Wexler l’argomento da tabù diventa cult». Al punto che nelle scene finali un vibratore fa bella mostra di sé perfino sul tavolino da tè della regina Vittoria.
«Dal 1880 a oggi i sex toys hanno fatto passi da gigante» commenta Tiziana Russo, titolare di Zou Zou, boutique romana specializzata in lingerie hot e giocattoli erotici. «Ormai ci sono perfino i vibratori a distanza, che funzionano con il wifi: la donna lo indossa e il partner aziona il telecomando da un’altra stanza. Può essere molto eccitante farlo, che so, durante una tranquilla cena fra amici. Tra i modelli da usare da sole, invece, quello che va per la maggiore si chiama Gigi: stimola il punto G con risultati più che certi. Ma c’è anche il Little chroma: assomiglia a un portasigaro, lo si può avere del colore preferito o addirittura, nella versione più chic, placcato in oro o in platino. Dire che tutte le donne hanno il loro vibratore nella borsa è un po’ troppo, certo, ma ormai la sua diffusione è davvero ampia».
«Lo ha sdoganato Sex and the City» conferma la sessuologa Barbara Florenzano. «In modo particolare la disinibita Samantha: in quante puntate della serie abbiamo visto spuntare il modello Rabbit dal “cassetto delle delizie” del suo comodino? Oggi comunque molte coppie, soprattutto quelle di lungo corso, ne fanno uso. È come con il cibo. Occorrono nuovi ingredienti per rendere più gustoso lo stesso piatto di sempre: a furia di mangiare spaghetti, dopo un po’, devi aggiungere il parmigiano, un pizzico di peperoncino… Detto questo, non penso assolutamente che il vibratore possa essere un sostituto del sesso vero: da sole è poco più di una masturbazione, in due è un buon assistente».
Giovanna Nina Calmieri, la simpaticamente disinibita conduttrice di Sex education show (il lunedì alle 22.45 su FoxLife) se ne è fatto fare uno personalizzato e lo mostrerà durante la trasmissione: «È fucsia, glitterato, a due velocità» anticipa. «L’ultima frontiera, però, è rappresentata dai modelli per le signore in là con gli anni: sono leggermente più piccoli e fatti di materiali più morbidi. Ne ho subito consigliato uno a una donna di oltre 70 anni che ho incontrato durante le mie interviste in giro per l’Italia: mi ha confessato di avere scoperto l’orgasmo solo qualche mese prima, usando il getto della doccia. Della serie: meglio tardi che mai. E comunque, da quando conduco questo programma, ho realizzato che la crisi tocca tutto e tutti, ma i sex toys non subiscono la depressione da spread!».