L’amore ideale è quello platonico senza sesso?
Tenete ancora le sue lettere profumate, il tappo di bottiglia, la scheggia o la biglia, la foto sfocata o il panino morso da lui dentro al vostro cassetto dei ricordi.
Avevate 16 anni, la prima volta al mare senza genitori, sulla spiaggia, quando vi siete parlati fitto fitto una notte intera. Oppure era l’anno della maturità all’uscita dei voti finali e lui – la vostra cotta pazzesca di un liceo intero
– vi ha chiesto finalmente di uscire proprio quella sera. Peccato che il traghetto per la Grecia era già prenotato da mesi. Forse era alla fine dell’Erasmus a Barcellona, straniera te, straniero lui, ma gli occhi parlavano. O era quella sera in quel locale, gran mal di testa, troppo mojito, ma in mezzo a quel casino lui spiccava. Amore al primo colpo, un emozione di quelle che stendono, e poco più
. O invece si trattava del vostro miglior amico, quello che avete amato in segreto per anni e anni.
Telefonate nel cuore della notte, pianti, delusioni, esami andati male, il primo lavoro, quando lui si è mollato con la più carina della scuola, e voi lì, a tenergli la mano. O forse era solo un tipo un po’ strano, di quelli super intellettuali, da fiumi di parole via mail. Con lui parlavate di tutto, anche di sesso, senza alcun pudore. Eppure alla fine tutto è restato platonico. Tante storie diverse, tutte con due cose in comune. Lo avete amato alla follia. E non l’avete mai sfiorati con un dito.
Meglio tenere o buttare quello che ci ricorda un ex?
Che si tratti del vostro vicino di casa, del bambino che vi piaceva all’asilo o del tenebroso sconosciuto passato per poco in città, che sia una persona che incontrare ogni dannata mattina in ufficio o l’intoccabile fidanzato della vostra migliore amica, una cosa è certa. Avete provato per lui – o provate ancora – emozioni enormi. Che non hanno trovato sfogo nella fisicità. E ora non sapete che pensare. Quello dell’amore non consumato che ci fa ancora sospirare è uno dei miti più belli ed efficaci da coltivare con successo nel fertile terreno della fantasiosa mente femminile. Qualsiasi donna, anche la più sicura, conserva nel suo angolo di cuore e d’armadio brandelli di quell’amore perfetto e senza pelle.
Ma siamo veramente sicure che le cose stanno così? O la meravigliosa capacità di idealizzare degli essere femminili non ha deformato tutto come al solito?
La mente umana – e la mente femmina, ancor di più – tende per natura a idealizzare situazioni e persone che conosce poco. Idealizzare è comodo, veloce, bello. Se si tratta di emozioni poi, basta un niente a far partire coretti angelici e petali di rosa dal cielo. Peccato che. Una delle cose che ogni donna con un po’ di esperienza dovrebbe assolutamente incidersi sulla fronte o intagliarsi sul frigorifero è questa meravigliosa legge di natura: le persone bisogna conoscerle. E per farlo ci vogliono almeno sei mesi. Questo cinico preconcetto spezzagambe e ammazzasogni è sicuramente fastidioso da ascoltare. Ma è sacrosanto. I ricordi di una notte, dell’adolescenza o anche di anni passati a sbavare dietro a una persona con cui non siamo stati veramente sono bellissimi, ma pericolosi.
L’innamoramento – che parte con l’attrazione e l’idealizzazione – deve poter diventare altro, prima di parlare di amore (o di capire che non era il caso!). E senza stare insieme a qualcuno, senza litigarci, dormirci, farci sesso, mangiare, bere, ridere, parlare, soffrire, andare al cinema e fargli sporcare le mani con la tua macchina, è difficile andare oltre la boa del tutto-è-perfetto. L’amore ideale è una bella scatola colorata. Possiamo tenerla nello scaffale e tirarla fuori quando ci va un po’ di sognare. Dentro c’è posto per le foto, per quel cd rovinato, per un chilo di sabbia del lungomare su cui avete camminato mano nella mano.
C’è spazio per la sua sciarpa, il profumo, le mail stampate o un pezzo del suo cuore, in cartoncino bristol rosso. E’ bello affondarci le mani, ridere, piangere, sospirare. Chiederci come sarebbe stato se, e dondolare coi pensieri ancora un po’. Ma poi la scatola è meglio rimetterla al suo posto insieme al panino mozzicato. E uscire fuori e vivere la vita vera. Dove l’amore è un gran casino. Dove si va a letto insieme, ci si tocca, ci si guarda. Dove si lavora, ci si morde, ci si scazza. E l’amore non ha niente di ideale ma è tanto più vero e conta tanto di più.