Lui non ti richiama – gli errori da evitare
Il primo appuntamento è andato bene, o almeno così ci è sembrato, tanto che per una volta eravamo certe che lui ci avrebbe richiamato per uscire di nuovo. Ma è passata una settimana ed è ormai chiaro che non lo farà. Come può essere successo? A dispetto di quello che si può pensare in preda alla rabbia, la taglia di reggiseno potrebbe entrarci poco. Ecco cinque errori comuni da non commettere mentre siamo alla ricerca dell’uomo giusto.
Parliamo ma non ascoltiamo
Durante una conversazione bisognerebbe far caso al “flusso e riflusso” del discorso; stiamo parlando ininterrottamente da dieci minuti, raccontando ogni minimo dettaglio di una storiella che reputiamo interessante e divertente? Allora facciamo una domanda pertinente, che se non altro ci farà capire se l’argomento coinvolge anche il nostro interlocutore. Se lui inizia a chiacchierare, non interrompiamo in continuazione con osservazioni e commenti, solo per mostrare che siamo partecipi: il rischio è di risultare solo fastidiose.
Utilizziamo la conversazione come terapia
Attacchiamo annoverando le malefatte del nostro pessimo ex fidanzato inaffidabile e infantile, per poi passare ad una trattazione completa dell’odio verso il nostro capo scivolando poi nei problemi con nostra madre, oppressiva e autoritaria. Ricordiamoci che siamo ad un appuntamento, non ad una terapia di gruppo. Sfogarci su tutto ciò che va male nella nostra vita ci fa apparire negative, oltre che egoiste.
Argomenti troppo impegnativi
Non è detto che una persona che vi conosce poco se la senta di sviscerare la propria opinione in tema di religione e politica; gli argomenti intellettuali non sono off-limits, ma vanno percorsi con cautela perlomeno finchè la conoscenza dell’altro non è un po’ più approfondita.
Eccessivo entusiasmo
E’ normale essere entusiaste e piene di speranza al primo appuntamento con qualcuno, ci mancherebbe; e può essere anche considerato accettabile, in una certa misura, iniziare ad immaginare il nostro lui nelle vesti di marito e di padre. Ma attenzione: tutto questo deve avvenire solo ed esclusivamente nella nostra testa. Può sembrare un consiglio datato e anche maschilista, ma quella del “vince chi fugge” è una regola non scritta che spesso decreta la buona (o pessima) riuscita di un appuntamento. E’ anche un fatto di buon senso: non conosciamo il nostro interlocutore, o perlomeno non sappiamo come si rivelerà come partner, ed è quindi insensato dimostrare apprezzamenti sulla base del nulla, o si rischia di passare per disperate. Come ci sentiremmo noi se il nostro lui ci chiamasse una mezza dozzina di volte dopo aver preso un solo caffè insieme o se si presentasse con un regalo molto impegnativo al primo appuntamento?
Invasioni di campo
E’ necessario evitare di trasformare l’appuntamento in un interrogatorio. Va bene tastare il terreno, ma con discrezione, evitando le domande dirette come la durata della precedenza relazione o come si vede tra cinque anni. Pensiamoci: sono informazioni davvero importanti? Solo frequentando questa persona riusciremo davvero a capire se è quella giusta.