Il love bombing non riguarda più solo la sfera affettiva. Il cosiddetto “bombardamento d’amore” è sempre più presente anche in ufficio: sintonia, feeling, intesa, che creano i presupposti per un rapporto professionale idilliaco, spesso possono finire con il trasformarsi in una relazione tossica sul posto di lavoro, arrivando alla manipolazione e ad abusi veri e propri. Lo stesso accade per fenomeni come il ghosting e il breadcrumbing.
Love bombing: non solo in amore
Come spesso accade il mondo anglosassone è precursore di molte tendenze, compresa quella del love bombing tra colleghi. Non a caso nel 2023 il Crown Prosecution Service, ufficio ministeriale che in Inghilterra e nel Galles si occupa di procedimenti penali, ha incluso il love bombing tra i possibili casi di abuso tra partner. Ma il fenomeno esula ormai dalla sola sfera privata e ha invaso anche il campo professionale. Secondo una ricerca condotta su un campione di 2.900 impiegati condotta dalla piattaforma Greenhouse, il 53% di chi cerca lavoro ha ammesso di essere stato vittima di un bombardamento d’amore da parte dei selezionatori di personale. Significa che i candidati hanno ricevuto attenzioni eccessive in fase di reclutamento e assunzione.
Il rischio di abusi al lavoro
Il rischio, che si è dimostrato più che fondato in molti casi, è di sfociare in veri e propri abusi da parte anche di capi ufficio, forti delle proprie posizioni. In alcuni casi il love bombing professionale è mosso da intenzioni positive, ma molto più spesso diventa uno strumento di controllo e manipolazione degli impiegati, che si sentono in dovere – a fronte di un atteggiamento più benevolo – di comportarsi a loro volta in modo “compiacente” con il capo o colleghi in posizioni di rango superiore.
Riconoscere il love bombing
«Letteralmente love bombing significa “bombardamento d’amore” e si riferisce a un comportamento manipolativo, emotivamente abusante, utilizzato da alcune persone per ottenere qualcosa, controllare o sottomettere emotivamente qualcuno attraverso manifestazioni, talvolta eccessive e non sincere, di affetto e attenzioni», premette Luana Valenzano, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale, Analista del Comportamento e Team Leader di Unobravo.
Non solo in amore
Il concetto, però, man mano si è esteso alla sfera professionale: «In effetti va allargato, includendolo non solo nelle relazioni di coppia, ma anche in tutte quelle relazioni dove il “dare” è mosso da motivazioni di soddisfacimento egoistico consapevole o inconsapevole dei propri bisogni, o dal desiderio di ottenere qualcosa dagli altri, o ancora sostenuto da spinte ambivalenti insicure (“ho paura di averti troppo vicino, ma ho paura anche di perderti”). Per esempio, il love bombing è possibile anche in amicizia o al lavoro», osserva l’esperta.
Il love bombing al lavoro e i suoi rischi
«Nei luoghi di lavoro questa dinamica è più comune di quanto si pensi ed è oltretutto verticale a tutte le posizioni lavorative: il neoassunto può subire love bombing dal suo manager tanto quanto può accadere il contrario. Chiaramente, per il neoassunto entra in gioco l’aspetto del bisogno di lavorare e sostentarsi che rende la dinamica ancora più manipolativa e minacciosa – spiega Valenzano – Anche nelle relazioni private, però, seppur apparentemente innocue e romantiche, il bombardamento d’amore può avere conseguenze psicologiche su chi ne è vittima, portando anche a ritiro sociale e ad accettare comportamenti tossici del partner, attribuendo a se stessi la colpa».
Come si riconosce il “corteggiamento lavorativo”
«Di solito, c’è una prima fase di honeymoon in cui ci si sente particolarmente apprezzati e speciali, ed ove ricorrono promesse di importanti progetti e/o promozioni future. Quando questa fase di idealizzazione finisce, inizia quella della svalutazione attraverso esclusioni, preferenze, silenzi immotivati, e veri e propri attacchi personali: in privato dapprima, poi di fronte a colleghi e clienti. A differenza di quanto accade nell’ambito amoroso, in quello lavorativo il manipolatore ha spesso interessi personali e/o professionali piuttosto che un desiderio di assoggettare la vittima», spiega la psicoterapeuta.
Come evitarlo?
«Sarebbe utile poter riconoscere i segnali il prima possibile per potersene difendere. Nella maggior parte dei casi, comunque, la vittima si rende conto di essere vittima di una manipolazione quando è ormai è iniziato un processo di svalutazione. Dal momento che chi subisce love bombing è portato a sentirsi in colpa, interrogandosi rispetto a quanto si meriti un certo tipo di trattamento, un consiglio è di confrontarsi con amici e familiari. Possono aiutare, infatti, anche persone che sono esterne all’ambiente lavorativo, che possono rendere più semplice il ridimensionamento di quelle emozioni», o che consentono di riconoscere comportamenti “tossici”, come sottolinea l’esperta.
Non avere paura
Uno degli aspetti più delicati è proprio cercare di non mostrarsi impauriti. Spesso, a causa dei sensi di colpa, si temono ripercussioni sul proprio lavoro se si decide di porre un freno al comportamento di chi, abusando della propria posizione lavorativa, esercita pressioni su un collega. Per questo l’esperta esorta a «tenere ben presenti le proprie risorse, le qualità e i propri diritti sul lavoro. Un altro suggerimento è di cercare di mettere confini chiari in queste dinamiche, mostrarsi assertivi». Se, però, si è difficoltà, nei casi più gravi sarebbe utile rivolgersi anche un esperto», consiglia ancora la psicoterapeuta.
Le altre relazioni tossiche in ufficio: il ghosting
Lo stesso tipo di dinamica può accadere con il ghosting, cioè il comportamento di chi chiude bruscamente una relazione, solitamente d’amore, senza spiegazioni e sparendo dalla circolazione, proprio come un fantasma. «Nel mondo del lavoro si registra sempre più spesso ed è riscontrabile in particolare nei processi di selezione, partendo dal primo contatto fino all’assenza di una risposta per l’esito finale, ma anche nei rapporti con colleghi e capi che possono attuare questo meccanismo per esigenze di priorità, per evitare una situazione di conflitto, per mancanza di tempo», conferma Valenzano.
Attenta al breadcrumbing con il capo o i colleghi
Da non trascurare, infine, un altro comportamento pericoloso e sempre più diffuso anche tra le pareti di un ufficio: il breadcrumbing. Letteralmente indica il “lasciare briciole”: è utilizzato soprattutto in amore, a indica chi mette in atto un comportamento che mostra interesse verso qualcuno, ma in modo molto parco, che lascia speranze nel destinatario, ma rimane a livello superficiale e sporadico. «È particolarmente comune nei lavori creativi». Il problema, infatti, è che spesso in questo settore si ricevono proposte di progetti e consulenze molto svalutate dal punto di vista economico: insomma, poco pagate e che quindi mettono in condizione di accettare “compromessi” o promesse di incrementi, che però non sempre (o di rado) si traducono in realtà.
Il “ricatto” nei lavori creativi: perché
Si tratta spesso di scrittori, grafici, fotografi, ad esempio, che si trovano ad accettare, appunto, le briciole con l’illusione di un aumento o di una crescita professionale. «La strategia migliore da adottare in entrambe le situazioni è esser presenti a se stessi, evitando la trappola di lasciarsi definire e valutare dalla mancata risposta o dalla proposta dell’altro, e dunque farsi avanti, farsi presenti, palesando le proprie richieste in maniera chiara».