C’è la stagione dei matrimoni, quella delle separazioni e, per i più resistenti (o pigri), quella degli anniversari rotondi. Qualche giorno fa siamo stati invitati a celebrare i 25 anni di matrimonio di amici. C’era la musica di quando i figli non erano nati; qualcuno ballava inizialmente esitante poi, una volta levata la ruggine, con maggior convinzione. C’era parecchio cibo, con una sezione riservata a chi aveva il colesterolo alto. Tra gli invitati c’erano single, divorziati, frequentatori assidui di Tinder, scambisti sotto copertura, coppie al secondo o terzo matrimonio e pinguini, come mio marito e io, insieme da trent’anni. Mentre gli epicurei mangiavano cibi ipercalorici, i disinibiti roteavano sulla pista come dervisci impazziti e i cuori solitari si riconoscevano nella penombra, tra noi, monogami incalliti e impolverati, si è aperto un dibattito: esiste una ricetta degli amori longevi?

Perché certi amori durano per sempre?

«È solo fortuna. La probabilità di incontrare la persona giusta è estremamente bassa ma, se succede, sei a posto per la vita» ha detto un fatalista. «La pazienza e la capacità di lasciar correre» ha ribattuto una moglie votata al sacrificio, lanciando un’occhiata stanca al marito che guardava la partita sul telefonino. «Secondo me è sbagliato accettare qualsiasi cosa. Quello non è amore, è rassegnazione! Il segreto della nostra durata è una grande intesa fisica» è intervenuta una piccoletta per mano al suo gigantesco compagno. Alcune e alcuni, al loro cospetto, hanno sospirato di invidia o di incredulità. «La distanza aiuta molto!» ha dichiarato mio marito che nel settembre del 1996 mi disse: «Amore, vado a Londra a studiare. Ma tu stai qui tranquilla: a giugno torno» e oggi, 28 anni dopo, è ancora lì.

La gentilezza ha a che fare con la longevità dell’amore

Io non so esattamente per quale magia i miei suoceri festeggeranno le nozze d’oro mentre i miei genitori non hanno raggiunto nemmeno quelle di legno. Ignoro perché mio figlio ventunenne stia con la sua ragazza da oltre un quarto della sua esistenza mentre io, alla sua età, mi nutrivo di fiamme fugaci e trasgressive. Tuttavia, forte dei nostri trent’anni monogami e felici, lunghi quanto la vita di una persona fatta e finita, lunghi quanto un uomo che può già essere padre e come una donna che può esere già cardiochirurga, un’idea me la sono fatta. Il segreto della longevità di coppia risiede, certo, nell’affinità, in un comune progetto, nella capacità di ridere insieme ma risiede soprattutto nella gentilezza. Perché la gentilezza non è un talento innato o una dote di partenza. La gentilezza è una scelta programmatica, un po’ politica, che va rinnovata ogni mattina. La gentilezza arriva prima dell’incomprensione, dell’irritazione, della battuta infelice. Richiede impegno, costanza e spesso fatica. La gentilezza ha a che fare con la cura, oltre che con l’amore. La gentilezza è contagiosa e ci rende più felici. E la felicità allunga la vita, anche di coppia.