Salve, sono sposata da oltre 20 anni con 2 figli, mio marito, più grande di me di 14 anni, si rifiuta di avere rapporti con me. L'ho pregato dicendogli che stavo male e che ne avevo bisogno ma mi ha risposto che sono retrograda e posso farmi l'amante. Il figlio piccolo sembra capire e ha degli atteggiamenti strani per cui mi sono rivolta a una psicologa.
E' così che ho scoperto che mio marito e' un gay. Quando lo accuso lui si difende dicendo che per tanti anni mi ha accontentato facendo sesso con me (mi usava come un gabinetto, non dovevo muovermi, dovevo stare immobille e ferma e aspettare che lui arrivasse, poi se ne andava dicendo che per lui le carezze erano cose da film). La psicologa sostiene che sia inconsapevole ma io ho buona memoria e ricordo che dopo sposati disse di avere problemi alla prostata.
Sono arrivata alla conclusione che voglio separarmi, lui fa uso di hascish e ha fatto fumare sempre anche me, ma adesso ho smesso e non fumo nemmeno le sigarette. Lui ha un reddito piu' basso del mio, mi ha messo i figli contro dicendo che e' un povero vecchio e io troppo giovane per lui quindi in conclusione i figli mi odiano e danno a me la colpa (io non l'ho mai tradito). L'avvocato dice che devo passare gli alimenti e lasciare la casa se i figli (che hanno superato i 14 anni) decidono di stare con lui. Posso denunciare mio marito perche fuma haschisc? E' possibile che a un tipo del genere lascino i miei figli? Sono disperata. E' come se mi fossi svegliata all'improvviso, mi sembra di impazzire
Barbara (nome di fantasia scelto dalla redazione)
COSA SUCCEDE SE NON CI SI PRESENTA ALL'UDIENZA DI SEPARAZIONE?
Gentilissima Signora,
le questioni che emergono dal suo racconto sono molteplici e meritano di essere analizzate singolarmente. In primo luogo, il fatto che suo marito si rifiuti di avere rapporti sessuali sicuramente le consente di chiedere la separazione per colpa: la legge, infatti, fa rientrare il sesso tra i doveri coniugali che si contraggono con la celebrazione del matrimonio, pertanto se suo marito si rifiuta di averne può tranquillamente incorrere nell’addebito.
Quanto, invece, alla casa coniugale nonostante i figli ultradodicenni possano essere sentiti dal Giudice incidendo sulla designazione di chi ne sarà l’assegnatario, va detto che solo il magistrato potrà compiere un’oggettiva valutazione sulla soluzione più confacente all’interesse dei minori e non è assolutamente escluso che lei riesca a dimostrare che l’utilizzo di droghe da parte di suo marito possa avere degli effetti negativi sulla crescita dei figli.
Con riferimento, infine, all’eventuale mantenimento, anche nella malaugurata ipotesi in cui la casa coniugale dovesse essere assegnata a lui, non è affatto scontato che il Giudici la obblighi a versare un assegno. Andranno, infatti, valutati una serie di indici che potrebbero anche arrivare ad escludere in tutto o in parte il suo contributo.