Come affrontare le fasi dell’amore
Lo sappiamo tutti: ogni amore e quindi ogni relazione ha delle fasi ben distinte, e spesso la difficoltà di portare avanti una relazione sta proprio nel riconoscere e affrontare queste fasi. Come si fa?
“Nonostante ogni storia sia un universo a sé”, spiega la psico-sessuologa Sara Padovano, “diversi studi hanno evidenziato che il legame di coppia è un processo in cui si susseguono alcune fasi comuni“.
Infatti l’amore che nasce tra due persone è una vera e propria creatura, che come tale va nutrita, e che si evolve nel tempo, trasformandosi e attraversando diverse stagioni. Peccato che i rapporti di coppia siano un po’ più complicati del meteo…Così, abbiamo chiesto all’esperta di spiegarci come si evolve il sentimento amoroso e di darci qualche consiglio per vivere al meglio ogni relazione in ogni sua fase, evitando i comportamenti nocivi alla passione, con la consapevolezza di quali sono le strategie da mettere in atto per costruire un legame profondo e maturo in grado di superare i momenti di crisi.
Fase 1: l’euforia dell’innamoramento
“Normalmente, la fase iniziale del rapporto dura circa 6-9 mesi, in cui avviene una fusione totale con il partner ed è caratterizzata dall’attrazione irresistibile: il partner ci sembra perfetto, i suoi difetti irrilevanti o perfettamente amabili, mostriamo la parte migliore di noi e le emozioni che proviamo generano un’energia inesauribile che ci toglie il sonno, l’appetito e la stanchezza.
In altre parole, viviamo in uno stato alterato di coscienza, di eccitazione costante del corteggiamento, del reciproco conoscersi ed esplorarsi, del desiderio folle, dettati dagli alti livelli di alcuni neurotrasmettitori, come la dopamina, ma anche di testosterone e feromoni, in un mix di passioni e istinti.”
Il consiglio: “Questa fase è molto importante nella costruzione del legame, perché la dopamina genera sensazioni piacevoli ed è il principale neurotrasmettitore del cervello emozionale, che ci permette di “memorizzare” quei comportamenti positivi che ci forniscono una ricompensa. Quindi prendete appunti su tutto ciò che funziona: vi torneranno utili per mantenere accesa la passione.”
Fase 2: la simbiosi dell’amore romantico
“La relazione inizia a stabilizzarsi e, pur permanendo le sensazioni di eccitazione tipiche della fase di infatuazione (le “anfetamine naturali” sono ancora in circolo) la passione lascia il posto alla tenerezza, lo stare insieme diventa ricerca e costruzione di intimità. Si inizia a condividere tutto – anche i nostri momenti no, o le emozioni negative – senza mai lasciarsi. Gli innamorati tendono ad isolarsi e il partner diventa una sorta di “rifugio emotivo”, grazie ad una forte intesa che ci fa percepire l’altro come l’anima gemella che ci permette di fantasticare su un futuro con aspettative totalmente rosee.”
Il consiglio: “Per quanto appaia perfetto, bisognerebbe cercare il più possibile di non idealizzare il partner costruendolo come vorresti che fosse, perché questa è l’anticamera di grandi delusioni. Inoltre, è bene non isolarsi eccessivamente: ok alle fughe romantiche lontani da tutto e da tutti, ma vanno mantenuti gli impegni con gli amici e gli spazi dedicati a se stessi. Bruciare le tappe porta alla routine ed è nemico della passione, che viene alimentata anche dal fantasticare e dal desiderare quando si è lontani. Sedurre vuol dire condurre a sé e non rincorrere. Un pizzico di mistero non guasta, quindi non scopriamoci subito: meglio giocare a farsi scoprire, che è molto più divertente”.
Fase 3: il confronto con la realtà
“Questa fase di passaggio è molto variabile e può durare dai 18 mesi fino a un massimo di 4 anni. Gradualmente la frequenza dell’attività sessuale diminuisce così come la passione; le emozioni predominanti iniziano ad essere il calore, l’affetto e la fiducia. Lo stare insieme non basta più per scatenare desiderio e passione, e si instaura un legame più rilassato. Con il passare del tempo poi i partner iniziano a scoprire che l’altro non è così perfetto/a come si credeva, e viene smitizzato, le aspettative si ridimensionano e si torna a prendere contatto con la realtà, anche dolorosamente”.
Il consiglio: “Non bisogna fare allarmismi. Molto spesso, questa quiete emotiva è interpretata come amore che viene meno, ma in realtà è un’evoluzione naturale, necessaria per rafforzare il legame emotivo e favorire lo sviluppo delle progettualità della coppia. Piuttosto, cercate di rimettere in atto quelle buone abitudini che avevate durante l’innamoramento, come le fughe romantiche. Se l’amore non è finito, la prova del nove è l’ansia da separazione: quello stato d’animo che fa stare male quando l’amato è lontano”.
Fase 4: la sperimentazione dell’indipendenza
“In questa fase i partner tornano all’individualità e agli interessi personali che vanno a ridurre il tempo e le energie investiti nel rapporto a due. Conoscere tutto ciò che è nuovo e godersi appieno le proprie scoperte personali è vitale per la crescita sia dei partner, sia come individui che come coppia.
Ma è proprio in questa fase che la coppia può andare in crisi e che c’è un più alto rischio di tradimento, con l’acuirsi dei conflitti dettati dalla disillusione e dall’allontanarsi reciproco nel mondo esterno. Se questa fase viene superata si passa a una nuova fase, quella dell’interdipendenza, in cui il partner viene accettato nella sua imperfezione e avviene un riavvicinamento che può permettere il riaccendersi del desiderio“.
Il consiglio: “Molto dipende dalla volontà e dall’impegno dei partner nel tenere duro. Se si desidera che il rapporto vada avanti, è importante trovare modalità nuove per gestirli in modo sano e costruttivo. Imparare a litigare in modo intelligente e adottare dei compromessi: fare entrambi ciò che più desiderano (andare al cinema a vedere film diversi, o restare in casa quando l’altro va al cinema); rinunciare da parte di uno dei due, a vantaggio del desiderio dell’altro. E’ bene, comunque, che ci sia flessibilità, cioè che non sia sempre lo stesso partner a retrocedere”.
Fase 5: il riavvicinamento e la ri-nascita dell’amore
“Dopo essersi disillusi, allontanati, sperimentati all’esterno, superato crisi fisiologiche, i due partner si cercano di nuovo. In questa fase ciascun partner funziona da base sicura consolidata per l’altro, anche se in alcuni momenti se ne fa a meno, e si crea un legame di interdipendenza (la dipendenza reciproca nel rispetto delle sfere di autonomia), che consente di conciliare i bisogni di sostegno e condivisione con quelli di autonomia ed esplorazione, e in cui si costruisce un’accettazione dell’altro per quello che realmente è, nella sua imperfezione. Si assiste, in pratica, a una rinascita del sentimento con basi solide, in cui il coinvolgimento profondo, la sessualità acquisisce una nuova dimensione emotiva, la fiducia cresce”.
Il consiglio: Spesso chi giunge a questa fase sente il bisogno e la voglia di costruire qualcosa insieme al proprio partner: è il momento giusto per fare nuovi progetti. Basato su impegno, intimità e passione un legame può durare tutta la vita”.
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